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Visualizzazione dei post con l'etichetta carnevale

S., R. e il cane

Chi sono S. ed R.? Sono l'autore e la destinataria di quella che vorrebbe essere una promessa d'amore, fatta qualche giorno prima del loro matrimonio, ma che in realtà non è altro che una richiesta di comprensione di fronte ad alcune eventualità già capitate nel corso di un certo numero di anni di fidanzamento. Chi scrive sta mettendo le mani avanti, dicendo che potrebbe succedere di tutto, che "potrei fare chissà cosa, ma tu, da ora in poi, non dubitare di me, credimi e amami lo stesso". Chi scrive chiede fin da subito che lei in futuro accetti ogni sua giustificazione. E questo perdono al buio, prestabilito, la comprensione nonostante tutto, già programmata e pattuita, è per me un fatto inaccettabile.  Amore per sempre, amore malgrado e di fronte a tutto, è per me un ossimoro, almeno quanto l'amore teorizzato, quello soltanto detto, e che poi nella pratica, nel tempo, non ha riscontro con la realtà, nei gesti quotidiani. Per me l'amore si compone di fatti, n

La cattiveria e la commedia umana

Ancora fino a pochi anni fa, credevo che il modo di comportarsi delle persone dipendesse da ciò che esse erano: il carattere, la cultura, l'esperienza. Mettevo al primo posto la coerenza fra quello che siamo e quel che facciamo. Non immaginavo la possibilità che si potessero avere in mente dei secondi fini. Credevo nella parola data e soprattutto in quella mantenuta. Addirittura, non ipotizzavo l'esistenza di persone cattive: il male, secondo me, era dovuto all'ignoranza perché chiunque desidera e si comporta in modo tale da perseguire ciò che ritiene sia il bene. Anche il ladro che mi rubò la macchina - ero pronto a giustificarlo, anche se sporsi denuncia - probabilmente aveva bisogno di farlo, non trovando - immagino - un lavoro onesto, per mangiare.  Ero un idealista e le mie posizioni erano certo estreme, ma che vuoi farci se allora, e a volte anche adesso, la pensavo così. Non ero un ingenuo e avevo già avuto anch'io la mia parte normale di delusioni e di fregature

Peter Pan all'ospedale

Nella piazzetta ormai divenuta familiare per le battaglie con i coriandoli, dopo una lunga attesa per il vestito di carnevale introvabile, sabato Dodokko aveva finalmente potuto indossare la sua maschera di Peter Pan. Aveva combattuto con una spada rosa con tutti i bambini che aveva incontrato e che avevano armi come la sua: un palloncino tubolare gonfiato da un clown di strada e acquistato per un euro. Dodokko si sentiva forte come un leone nel suo abito verde e io ero quasi più felice di lui nel vederlo tanto allegro e combattivo, mentre dava vita al suo sogno sull'Isola che non c'è. Siamo rimasti a giocare in piazzetta fino a sera e poi, dopo una giornata di gloria, siamo tornati a casa. Dodokko ha cenato con un grande appetito e, poco dopo, siamo andati a dormire. Verso le due i primi colpi di tosse, un rumore gutturale mai udito prima, e la febbre a 38 e mezzo. Sciroppo antipiretico e il giorno dopo contattiamo la pediatra, la quale ci dice di passare in ospedale, dove è d

Mio figlio-l'ape

Il carnevale è appena finito Mio figlio si è tolto il vestito da ape quello con la pancia grossa Già quest'anno gli andava corto la prossima volta non lo metterà di certo Alla sfilata dei carri mio figlio-l'ape si è divertito è volato di fiore in fiore da Paperino a Biancaneve dai sette nani a Winnie the Pooh Ha toccato con le sue mani i suoi personaggi preferiti almeno per una volta in carne ossa stoffa e carta-pesta E fra le strade che conosce Il sorriso la contentezza l'imbarazzo la timidezza il desiderio il coraggio qualche volta la paura di osare La stanchezza alla fine di una giornata gloriosa La felicità nei suoi occhi la felicità che si può vedere ma che non si riesce a dire La sua felicità accanto alla mia la felicità perduta chissà quando e ritrovata troppo tempo dopo Mio figlio-l'ape me l'ha portata senza che glie l'abbia mai chiesta Come un'ape generosa che regala miele e qualche volta senza nemmeno pungerti ti fa uscire una lacrima. (2010)