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Fine estate

  "Nessuno ci ha regalato niente. E' inutile farci illusioni". "Non capisco perché devi sempre mettere in discussione tutto". "Siamo stati per due settimane in questo posto che si chiama 'Sentiero del paradiso', ma non mi è sembrato affatto il luogo della felicità". "Ma la felicità non è fatta soltanto di momenti felici. La felicità si costruisce, non piove dal cielo". Era l'ultimo giorno di vacanza e già erano con la mente dove si sarebbero separati. Lui vedeva tutto nero ed era disposto a cancellare ogni istante di felicità appena trascorsa pur di non provare nostalgia, per evitare di pensare all'imminente futuro che lo attendeva. Tutto o niente, si diceva. E il niente era ciò che in lui prendeva sempre più corpo. Lei invece considerava i giorni come un momento passeggero e sapeva accettarli per quello che erano. I giorni terminavano, l'uno dopo l'altro, soprattutto quelli brutti, ma era il suo sguardo su di essi a p

Frammenti d'estate

  Ci siamo stupiti quando delle persone che non conoscevamo ci hanno offerto i loro panini durante una passeggiata in un bosco. Ricordo le mani, intente a coprire bocche senza denti, quando sorridevano. Anche il vino fatto da loro ci hanno regalato, se ne avessero avuto dell'altro ci avrebbero dato anche quello. Avrei voluto ricambiare, non sono abituato a prendere senza a mia volta dare, ma non avevo nulla con me, se non la mia riconoscenza, il mio stupore e questa storia che immaginavo di raccontare. Mentre ce ne andavamo, ci siamo detti che sarebbe bello rincontrali fra un anno, come vecchi amici che si ritrovano per caso. Sapevamo il nome del posto, ma ugualmente siamo partiti senza conoscere dove stessimo andando, perché il nome la prima volta non dice nulla, mentre soltanto successivamente è capace di raccontare. Adesso che conosciamo anche il luogo, quando lo facciamo, finalmente sappiamo di che stiamo parlando: soltanto di un frammento, di una parte della nostra vita nella

S., R. e il cane

Chi sono S. ed R.? Sono l'autore e la destinataria di quella che vorrebbe essere una promessa d'amore, fatta qualche giorno prima del loro matrimonio, ma che in realtà non è altro che una richiesta di comprensione di fronte ad alcune eventualità già capitate nel corso di un certo numero di anni di fidanzamento. Chi scrive sta mettendo le mani avanti, dicendo che potrebbe succedere di tutto, che "potrei fare chissà cosa, ma tu, da ora in poi, non dubitare di me, credimi e amami lo stesso". Chi scrive chiede fin da subito che lei in futuro accetti ogni sua giustificazione. E questo perdono al buio, prestabilito, la comprensione nonostante tutto, già programmata e pattuita, è per me un fatto inaccettabile.  Amore per sempre, amore malgrado e di fronte a tutto, è per me un ossimoro, almeno quanto l'amore teorizzato, quello soltanto detto, e che poi nella pratica, nel tempo, non ha riscontro con la realtà, nei gesti quotidiani. Per me l'amore si compone di fatti, n

Estate 1981

In primo piano c'è un uomo che corre e ride. Dietro di lui, il mare e uno scoglio sul quale ci sono sei persone. Cinque sono amici delle vacanze, ritrovati ogni anno durante la villeggiatura. C'è poi un bambino, che nella foto si scorge soltanto per metà e che è voltato verso di loro: se ne vede una gamba, il costumino rosso, il braccio sinistro, una parte del viso: la bocca, il profilo del naso, i capelli lisci sulla fronte. Gli occhi però sono sfocati. Potrei benissimo essere io quel ragazzino che osserva un gruppo di persone che ridono nell'estate del 1981. Oppure potrebbe essere mio fratello. Invece, la persona che corre e che ride è mio padre. Ha appena abbassato il costume dell'uomo in piedi sullo scoglio. E' per questo scherzo stupido e divertente che adesso - l'istante esatto nel quale la foto è stata scattata - tutti ridono. Ed è quell'adesso - questo adesso - che più d'ogni altra cosa mi fa riflettere. Il tempo che torna dal passato e che, imp

