"Passaggio": mi gira per la testa questa parola oggi, mentre sono in viaggio su un treno metropolitano, che ogni cinque minuti passa e si ferma in una stazione sempre diversa ma tutte le volte così uguale a quelle che l'hanno preceduta. "Passaggio": un termine che mi fa pensare al tempo per due motivi. Il primo, il più ovvio, è che, per passare da un punto a un altro, un oggetto ha bisogno di tempo. Fosse pure di una frazione di secondo, il passaggio avviene in uno spazio e impiega un certo lasso di tempo per compiersi. Il secondo ha a che vedere con la connotazione che il termine "passaggio" assume con l'età: quello dei bambini è un tempo che va a rilento e che non corre, come invece fa quello degli adulti. Ma dirò di più: i bambini non pensano affatto al passare del tempo o, perlomeno, non approfondiscono quel barlume di pensiero che ogni tanto può far capolino nei loro cervelli. Quando ero bambino, il passaggio per me non era per niente tutto q
appunti di viaggio di Cristiano Camera