Non l'ho mai amata molto perché l'ho frequentata poco, la montagna. Le ho sempre preferito il mare e, idealmente, perfino la campagna. In montagna d'inverno fa freddo e per le vacanza estive il mare è qualcosa di irrinunciabile. Gli orizzonti marini, che ho citato tante volte in questo blog, mi hanno sempre attratto per il mistero che celano: sono un bisogno infinito e mai appagato, una meta ambita e mai raggiunta. Ancora acqua, dopo tanta acqua. Acqua che sfuma in altra acqua. Colori che cambiano in un viaggio che non termina mai. Il mare è sete che non si può placare con l'acqua di cui è composto. Le montagne, invece, sono punti stabili dello sguardo verso l'orizzonte. Sono la possibilità di fermarsi e riposare. Eppure, osservandole così, sommerse dalla neve e avvolte nella nebbia, sono come isole galleggianti in un mare lattiginoso. Fra loro concatenate, terminano l'una nell'altra e la loro continuità è infinita. Proprio come l'acqua del mare. I bamb
appunti di viaggio di Cristiano Camera