E' stato come avrei voluto aspettarmi che fosse

L'immaginazione si mescola alla realtà in ogni viaggio che si rispetti. Non solo nelle aspettative, non soltanto nei luoghi dove si vorrebbe tornare. Che non corrispondono più, ormai, a quelli del passato, né i luoghi né i ritorni stessi, perché tutto è cambiato, perfino noi stessi che spesso e volentieri ci crediamo ancora quelli di una volta. E ovviamente anche gli altri, che rincontriamo dopo un po' di tempo, sono diventati tutt'altro da prima. I luoghi e le persone, riviste a distanza di anni, non sono più quelli di prima, ma altra cosa, quasi sempre deludente, perché nella memoria tutto ha una dimensione idilliaca e, sarà come sempre per istinto di conservazione, ricordiamo soprattutto la parte buona degli avvenimenti, mentre rimuoviamo quella negativa, eppure ce ne saranno stati di lati oscuri nelle situazioni che ci sono capitate, almeno quante quelle che intravediamo nel presente con cui facciamo i conti. Dicevo della realtà e dell'immaginazione che si mescolano

E poi c'era questo ballo di rondini

Andiamo a pescare quasi ogni mattina. Il bambino grande entra in camera e mi sveglia. Facciamo colazione e poco dopo siamo già in spiaggia. I primi ad arrivare, mentre il sole inizia a spuntare dal mare e a brillare su quel gigante azzurro ancora addormentato. Sappiamo di avere poco tempo per fare tutto, perché di lì a poco, in una o al massimo due ore, siamo diventati degli esperti in questo, l'acqua si incresperà, come succede tutti i giorni. E noi vogliamo approfittare di quella calma provvisoria non solo per pescare, che non vuol dire necessariamente prendere dei pesci, ma fare qualcosa insieme o farne una mentre chi sta vicino ne fa un'altra, contribuire in definitiva a qualcosa, e intanto parlare, andare e tornare, guardare l'orizzonte da una parte e la costa dall'altra, e osservare, in mezzo, le profondità che mutano sempre, la sabbia bianca e le secche vestite di posidonia, accorgerci di un movimento improvviso, in terra o in cielo o nell'acqua, nella monoto

Devono fare ciò che diciamo noi

Tutto bene, la fine della scuola. Ottimi voti, anche in materie di cui, secondo me, il figlio grande non conosce neanche l'esistenza. Probabilmente, in prima elementare conta soprattutto l'approccio e la propensione per lo studio che si dimostra di possedere, non ciò che si è realmente appreso.  Adesso sta frequentando un centro estivo. Una volta - mi ha fatto notare il fornaio - c'erano i nonni a tenere i bambini durante le vacanze, almeno finché i genitori non prendevano le ferie. Adesso ci sono questi posti, che sono un po' il proseguimento, senza discontinuità, della scuola e un po' un circolo ricreativo. Un 'divertimento impegnativo', si potrebbero definire: in questo posto dove lo accompagno tutti i giorni, il figlio grande gioca, recita e fa molto sport, fra cui un corso di nuoto. Io so che è felice di andarci, perché lo vedo sorridere quando il pomeriggio vado a prenderlo e mi racconta, non senza entusiasmo, delle cose che ha fatto.  Però, tutte le m

Fragole e altre contraddizioni

Già il fatto di aver dovuto prendere un antistaminico preventivamente, cioè prima di trascorrere una giornata di svago in campagna, mi suona come un controsenso: nessuno infatti mi ha obbligato, domenica, ad andare a raccogliere le fragole insieme ai miei figli, ma l'ho fatto perché mi piaceva l'idea di stare all'aria aperta e quindi ho assunto un farmaco per stare a 'contatto con la natura'. E per stare a contatto con la natura, e per raccogliere la frutta, abbiamo pagato un biglietto ciascuno, mentre io sapevo che, chi aiutava i contadini nella raccolta, era pagato per farlo oppure otteneva una parte del raccolto, di certo non era lui stesso a dover pagare. Vabbe', le fragole ce le siamo mangiate tutte e ce ne siamo portate tante anche a casa, e poi ci hanno dato i panini. Però, stona lo stesso questo fatto di dover pagare per lavorare (anche se, d'accordo, molto, molto poco). C'era un traffico per andare in campagna, perché la strada che abbiamo fatto

