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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Influenza dei polli

Un'ecatombe: è crollata la famiglia al completo sotto i colpi dei virus della stagione influenzale 2010-2011. In totale quarantena da 10 giorni, in isolamento forzato, lontano perfino dalle pagine di questo blog, a cadere sono stati, in ordine cronologico: il sottoscritto, il primogenito, la moglie e - ultimo - il neonato di un mese. Febbre altissima per tutti, tosse e raffreddore, disagi intestinali, i sintomi che ci hanno colpiti con una forza violenta e cieca e che non ha fatto distinzioni nemmeno per le fasce d'età più deboli: un'influenza per quattro, moltiplicata quattro. Ma non è con il racconto di questi malanni stagionali che voglio tediarvi, ma desidero parlarvi piuttosto di come venga affrontata l'emergenza epidemica nella famiglia media, di qual è di solito l'intervento del pediatra, dello stare tutti insieme in famiglia grazie a un avvenimento negativo come una malattia, del sole beffardo che, a discapito di tutto, è sempre stato presente in questi gior

Vorrei che andassi lì, appena puoi

La prima idea a cui pensi è "conflitto generazionale". Ma poi capisci sia che non può essere definito come uno scontro in sé e sia che è assurdo, viste le età a confronto, parlare di generazioni. Non ci sono  culture  contrapposte e poi  la contrapposizione  implicherebbe   due forze più o meno simili, che si fronteggiano, mentre qui almeno una delle due è una forza praticamente inesistente. Sto parlando degli scontri fra i bambini piccoli e gli adulti, siano essi i genitori, i nonni o semplicemente dei conoscenti. So che l'argomento è vasto e che contiene una miriade di variabili, ma ciò che mi salta all'occhio è che, ogni qual volta il mondo dei grandi e quello dei più piccoli entrano in conflitto, la violenza che ne scaturisce è sempre destinata a colpire questi ultimi. Non sto dicendo che le due età non debbano confrontarsi e, anzi, a volte si va inevitabilmente oltre il confronto verbale proprio perché...mancano le parole. Il punto però è che la  lotta  è sempre

Cose che avevo dimenticato

Che cosa strana è la memoria! La mia capacità di ricordare è di un tipo assolutamente pragmatico: ricordo ogni cosa che devo fare, la lista completa degli acquisti e delle faccende da sbrigare, tutti gli impegni da mantenere. Tengo a mente invece con difficoltà molte cose che sono accadute, il passato che è ormai alle spalle, le storie lette o viste al cinema. E' chiaro, certi ricordi - come la nascita di un figlio - sono indelebili, ma col tempo la loro forma tende sempre più a sfumare per andare all'essenza, mentre si perdono i particolari, si dimenticano per sempre o quasi. La mia occasione per riviverli è stata la nascita del mio secondo figlio. Chi si ricordava che un neonato - ben piazzato e con misure più o meno simili al primo - fosse tanto piccolo e gracile.  E chi si ricordava del peso: una piuma di fronte a quello del fratello. E chi si ricordava che un peso tanto leggero, tenuto su un braccio - per più di un'ora e in una posizione  soltanto per lui  ergonomica -