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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

'Genitore': quando una parola non conta niente

Un papà italiano che vive a Londra e che è sposato con un altro uomo assieme al quale ha un figlio nato grazie alla maternità surrogata e di cui si occupa a tempo pieno: ho conosciuto Marco attraverso il suo blog  The Queenfather , di cui  ho parlato a novembre . E' una persona straordinaria, profonda e al tempo stesso ironica, e anche a lui ho domandato quale sia la sua idea di genitore. Quella che segue è la sua risposta, originalissima sia nel contenuto che nella forma con la quale è scritta. "Nel Dizionario Italiano Online, sotto la voce ‘genitore’ c’è un tassativo: chi genera o ha generato, padre o madre. Neanche una postilla per chi i figli ce li ha grazie all’adozione (per dirne una...). Non mi sono dato per vinto. Ho consultato il Dizionario Italiano Online della Hoepli, rimettendomi all’autorevolezza tutta laica della grande casa editrice. Sotto la voce ‘genitore’ trovo di nuovo ‘chi genera o ha generato, padre o madre'. Come se non bastasse poi, la tranvata ‘Per

Quando genitore è...insegnare a un figlio a volare

"Soprattutto io sono mamma, anche se il mio bambino non è ancora con me. Ho un pancione adottivo enorme perché ormai attendo da tanti anni, da troppi anni. Il mio bimbo potrebbe trovarsi in Vietnam, se lo troverò tramite l'adozione internazionale, e proprio ora, in questo momento, piangere perché non ha una mamma vicina che lo sta coccolando come solo io saprei fare, oppure potrebbe essere in Italia se lo troverò con l'adozione nazionale, e in questo caso potrebbe stare sorridendo con qualcuno che non sono io, che non si addormenterà pensando a quel sorriso, né si prodigherà per ricercarlo di nuovo domani. Mio figlio mi aspetta e io impazzisco per trovarlo. E questo è tutto".  Sono parole che mi hanno colpito particolarmente queste che Plotina ha scritto nel suo blog Mamma in divenire . Soprattutto perché incontro spesso persone che alla mia domanda "che cos'è un genitore" mi rispondono "colui che 'genera' un figlio", una risposta che r

Non è vero che i gemelli non possano essere allattati al seno!

Vedi come sono  coscienziosi  quelli della Chicco: anche loro  nello  spot del nuovo poppatoio Step Up  non mancano di ricordare  (così come fanno tutte le aziende produttrici di sostituti del latte materno)  che "l'allattamento al seno è sempre consigliato". Però, aggiungono, quando ciò " non è possibile  (ad esempio nel caso di due figli gemelli, come quelli mostrati ad hoc nel filmato), è importante fare la scelta più  naturale ...il biberon che  si adatta  al progresso dei piccoli per  il loro benessere ". Aicpam, Babyconsumers, Ibfan Italia, Il Melograno, La leche League Italia e Mami, in un comunicato congiunto, hanno definito questa della Chicco "la pubblicità più aggressiva di alimentazione artificiale trasmessa in Tv negli ultimi anni" e hanno sottolineato ancora una volta quanto "le normative attuali siano insufficienti a proteggere l’allattamento da scorrette pratiche di marketing dei sostituti del latte materno, biberon e tettarelle&qu

La vita lunga un giorno

Da solo non avrebbe senso: sono necessari due occhi che ti guardano e tu che ti specchi in questi piccoli, amati pezzi di vetro per comprendere tutta la vita che ti passa davanti, la tua, così come quella di chi ti sta di fronte. Il passato, che ricordi male, e il domani, che ancora non conosci, all'improvviso trasparenti, come la foglia in controluce.  La pianta che alla fine il sole prosciuga, ma che, fintanto che è viva, è fonte sorprendente di colori: verde d'erba, in ogni sua possibile declinazione, dal blu invernale al giallo dell'estate, dal nero notturno al rosso autunnale, con tutta la gamma di variazioni esistenti, minuto dopo minuto, dall'alba al tramonto, la luce che segue il giro della Terra, le ombre che prima si accorciano e che dopo tornano lunghe, le latitudini e le stagioni. Due vetri per riflettere te stesso e per guardarvi attraverso, per dire ciò che siamo stati e quel che saremo. Avrei voluto abbracciarti forte e trattenerti più a lungo, il giorno

Sylvia Plath o la proibizione di soffrire

Sto leggendo con mia grande meraviglia uno dei libri 'fondamentali' sull'infanzia: La persecuzione del bambino , di Alice Miller, la celebre psicanalista e divulgatrice che, a un certo momento della sua vita - quando si accorse che "la teoria e la pratica psicanalitica mascherano o rendono irriconoscibili le cause e le conseguenze dei maltrattamenti infantili, tra l'altro qualificando come fantasie quelli che invece sono fatti concreti" - decise di uscire dall'Associazione internazionale di psicanalisi.  "Gli studi filosofici, la formazione psicanalitica e l'esercizio della professione di analista mi impedirono per lungo tempo di rendermi conto di molti fatti - racconta la Miller -. Riuscii a poco a poco a scoprire la mia storia, fino a quel momento rimasta nascosta, solo quando fui disposta a eliminare la mia rimozione, a liberare la mia infanzia dalla stretta gabbia delle convinzioni pedagogiche e della teoria psicanalitica, allorché rifiutai l&

Inganno

Nelle vesti di un innocuo e insospettabile vecchietto, il galeotto Jafar si offre di aiutare Aladdin a evadere dalla prigione se questi lo aiuterà a prendere la Lampada magica nella caverna della Dea Tigre. Inoltre, se il ragazzo porterà a termine la sua missione, riceverà una ricompensa . Così, Aladdin oltrepassa le fauci dell'animale e, non senza difficoltà, prende la Lampada del Genio. Aiutato da un tappeto volante, risale la scalinata fino alla bocca della grotta e porge l'oggetto magico a Jafar, il quale, mentre lo riceve gli grida, cercando di colpirlo a morte con una pugnalata: "Ecco la tua ricompensa eterna". Per fortuna interviene la scimmietta Abu, la quale, mordendo il braccio del vecchietto, evita al ragazzo di essere accoltellato. Questa, appena descritta, è la scena preferita da Dodokko del cartone animato Aladdin, appena arrivato a casa nostra assieme all'immancabile libro, e quella sulla quale mio figlio si sofferma maggiormente. "Ecco, Jafar