Due fratelli

A volte un colpo di fortuna può trasformarsi in una sciagura e rovinare la vita di chi ne è colto. La storia di cui sto per parlare me l'ha raccontata la persona che la scorsa estate mi ha affittato la sua casa al mare, nel sud dell'Italia, dove abbiamo trascorso le vacanze. Con gentilezza e disponibilità, un giorno mi accompagna con la sua macchina a fare degli acquisti e, fra gli altri posti nei quali ci fermiamo, c'è un banchetto di frutta e verdura ai margini di una strada di campagna. Io compro quel che mi serve, uva, pesche, insalata e melanzane, lui prende alcune cassette di pomodori che gli servono per fare le passate per l'inverno.  Il fruttivendolo è aiutato dalla moglie nel suo lavoro, è un tipo taciturno, che ci passa quel che ci serve senza parlare e che, quando si rivolge alla consorte, lo fa con dei gesti accompagnati da monosillabi. Alla fine della spesa, saluta il mio accompagnatore senza sorridere e neanche risponde al mio "arrivederci". Cari

Un cinque e un quattro

Un cinque e un quattro.  "Cosa sono quei numeri sul braccio?".  "Sono i giorni che mancano alle vacanze: ieri cinque, oggi quattro". Sono anche gli ultimi giorni al centro estivo. Se li è scritti con la penna sulla pelle, soltanto i primi due, poi ha dimenticato di continuare fino al numero uno, fino all'ultimo giorno di scuola, o allo zero, se esiste un giorno zero. Il tempo passato all'asilo è stato non solo ben accettato ma proprio bello. Un sorriso di soddisfazione ha sempre accompagnato i bambini all'uscita dalle loro classi. E quando al mattino li portavo a scuola, ci lasciavamo senza drammi, soltanto gli occhi seguivano quelli dell'altro fino alla porta. Poi, ciascuno di noi a fare quel che doveva...chissà se il pensiero, ancora per poco, chissà se la memoria, se i ricordi recenti... Un cinque e un quattro. E il tempo ha interrotto il suo corso. Le vacanze sono arrivate e se ne sono andate, con il loro carico di aspettative e di contraddizioni

Estate

Sul momento non ce ne accorgevamo: era il tempo trascorso vicini, giorno dopo giorno, a renderci felici. L'estate non era altro che l'occasione per stare insieme a lungo. Durante l'anno scolastico ci incontravamo la sera e il fine settimana. Momenti che duravano poco e che terminavano con l'ennesima divisione, il lunedì mattina.  Abbiamo sempre scambiato la felicità essenziale, dello stare insieme l'estate, con quella della circostanza occasionale. Per esempio, quella di andare a raccogliere le more o l'uva fragola oppure quella di pescare di fronte allo scoglio.  Agli occhi di un bambino, queste avventure erano magiche, sensazionali, addirittura sovrumane. Tornavo a casa ancora pieno di adrenalina, con i muscoli tonici e senza appetito.  Ancora oggi, ogni estate desidero ritrovare quel mondo mitico. Cercando inconsciamente posti che assomiglino a quelli vissuti da ragazzino. In questi luoghi, che vorrei fossero gli stessi - "quelli di una volta", come

Il colore giallo

Se i colori fossero tutti gialli come dici tu sarebbe giallo il verde lo sarebbe il rosso e anche il blu. Se il mondo fosse tutto giallo perfino gli alberi e il mare  e le montagne sotto la neve avrebbero questo colore. Anche la notte più nera sarebbe gialla. E il sole più giallo  luminoso e talmente caldo che i vestiti gialli  si asciugherebbero  in un momento. I tuoi capelli gialli che brillano sempre appena c'è un po' di vento sarebbero gialli  anche con la luce spenta quando ti addormenti.   (2013)

