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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Il distacco e l'idea della morte

L'altro giorno ascoltavo in televisione uno psicologo che parlava di bambini piccoli, penso si riferisse a quelli fino a 4 anni. Pur non avendo ancora alcuna idea strutturata della morte, diceva, la loro paura maggiore è quella del distacco dai genitori. Ne usciva un quadro legittimamente egoistico dell'infanzia, e vorrei vedere: se improvvisamente non c'è più chi fino a oggi si è preso cura di noi, ci dice l'istinto, come potremmo sopravvivere domani.  Non sappiamo ancora cos'è la morte, ma se chi ci ama se n'è andato, il futuro più imminente è il salto nel buio che ci spaventa maggiormente. Sono fuori Roma per lavoro, al confine con la Francia, a otto ore di treno da casa. Un viaggio annunciato ai bambini già da qualche settimana e ben accettato da loro. Due giorni fa però, prima di andare a dormire, il figlio grande mi ha detto che non voleva che partissi. Lo ha fatto senza piangere, ma con la voce appena strozzata: riusciva a trattenere l'emozione, ha l&

Quattordicesima lettera: la libertà è un dovere

Sulla scia dei fatti di Parigi, questa lettera sulla libertà è la più difficile che vi scrivo.  E forse anche la più incomprensibile. Perché la libertà non è innata, come si potrebbe pensare, né tanto meno è un regalo, ma un dovere verso gli altri e verso noi stessi.  Verso gli altri, perché ne dobbiamo rispettare il pensiero, il credo, le scelte e le azioni.  Verso di noi, perché le stesse libertà, che dobbiamo riconoscere agli altri, dobbiamo vederle riconosciute a noi stessi.  Nessuno ha il diritto di schiacciare la libertà degli altri. Nessuno ha il diritto di reprimere la nostra libertà.  La libertà non è un dono prezioso, come si dice spesso a proposito della vita. Nessuno, infatti, ci ha mai regalato qualcosa di tanto grande. Fin dall'istante in cui veniamo al mondo non siamo liberi, ma dipendiamo dalle cure amorevoli dei nostri genitori. Fin dal primo giorno in cui vediamo la luce, lottiamo per una boccata di ossigeno. E quel po' di aria è una conquista vitale, faticos

Pastinedda

"Vieni a tavola. Ti ho fatto un po' di pastinedda ".  "Cos'è che ha cucinato, la zia?", mi domanda il figlio grande. Gli spiego che "ha preparato un piatto di pastina per lo zio". E non gli dico che pastinedda  è un'ulteriore abbreviazione, dialettale, di un nome già abbreviato: pastina.  Non gli racconto nemmeno cosa mi suscita - e mi limito invece ad ascoltare da solo queste mie sensazioni - il modo, di chiamare il marito, di quella anziana donna. Quanta delicatezza attorno a una semplice parola e quante connotazioni d'amore in un solo invito a mangiare! Ci ho visto due persone che si prendono per mano, una piccola offerta, tutto l'aiuto che sia possibile regalare. Non so davvero perché mi venga in mente cosa ci siamo detti una settimana fa, quando hai affermato con grande convinzione che Babbo Natale non esiste, anzitutto "perché non si sono mai viste delle renne che volano". Io ti ho risposto che, se è vero che non le hai