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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Per un pugno di riso

Ho appena letto questo libro tanto famoso,  Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, la storia di un viaggio in moto, agli inizi degli anni '70 attraverso gli Stati Uniti, di un padre e un figlio, nella quale però prevalgono nettamente le riflessioni dell'autore attorno alla cosiddetta Metafisica della Qualità sulla vera e propria narrazione avventurosa 'on the road'. A parte qualche spunto filosofico interessante e meno complicato di altri, che ho trovato qua e là nel volume, mi ha colpito molto l'aneddoto che Robert Pirsig usa per parlare della 'Rigidità dei valori', il racconto di come vengono cacciate le scimmie in India: "La trappola consiste in una noce di cocco svuotata e legata a uno steccato con una catena. La noce di cocco contiene del riso che si può prendere attraverso un buco. L'apertura è grande quanto basta perché entri la mano della scimmia, ma è troppo piccola perché ne esca il suo pugno pieno di riso. La scimmia i

L'eredità di Telemaco

Ereditare non significa ricevere passivamente. Sia che ci si riferisca a beni come immobili o soldi e sia che si tratti della cosiddetta (più immateriale?) 'eredità culturale', non siamo scatole vuote pronte all'occorrenza a essere riempite. Chi eredità per davvero è colui che fa suo e combatte per avere ciò a cui ha diritto e che dunque gli spetta. Questa operazione di appropriazione è esclusivamente attiva, anzitutto perché l'erede, per essere tale, - come fa notare Massimo Cacciari - è principalmente un orfano , una persona che si scopre improvvisamente  abbandonata e dunque non può che contare esclusivamente sulle proprie forze per  guadagnare quanto gli è stato lasciato: il passato del padre e la propria relazione con lui. Telemaco, il figlio di Ulisse - tornato alla ribalta perché citato la settimana scorsa dal presidente del Consiglio nel suo discorso al Parlamento europeo -, abbandonato, dopo essere appena nato, dal padre che deve andare a combattere a Troia,

Devono fare ciò che diciamo noi

Tutto bene, la fine della scuola. Ottimi voti, anche in materie di cui, secondo me, il figlio grande non conosce neanche l'esistenza. Probabilmente, in prima elementare conta soprattutto l'approccio e la propensione per lo studio che si dimostra di possedere, non ciò che si è realmente appreso.  Adesso sta frequentando un centro estivo. Una volta - mi ha fatto notare il fornaio - c'erano i nonni a tenere i bambini durante le vacanze, almeno finché i genitori non prendevano le ferie. Adesso ci sono questi posti, che sono un po' il proseguimento, senza discontinuità, della scuola e un po' un circolo ricreativo. Un 'divertimento impegnativo', si potrebbero definire: in questo posto dove lo accompagno tutti i giorni, il figlio grande gioca, recita e fa molto sport, fra cui un corso di nuoto. Io so che è felice di andarci, perché lo vedo sorridere quando il pomeriggio vado a prenderlo e mi racconta, non senza entusiasmo, delle cose che ha fatto.  Però, tutte le m