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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Passaggi

"Passaggio": mi gira per la testa questa parola oggi, mentre sono in viaggio su un treno metropolitano, che ogni cinque minuti passa e si ferma in una stazione sempre diversa ma tutte le volte così uguale a quelle che l'hanno preceduta. "Passaggio": un termine che mi fa pensare al tempo per due motivi. Il primo, il più ovvio, è che, per passare da un punto a un altro, un oggetto ha bisogno di tempo. Fosse pure di una frazione di secondo, il passaggio avviene in uno spazio e impiega un certo lasso di tempo per compiersi. Il secondo ha a che vedere con la connotazione che il termine "passaggio" assume con l'età: quello dei bambini è un tempo che va a rilento e che non corre, come invece fa quello degli adulti. Ma dirò di più: i bambini non pensano affatto al passare del tempo o, perlomeno, non approfondiscono quel barlume di pensiero che ogni tanto può far capolino nei loro cervelli.  Quando ero bambino, il passaggio per me non era per niente tutto q

Voglio veder volare un aquilone

"Il suo corpo nudo contro la notte, contro i miei fantasmi. E' più in alto di me, è ferma e lucente come una statua di bronzo. E quel pensiero mi raggiunge come l'unico che esista. - Facciamo un figlio. L'ho colta di sorpresa. Sorride, sbuffa dal naso, alza le sopracciglia, si gratta una gamba, una sequenza di piccole manifestazioni di disagio. - Fatti togliere la spirale - Stai scherzando? - No. E sento che vorrebbe non aver capito. Siamo marito e moglie da dodici anni, e non abbiamo mai sentito il bisogno di qualcosa che si aggiungesse a noi. - Lo sai che non ci credo... - In cosa non credi? - Non credo nel mondo Cosa stai dicendo? Che mi frega del mondo, di tutta quella carne anonima. Sto parlando di noi. Del mio piccolo uccello, della tua piccola cosa. Sto parlando di un puntino. Di una lucciola nel buio. - Non me la sento di mettere un figlio in questo mondo... Ti stringi le gambe, ti fai piccola e vorresti essere uno scarafaggio per andartene via lungo il muro. E

Cosa combina Gesù Bambino?

Sulla strada verso casa, al ritorno dalla passeggiata e dalla spesa, sabato mattina Dodokko e io passiamo davanti a una chiesa. Mio figlio riconosce subito il cancello anonimo che, prima di immettere nell'edificio, fa compiere ai fedeli un lungo giro all'interno di un giardino, e mi dice, testualmente: "Papà, andiamo a vedere cosa combina Gesù Bambino?". E così entriamo nel luogo sacro: una grande sala rettangolare, con due file di sedie a quell'ora vuote e inginocchiatoi reclinabili, separati da un corridoio centrale che dalla porta va dritto verso l'altare. Anche se non disturbiamo con la nostra presenza, Dodokko mi consiglia saggiamente di parlare in silenzio mentre lo percorriamo velocemente, ma vicino alla lastra di marmo, dove non c'è nessuno a officiare la messa, c'è soltanto una statua di San Nicola e un Gesù crocifisso. Nessun Gesù Bambino, nemmeno ai lati delle navate, neanche un ritratto su quei muri azzurro-grigi. Soltanto le scene consuet

E lo chiamano disordine

Hai gettato sul letto i tuoi vestiti, alla rinfusa. Quelli sudati con cui hai corso tutto il giorno. E sei andato velocemente di là, ad aprire il libro che ti hanno appena regalato. C'è chi penserebbe subito al disordine. Ma è impazienza la tua. Sei concentrato su te stesso e la tua mente ha spazio per una sola idea alla volta. Un unico pensiero, per un solo istante, anche se spesso rapidamente rimpiazzato da un altro che ti fa dimenticare il primo.  Un pensiero per volta. Tanti pensieri, ravvicinati e che si autoescludono. Non è disordine, quello dei bambini, né confusione. Ma concentrazione che, per quanto duri, in quel tempo non può avere occhi per altro. E' il tempo vissuto nella sua pienezza, un dialogo a tu per tu col proprio mondo dove non esistono altri interlocutori. E' un tempo invidiabile quello dei bambini. E i loro pensieri, anche se non hanno un ordine 'logico', non sono disordinati. Il loro tempo non è prestabilito e non è fatto di scadenze, di 'p

Esiste un modo migliore per crescere i figli?

