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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

Figli e fratelli

Le mie conversazioni con Ella sono del tipo che più mi piace: somigliano un poco a dei dialoghi socratici, dove, partendo da una propria tesi, ciascuno di noi si mette in discussione e alla fine giunge a una conclusione che ci mette d'accordo anche quando le reciproche posizioni di partenza vengono sovvertite. L'altro giorno la mia amica e io abbiamo parlato del perché si desidera un figlio e un secondogenito e le risposte a cui siamo giunti credo siano molto interessanti. E' curioso vedere anche l'evoluzione delle affermazioni verso ciò che alla fine ci ha trovati d'accordo. Ella: "Perché desidereresti avere un secondo figlio?". Io: "Per dare un fratello a Dodokko". Ella: "Ahi!". Io: "Che c'è?". Ella: "Non si fa un figlio in funzione di un altro, ma ognuno dovrebbe essere considerato come un'individualità e sé stante". Io: "Ma non lo farei in funzione di...è chiaro, anche perché, dicendo 'fratello&#

Vuoti a rendere

C'è un articolo nell'edizione on-line della Cnn intitolato "I padri sono necessari? Chiedilo ai figli" , a firma di Roland C. Warren, presidente dell'organizzazione no-profit 'National Fatherhood Initiative', in cui l'autore dice di credere che "ogni bambino ha, nella propria anima, una parte vuota a forma di suo padre e, quando i papà non sono capaci o non vogliono riempire quel vuoto, questo si trasforma in una ferita difficilmente sanabile". Per una strana associazione di idee ho pensato al Simposio di Platone e al racconto della mela divisa in due metà: noi uomini, individualmente, siamo una di queste parti del frutto, dunque siamo incompleti e siamo costantemente alla ricerca dell'altra metà per raggiungere la completezza. Per il filosofo ateniese, proprio l'assenza di una parte di sé, incarnata da qualcun altro, conduceva alla ricerca della persona da amare. Ora, non intendo sconvolgere il mito platonico, affermando che le nost

Sguardi e abbracci

Io non ho mai guardato molto a lungo le persone negli occhi. Per timidezza, più che per altri motivi. E anche perché, nei momenti in cui avrei voluto farlo, anche queste persone avrebbero dovuto guardarmi a loro volta. Sono mancate coincidenze e volontà reciproche. Invece mio figlio l'ho guardato spesso, ricambiato, negli occhi. Ho cercato tante volte di capire chi sia. Spesso ci ho visto me stesso, ma anche altre persone. E' che i nostri sguardi sono limitati: non vedono tutto quel che c'è da vedere, perché non possiamo che guardare le cose con i nostri occhi e colleghiamo le immagini solamente a quel poco che siamo. La scorsa notte mio figlio si è svegliato alle tre e mi ha chiesto di stare nel lettone. Mi ha avvolto in un lungo abbraccio finché il sonno non ha prevalso ancora una volta e io l'ho risistemato nel suo letto, più che altro per il caldo afoso che faceva e per farlo dormire meglio. Nel buio il nostro abbraccio è stato come un lungo e reciproco sguardo prot

Congedo di paternità obbligatorio, Ddl in discussione alla Camera

La Commissione Lavoro della Camera ha avviato la discussione sulla proposta di legge sui congedi di paternità obbligatori, con l’obiettivo di giungere in tempi brevi all’approvazione. Alessia Mosca, deputato del PD, segretario della Commissione Lavoro e vicepresidente dell'associazione TrecentoSessanta, è la prima firmataria del Ddl che i ntroduce l’obbligatorietà di 4 giorni di congedi di paternità contestualmente alla nascita dei figli, su modello dei daddy days inglesi. Sono previste ulteriori misure per suddividere il carico della cura dei figli tra padri e madri, come l’introduzione del congedi parentali orizzontali per i primi 3 anni di età dei figli e un periodo di 15 giorni aggiuntivi rispetto ai 5 mesi di maternità obbligatori e pagati al 100 % dello stipendio nel caso sia il padre a usufruirne. DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TUTELA E SOSTEGNO DELLA MATERNITÀ E DELLA PATERNITÀ La presente proposta di legge muove da due considerazioni. La prima attiene allo storico ritardo dell

Il padre di oggi e di ieri

Le esperienze hanno bisogno di tempo per sedimentarsi, per entrare nella coscienza e richiamare i ricordi. Per fortuna: significa che un po' il presente viene vissuto. Se così non fosse, ogni situazione ci coinvolgerebbe solo in parte: un 50 per cento della nostra attenzione sarebbe rivolta a queste e il restante 50 per cento ai ricordi. Ieri è stato il giorno della prima gita scolastica di Dodokko, per vedere gli animali in una fattoria a una ventina di chilometri da casa. L'appuntamento alle 8,30 spaccate di fronte all'ingresso dell'asilo, con la raccomandazione, rispettata, della massima puntualità e di avergli fatto fare colazione con pochi liquidi e una conseguente levataccia straordinaria. Due pullman verdi fuori dal cancello, uno di dimensioni normali e l'altro più piccolo, ad attendere i bambini. Gli scolari sono usciti in fila indiana, le mani poggiate sulle spalle di chi precede, e si sono diretti verso i bus. Sorridenti e felici per la novità di un viaggi

Un po' naufrago e un po' marinaio

Qualche settimana fa è stato il terzo compleanno di Dodokko e tra qualche giorno faremo una festa sulla spiaggia. Tre anni sono trascorsi da quando mio figlio è nato e ogni singolo giorno, che è passato da allora, ha attraversato anche i miei occhi e la mia pelle, non soltanto e semplicemente il tempo. Il bambino cresce assieme al papà e alla mamma e anche questi crescono assieme a lui. Infatti, i genitori non sono elementi rigidi che nella vita si limitano a indicare la strada ai più piccoli con un gesto della mano. I genitori non sono statue fatte di bronzo o di marmo e penso non ne sappiamo veramente tanto di più dei figli. Almeno per quanto riguarda le mie sicurezze - ben poche, direi - non sento di averne poi tante quando cerco di insegnare qualcosa a mio figlio. Tento, azzardo, provo spiegazioni, lancio modelli da seguire e sbaglio spesso e molto mal volentieri: tutto - mi rendo conto - è sempre un po' improvvisazione. Non so un granché di molte cose e allora cerco di giunge

Lo strano caso della cicogna di Lodi (II indizio: i funghi)

Il giorno in cui la vita di Elisabetta cambiò, il giorno dell'incontro con Clooney, era arrivato a metà marzo. Il cicogno era di ritorno dall'Africa, dove aveva svernato, e si era presentato all'appuntamento amoroso con il piumaggio già completamente rinnovato. Partito dal Ciad, dove aveva passato la lunga stagione invernale, dopo un viaggio durato poco più di un mese in cui aveva percorso 11mila chilometri a una media di quasi 350 al giorno, il cicogno aveva sorvolato la Nigeria, il Niger, il Mali, il Senegal, la Mauritania, il Marocco, il Portogallo, la Spagna, la Francia, giungendo infine nell'Italia del nord. A parte il breve tratto di Mediterraneo che aveva attraversato fra l'Africa e L'Europa, Clooney aveva sempre volato, anzi planato come un aliante, ad alta quota per sfruttare le correnti d'aria calda e stancarsi il meno possibile. La parte più faticosa del viaggio era stata quella dell'attraversamento del Sahara occidentale, compiuto tutto di un