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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Tre secondi, anche meno

Domenica siamo andati a raccogliere le nocciole con un gruppo di persone che organizza questo tipo di escursioni, un po' alla moda ormai, "a contatto con la natura e alla ricerca dei sapori di un tempo", come quella di giugno nella quale andammo per  fragole . Ebbene, adesso non voglio parlare davvero di frutta secca, anche perché ne abbiamo trovata poca, la maggior parte infatti erano gusci vuoti, né del fatto che, mentre i bambini frugavano nel terreno fra le foglie dei noccioli, io a un certo punto mi sono messo a cercare la cicoria. Racconterò invece una scena, a cui ho assistito e che sarà durata non più di tre secondi, e che in un lampo ha rimandato i miei pensieri a un episodio avvenuto la scorsa estate. La scena è questa e a prima vista può sembrare banale: si è formata una piccola fila fra i partecipanti alla raccolta e a un certo punto il bambino piccolo, che mi precedeva, ha dato la mano a una signora che non conosceva. Non si è accorto dell'equivoco né lui

E' stato come avrei voluto aspettarmi che fosse

L'immaginazione si mescola alla realtà in ogni viaggio che si rispetti. Non solo nelle aspettative, non soltanto nei luoghi dove si vorrebbe tornare. Che non corrispondono più, ormai, a quelli del passato, né i luoghi né i ritorni stessi, perché tutto è cambiato, perfino noi stessi che spesso e volentieri ci crediamo ancora quelli di una volta. E ovviamente anche gli altri, che rincontriamo dopo un po' di tempo, sono diventati tutt'altro da prima. I luoghi e le persone, riviste a distanza di anni, non sono più quelli di prima, ma altra cosa, quasi sempre deludente, perché nella memoria tutto ha una dimensione idilliaca e, sarà come sempre per istinto di conservazione, ricordiamo soprattutto la parte buona degli avvenimenti, mentre rimuoviamo quella negativa, eppure ce ne saranno stati di lati oscuri nelle situazioni che ci sono capitate, almeno quante quelle che intravediamo nel presente con cui facciamo i conti. Dicevo della realtà e dell'immaginazione che si mescolano

E poi c'era questo ballo di rondini

Andiamo a pescare quasi ogni mattina. Il bambino grande entra in camera e mi sveglia. Facciamo colazione e poco dopo siamo già in spiaggia. I primi ad arrivare, mentre il sole inizia a spuntare dal mare e a brillare su quel gigante azzurro ancora addormentato. Sappiamo di avere poco tempo per fare tutto, perché di lì a poco, in una o al massimo due ore, siamo diventati degli esperti in questo, l'acqua si incresperà, come succede tutti i giorni. E noi vogliamo approfittare di quella calma provvisoria non solo per pescare, che non vuol dire necessariamente prendere dei pesci, ma fare qualcosa insieme o farne una mentre chi sta vicino ne fa un'altra, contribuire in definitiva a qualcosa, e intanto parlare, andare e tornare, guardare l'orizzonte da una parte e la costa dall'altra, e osservare, in mezzo, le profondità che mutano sempre, la sabbia bianca e le secche vestite di posidonia, accorgerci di un movimento improvviso, in terra o in cielo o nell'acqua, nella monoto