La bicicletta

Garçon à vélo ©Jean-Philippe Charbonnier L'uomo inventò la ruota. Il bambino, il segreto di andare in bicicletta. Il papà lo ha accompagnato, tenendolo per il sellino. E poi, d'accordo con lui, l'ha lasciato, prima per pochi metri, dopo per tutto il viale. L'andatura non è rettilinea e il manubrio trema. La schiena è ancora curva, adesso come allora, quando l'uomo inventò la ruota.   (2013)

Il racconto del mare

Qualche settimana fa è volato sulle stelle Neil Armstrong, il primo uomo ad aver messo piede sulla luna, l'astronauta del celebre commento: "Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità". C'è chi ha messo in discussione, con prove 'schiaccianti', l'allunaggio del 1969 e chi invece non ha mai dubitato che l'Aquila della missione Apollo 11 abbia effettivamente posato gli artigli sulla base della Tranquillità. Tutto ciò mi importa ben poco, perché, se è indubbio che calpestare il suolo lunare, se ciò è veramente accaduto 43 anni fa, sia stata un'impresa senza precedenti, penso che di cose straordinarie, di piccoli, grandi passi se ne compiano tutti i giorni e, senza spingersi troppo lontano, anche sulla terra, dove la vita è sufficientemente complicata e non è per niente paragonabile a una linea retta oppure circolare - come pensano i tanti che credono che tutto sia programmabile e dunque immediatamente attuabile, la realtà

Fermati un momento

Un momento non è uno qualsiasi degli istanti che, tutti quanti, in successione, prima uno poi l'altro, compongono il nostro tempo, ogni ora e ogni anno della nostra vita. Il momento è invece questo: prendere una direzione e poi fermarsi, improvvisamente, senza una spiegazione plausibile o, almeno, apparente. Fermarsi e tornare indietro, andare esattamente dall'altra parte, addirittura, di punto in bianco. Il momento è quando l'orologio si rompe e le lancette restano inchiodate su un quadrante bianco alle 10 e 29, fisse a quell'ora per un tempo indefinibile quanto l'eternità. Il momento è fissità, per noi mortali, e non movimento. E dato che siamo umani, non possiamo evitare di chiederci, pur sapendo in partenza di non avere risposte, cosa passerà per la testa a chi cambia idea tanto repentinamente, perché lo fa, che cosa ha visto. E' perfettamente inutile farsi questo genere di domande. Il bambino ha preso la strada in discesa ma poi, senza preavviso, è tornato

Tre discorsi sul bene

Adesso che la nonna non c'è più, voglio parlare di tre pensieri che mi sono venuti in mente durante la sua malattia. Il primo riguarda il ricordo, il secondo la morte, l'ultimo la continuità. Si tratta di tre argomenti diversi, ma ciascuno di essi è riconducibile a un'idea di bene. Quando se ne vanno, le persone che ci hanno voluto bene e alle quali ne abbiamo voluto ci lasciano in regalo un buon ricordo. Credo che sia soltanto questo ciò che ci resta degli altri: accettiamo di prolungare dentro di noi la loro vita, seppure per un momento minimo, breve quanto la durata della nostra. Penso che l'eternità non sia altra cosa, diversa dalla memoria, purtroppo, a meno di non immaginare le persone in termini meramente 'chimici', alla Lavoisier. Anche se non credo che il filosofo francese, quando si è trovato con la testa sulla ghigliottina, abbia trovato conforto nella sua teoria dell'indistruttibilità della materia. Il secondo pensiero è una critica alla classica

