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Visualizzazione dei post con l'etichetta acqua

I nuotatori

"Forza, che ce la facciamo anche oggi". Dico così, quando lo incrocio, a un mio conoscente che incontro spesso al parco, commentando il caldo che questo pomeriggio colpisce sia noi che i nostri cani, tutti i giorni a passeggio su prati ormai arsi dal sole. Lui mi risponde con un consiglio, quello di portare, quando ho tempo, Spot al lago, in un posto allestito per i cani, dove può fare il bagno. Al che gli confesso le mie resistenze riguardo i laghi, gli dico che li trovo luoghi con poca ventilazione, perché spesso sorgono all'interno di una conca, a volte, come quelli vicino Roma, nel cratere di un vulcano spento. "E poi - aggiungo - non mi piacciono i posti cinocentrici, dove tutto ruota attorno al nostro amico a quattro zampe, e dunque non c'è spazio per le persone, almeno per quelle intenzionate a rilassarsi e a godere un po' del fresco anche loro".  Obietta che il lago di cui mi sta parlando "è ventilato, si sta bene, meglio che al mare". ...

Con tutta l'acqua che scorre sopra il letto del fiume

"Cosa te lo ha fatto venire in mente?", mi ha chiesto una mia amica. "Perché ' Quell'appagante ignoranza spacciata per sapienza '?". "E' una riflessione nata dopo aver letto il racconto di Anton Zimmerman 'Con tutta l'acqua che scorre sopra il letto del fiume'. Non so se conosci questo autore. Ha scritto 'La mescolanza' e a me è piaciuto molto. Le sue storie sono spesso da interpretare. Anche se lui, nel corso della narrazione, propone numerosi spunti e concetti chiave, e anche proprie riflessioni, che il lettore può decidere di condividere o meno.   Il tema del racconto è quello della fine di un presunto amore e accenna soltanto (gli interessa che il lettore intuisca e non che sappia esattamente come siano andate le cose) all'opposta concezione che i due protagonisti hanno di questo sentimento, con lui che lo considera pieno di implicazioni e di promesse da mantenere, mentre lei lo ritiene qualcosa di poco impegnativo, ...

Quell'appagante ignoranza spacciata per sapienza

E' stato durante una recente passeggiata lungo il fiume, che hanno preso vita i pensieri che mi accingo a scrivere. E anche adesso, nel momento stesso in cui lo faccio, so di non essere esente da ciò che sto per dire. Qualsiasi affermazione, non fosse altro che per il fatto di essere parziale, contiene un margine di errore. Non esiste una frase, non un giudizio, che possa esser considerata giusta al cento per cento. Da una parte siamo ignoranti, dall’altra presuntuosi, da un’altra ancora distratti oppure illusi, inconsapevoli, incoscienti. Ma è quando mostriamo opportunismo che le cose precipitano.  Non mi riferisco a quella qualità, che il più delle volte è considerata un difetto, di saper cogliere un’opportunità, un’occasione, per sfruttarla a nostro vantaggio. Penso piuttosto a chi è opportunista del modo di parlare, a chi, dopo averla decostentualizzata, sfrutta quella certa parola per ottenere una ragione che altrimenti non avrebbe mai. Prendi un termine, estrapolalo dalla fra...

Fine estate

  "Nessuno ci ha regalato niente. E' inutile farci illusioni". "Non capisco perché devi sempre mettere in discussione tutto". "Siamo stati per due settimane in questo posto che si chiama 'Sentiero del paradiso', ma non mi è sembrato affatto il luogo della felicità". "Ma la felicità non è fatta soltanto di momenti felici. La felicità si costruisce, non piove dal cielo". Era l'ultimo giorno di vacanza e già erano con la mente dove si sarebbero separati. Lui vedeva tutto nero ed era disposto a cancellare ogni istante di felicità appena trascorsa pur di non provare nostalgia, per evitare di pensare all'imminente futuro che lo attendeva. Tutto o niente, si diceva. E il niente era ciò che in lui prendeva sempre più corpo. Lei invece considerava i giorni come un momento passeggero e sapeva accettarli per quello che erano. I giorni terminavano, l'uno dopo l'altro, soprattutto quelli brutti, ma era il suo sguardo su di essi a p...

Il pescatore

Solo, sulla sua barca, il vecchio ogni tanto si spostava di qualche metro, prima verso ovest e poi verso est, quando capiva che nel punto dove si era fermato non abboccava neanche un pesce. Portava una sciarpa arrotolata attorno al collo, nonostante non facesse freddo. E non aveva un cappello che lo proteggesse dal sole, che, oltre lui, colpiva in pieno anche noi, mentre lo guardavamo dalla spiaggia. Un cane sonnecchiava contento per quel tepore del primo mattino. L’altro, invece, sempre all’erta, non si sa mai che un pesce guizzasse all’improvviso fuori dall’acqua e gli piovesse direttamente in bocca. Si spostava, il vecchio, inseguendo pesci che non vedeva. E nel farlo era come la corrente silenziosa e che scorreva fluida sotto la sua barca, mentre anche il sole, che sa essere discreto e sfrontato al tempo stesso, a sua volta lo seguiva, così come avevano fatto per un poco i nostri occhi. Poi, è successo che del pescatore ci siamo dimenticati. Da un momento all’altro non abbiamo più ...

Un bacio sulle tue debolezze

Prima di chiudere definitivamente l'argomento che riguarda l' idea sbagliata dell'acqua , mi voglio occupare per l'ultima volta di un commento che ho ricevuto per questo post. Il lettore che me lo ha mandato sostiene, in sintesi, che, quando interviene, il sentimento degenera la bellezza del momento. Mi sono sentito colpito e ferito da tale tipo di concezione, che nell'amore intravede un intruso pronto a guastare la festa. E, in maniera inusuale, mi sono dilungato nella riposta che segue quel suo intervento.  Vorrei adesso che leggesse, se non lo ha mai fatto, una poesia di Alda Merini, che parla di sensualità e di corpi, ma nella quale prevale un sentimento talmente potente da esaltare al massimo, altro che degenerarlo, il momento del fare l'amore.  E poi fate l’amore.  Niente sesso, solo amore.  E  con questo intendo  i baci lenti sulla bocca,  sul collo,  sulla pancia,  sulla schiena,  i morsi sulle labbra,  le mani intrecciate,...

L'idea sbagliata dell'acqua

L’idea dell’acqua è sempre sbagliata: non c’è modo di parlarne senza incappare in qualche errore. Il fatto è che si tratta di un fluido, dunque di qualcosa che non può restare fermo, neanche per un attimo, nemmeno per il tempo di definirla. Perfino uno stagno non è statico, sia perché la pioggia lo alimenta e sia perché il sole lo fa evaporare. Ricordo quando, tempo fa, vidi l’Arno: era un fiume senza direzione talmente pareva immobile, mentre, senza accorgermene, la corrente lo traportava verso il mare. Ero io a essere rapito dall’istante, a non badare al corso dell’acqua, al suo istinto innato di sfociare altrove, lontano da me.  A proposito di un’altra occasione e di un altro fiume, il Tevere, quella volta più gonfio del solito a causa della pioggia dei giorni precedenti, dicevo altrove che “non c’è differenza di acqua tra un fiume e un oceano, perché il primo è il preludio del secondo, e senza l’uno non potrebbe esistere l’altro... Non capire che il fiume è la stessa cosa del ...