Tiro le somme, dopo l'esperienza dell'ospedale: Dodokko non lo manderemo più all'asilo fino a settembre. Abbiamo deciso di fare così per rafforzarne la salute, dato che lì si ammalava in continuazione. Vorremmo che non prendesse nemmeno un raffreddore, almeno fino alla fine dell'estate. Nel frattempo, siamo alla ricerca di una persona che venga a casa e che si occupi dei bambini assieme a mia moglie, fino a quando lei non dovrà riprendere il lavoro dopo il periodo di astensione per maternità. Dall'autunno in poi, mentre noi genitori saremo al lavoro, questa persona dovrebbe badare soprattutto al neonato ed eventualmente anche al primogenito, quando per qualsiasi ragione non dovessimo mandarlo a scuola per un certo periodo. Questa persona comporterà dei costi. Non solo economici, ma soprattutto legati all'accettazione, da parte nostra, che sia lei - e non noi - a seguire per un bel po' i nostri figli. Anche questi ultimi dovranno farsi carico di tali costi, p

Buonanotte

Il sonno è un argomento strano, niente affatto scontato e molto complicato: c'è chi dorme bene e chi male, chi poco e chi tanto, chi si sveglia spesso e chi tira lungo, senza interruzioni. C'è chi non dorme mai, nemmeno quando è a letto con gli occhi chiusi. E c'è anche chi dorme in piedi. Come c'è chi dormiva quando doveva essere sveglio. E chi era vigile quando sarebbe stato meglio che dormisse. Ci sono gli anziani, che dormono pochissimo e si svegliano alle 5 del mattino, e gli adolescenti che, dipendesse da loro, dormirebbero fino a mezzogiorno. Ci sono poi i neonati, che dormono complessivamente tante ore nel corso della giornata, ma che si svegliano spesso e con una frequenza e una puntualità da orologio svizzero. E ci sono, infine, i genitori di questi bambini, che si sono darwinamente evoluti, tanto da aver adattato, fin dal primo vagito, il ritmo delle proprie veglie e dei propri sonni a quelli dei loro pargoli. Uno fa presto a dire "buonanotte", ma n

Ma lo sai che sei proprio bellissima...

La spontaneità di dire subito ciò che neanche si pensa ancora (perché pensare è troppo lungo: significa elaborare, considerare, soppesare, fare confronti, in una parola: riflettere), ma quel che passa appena per la mente. Questo sono i bambini. "Aprire la bocca e dar fiato" - diremmo - o "la bocca della verità"...ma non so se la verità appartiene alle cose dette e che hanno sfiorato appena la mente (forse sì!) oppure all'analisi filosofica (probabilmente no!). La verità sta nell'immediatezza, nella schiettezza, nella sensazione, come quando ci si scotta e si grida "ahi" o quando arriva la primavera e i prati si riempiono improvvisamente di margherite. Dolore e margherite non pensano, ma escono fuori alla prima occasione, col fuoco e col sole e questa sola è la verità che conta, non le teorie sui processi chimico-sensoriali, né le dinamiche biologiche che portano alla fioritura.  Sabato eravamo in pizzeria con Dodokko e lui era eccitato per il fatto

Educazione: se la madre-tigre ruggisce

Cosa conta di più: la felicità dei figli o la loro affermazione nella società? Si può sacrificare alla carriera - anche a quella scolastica - di un bambino e di un futuro adulto, ogni minimo divertimento, qualsiasi minuscola distrazione, un'eventuale piccola gioia extra-curriculare? L'inizio dell'anno si è aperto negli Usa con un acceso dibattito attorno a questi temi e sul tipo giusto di educazione da impartire ai ragazzi. Ad accendere la miccia, le dichiarazioni di un'insegnante di Yale, la sino-americana Amy Chua, la quale sul Wall Street Journal ha candidamente raccontato, in un saggio intitolato  Perché le madri cinesi sono superiori  – estratto dal suo libro appena pubblicato  Inno di battaglia della madre tigre –,  i metodi da lei utilizzati per fare eccellere i figli nelle varie discipline scolastiche, nonché nel pianoforte e nel violino: un sistema educativo crudele, dove sono ammesse perfino punizioni, insulti e deprivazioni pur di raggiungere gli obiettivi pr

Educazione: quanti pregiudizi, teorie e luoghi comuni

In quanti pregiudizi, teorie e luoghi comuni ci si imbatte quando ci sono di mezzo i figli e la loro educazione. Ne ho parlato ieri nell'altro mio blog Piccolo il mondo , ma desidero che anche i lettori di FiglioPadre condividano il brano tratto da McEwan lì citato.   Ecco allora alcune sorprendenti, discutibilissime, teorie accreditate sull'infanzia negli ultimi tre secoli: "Nessun campo speculativo poi offriva più ricche opportunità di apparire pratico, quanto quello che si riferiva all'educazione dei figli. Stephen si era letto tutto il materiale al riguardo, gli estratti compilati dal dipartimento di Canham. Da tre secoli generazioni di esperti, preti, filosofi etici, sociologi e medici - per lo più uomini - profondevano suggerimenti e realtà sempre nuove a beneficio delle madri. Non ce n'era uno che dubitasse dell'assoluta verità del proprio giudizio; ciascuna generazione era certa di aver toccato il culmine del buon senso e dell'introspezione scientif