Nonno ti ama

"Nonno ti ama", ha detto Dodokko alla nonna. "Mi chiama?", gli ha chiesto lei. "No, ti ama. Ti ama", ha ripetuto il bambino. "Non vedi come ti abbraccia e come ti aiuta a camminare?". Parole e frasi dimenticate e che, dopo tanto tempo, forse non ha più senso dire. Quando esistono, sono le azioni a sostituire la voce. E se all'improvviso quella voce, a distanza di anni, si sente di nuovo, quasi si stenta a credere alle proprie orecchie. Tutto ciò che un bambino dice ha il sapore della novità e non è affatto vero che è superfluo parlare di cose che sono evidenti. Ciò che è ripetitivo, infatti, non si nota più, è come l'acqua ogni volta diversa che lo stesso fiume da sempre trasporta, finché non arriva una mano a raccoglierne per berla, a prelevarne una frazione e ad interromperne per un impercettibile istante il flusso, allora sì che sappiamo che è fresca e ci accorgiamo che è materia viva. Dare il nome alle cose non è inutile perché farlo

La cipetta Penelope

Questo è ancora una volta un post sulla libertà e sulla felicità, ma per arrivare a parlare di questi due argomenti occorre fare, di nuovo, una lunga premessa animalista. Mercoledì 6 giugno, a casa, dopo cena.  "Allora, cosa hai visto alla gita?". "Il gufo reale, il barbagianni, i cervi e la cipetta".  "La cipetta? Che cos'è la cipetta?".  "Come, non sai che cos'è la cipetta delle nevi? Non conosci la cipetta Penelope?". "No, non la conosco, non conosco nessuno con questo nome, anzi conosco una persona, la moglie di Ulisse, che aveva questo nome. Ma di cipette nemmeno una, né con questo né con altri nomi. Com'è fatta questa cipetta?".  "Ha le ali, quindi è un uccello, è grande quanto un gufo ed è bianca".  "Ma allora tu parli della ci-ve-tta, la civetta delle nevi".  "Sì, la civetta delle nevi Penelope".  "Ed è lei l'animale che ti è piaciuto più di tutti".  "Sì". Giovedì

Il tempo dilatato dell'infanzia

Avrò avuto dieci anni, era estate e ovviamente faceva caldo, la sera arrivava tardi, restavo fuori fino all'ora di cena. Ricordo ancora quel cagnolino ferito, dietro a un cespuglio di rovi all'ora del tramonto, le formiche già sulla sua pelle, i guaiti deboli. "Lo porto a casa", chiesi di poterlo fare. "No, sta per morire", la risposta secca. La gamma delle possibilità, fantasie ottimistiche, quasi sempre, quelle di un bambino. Una frase concisa, una sola, la realtà senza appello di chi decide, spesso, anche la vita o la morte di qualcun altro. Ripenso a episodi come questo, ogni tanto, alla vista di una scena di tanti anni fa durata pochi minuti, infondo, ma intensa e più incisiva di molte altre, tanto da portare con sé, allora, sviluppi immaginari che andavano oltre le possibilità concrete del momento e tale da replicare nel ricordo e nel tempo, fino a oggi addirittura, e mi accorgo di quanto possa essere dilatato il tempo dell'infanzia, sia nella dire

Rotola rotola l'onda

Una città non è un vestito, che possiamo indossare e abitare per intero. E' invece un cerchio o un rettangolo e al massimo in uno dei suoi quattro lati viviamo: in una via, un paio di strade, qualche piazza, un giardino. A volte può capitarci di sconfinare e di andare dall'altra parte, ma si tratta di casi sporadici e infatti prima o poi torniamo sempre a casa, nel quartiere dove abitiamo.  Ho la fortuna di vivere nel lato della città che, al termine del suo cammino, dall'alto delle colline  gradualmente discende fino al suo livello e si immette direttamente nel mare. Non tutti lo sanno, perché è quasi impercettibile alla vista, ma è da qui che, appena terminata, ricomincia la salita, verso un orizzonte senza più muri o strade a sbarrarlo e che se ne resta infinitamente immobile, eternamente fisso ad altezza di sguardo. Rotola rotola l'onda la sabbia lo graffia  il vetro si appanna  e non taglia più. Sabato ho fatto una passeggiata sulla spiaggia assieme ai miei figli.