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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Scuola dell'infanzia

Ce l'ho fatta! Dopo tanti pensieri, troppi ripensamenti, molti dubbi e dopo troppo, davvero troppo indugiare, dopo che questo settembre nerissimo è terminato, finalmente ho preso la decisione di ritirare Dodokko dalla scuola dell'infanzia comunale per iscriverlo di nuovo nella scuola privata che ha frequentato lo scorso anno. Non è stata una scelta facile, per diversi motivi: perché lo avevano finalmente ammesso in una scuola pubblica dopo due tentativi falliti negli anni precedenti; perché ero convinto che i docenti pubblici, che possono insegnare perché hanno vinto un concorso, fossero più selezionati e preparati di maestre che nella scuola privata a volte si improvvisano tali; perché il contributo da pagare era insignificante rispetto alla retta che da ottobre verseremo di nuovo; perché l'iscrizione di Dodokko ci avrebbe portato più punti nella graduatoria per essere riammesso nella scuola dell'infanzia, sia nell'eventualità di farlo frequentare nei prossimi anni

La staffetta

Ci improvvisavano campioni: alla scuola media e poi al liceo, da un giorno all'altro ci annunciavano: "Sabato prossimo c'è la corsa campestre" oppure: "C'è la staffetta". E, senza nessuna preparazione, senza alcun allenamento, quel sabato prima o poi arrivava e noi alunni ci ritrovavamo 'vomitati' a Villa Borghese dal pullman preso in affitto - nonostante la vicinanza al parco romano - per il motivo 'logistico' - suppongo - di tenere a bada gli studenti di un'intera scuola, non di una classe soltanto. Andavamo poi a piedi, più o meno disordinatamente in fila, fino a Piazza di Siena oppure al Galoppatoio, come gladiatori dalle armi spuntate (almeno, così mi sentivo io) eppure pieni di coraggio. Non tanto certi di noi, ma comunque ottimisti riguardo l'esito della gara: il piazzamento sarebbe potuto essere buono, al limite grazie anche a una casualità, come la rinuncia improvvisa dei più forti oppure per un inaspettato stato di grazi

Che cosa significa estate

Questa estate non la dimenticherò molto facilmente, sia per la grande quantità di foto che mia moglie ha scattato a me e a mio figlio e sia per una scoperta che ho fatto, forse banale ma per me rivoluzionaria. Iniziamo dalle fotografie e precisando che non sono le immagini a cui si riferiscono - e che potrò vedere ogni volta che lo desidererò - a far sì che l'estate 2010 rimarrà nella mia memoria, ma proprio il fatto che mia moglie ne abbia scattate tante, in ogni momento di vita quotidiana vissuta da me assieme a Dodokko. Ho apprezzato molto questo suo desiderio, di fotografarci anche quando non sapevamo di trovarci inquadrati dal suo obiettivo. E le sono molto riconoscente, perché ogni volta che ha fatto clic con la sua macchinetta ha voluto evidenziare un bel momento del rapporto particolare fra padre e figlio. Non dimenticherò la generosità di mia moglie in questo e la ringrazio. E veniamo alla scoperta dell'acqua calda, ossia alla scoperta del significato dell'estate.

Quando il papà è in 'dolce attesa'

Se per una volta cambiassimo la solita prospettiva e invece di dire: "Mi è nato un figlio", dicessimo: "Mi è nato un papà", a parlare sarebbe il figlio appena nato. Il quale - come si sa - ancora non sarebbe in grado di esprimersi con le parole, però potrebbe già delegare, soprattutto qualora fosse in presenza di genitori attenti e sensibili, che in sua vece potrebbero prendere la parola. Proprio come ha fatto il pediatra Alessandro Volta, nel suo libro Mi è nato un papà , appena uscito per le edizioni Urra - Apogeo, che ha voluto scrivere un racconto partendo da un punto di vista inedito: quello dei padri in attesa del lieto evento ovvero di ciò che passa per la loro testa durante la gravidanza delle loro compagne. E che - scrivendo - ha dato la voce alla piccola Lisa, la quale ha potuto così assistere alla nascita de' 'Ilpapà', del genitore venuto al mondo nello stesso istante in cui lei stessa è nata. Chissà se si potrà mai parlare addirittura di