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Montagne innevate

Non l'ho mai amata molto perché l'ho frequentata poco, la montagna. Le ho sempre preferito il mare e, idealmente, perfino la campagna. In montagna d'inverno fa freddo e per le vacanza estive il mare è qualcosa di irrinunciabile.  Gli orizzonti marini, che ho citato tante volte in questo blog, mi hanno sempre attratto per il mistero che celano: sono un bisogno infinito e mai appagato, una meta ambita e mai raggiunta. Ancora acqua, dopo tanta acqua. Acqua che sfuma in altra acqua. Colori che cambiano in un viaggio che non termina mai. Il mare è sete che non si può placare con l'acqua di cui è composto. Le montagne, invece, sono punti stabili dello sguardo verso l'orizzonte. Sono la possibilità di fermarsi e riposare. Eppure, osservandole così, sommerse dalla neve e avvolte nella nebbia, sono come isole galleggianti in un mare lattiginoso. Fra loro concatenate, terminano l'una nell'altra e la loro continuità è infinita. Proprio come l'acqua del mare. I bamb

Natale

Il giorno in sé è piuttosto antipatico, una forzatura sotto tanti aspetti, a partire dalla quantità dei pasti e dalla loro elaborazione, dagli avanzi, dai regali, fatti, ricevuti e riciclati, spesso tanto attesi quanto deludenti, e dalla compagnia, dovuta se non addirittura imposta. Non ricordo un 25 dicembre senza discussioni, senza rancori fino a ieri assopiti e adesso risvegliati, nelle famiglie che si allargano solamente per l'occasione di una ricorrenza, un cenone o un pranzo, dopodiché arrivederci e grazie, al prossimo anno, fortuna che è finita pure 'sta festa del cavolo.  Telefonate, sms, e-mail, fra persone che per 365 giorni non si sono rivolte un saluto, ma adesso è Natale e siamo tutti più buoni, e le lettere ben auguranti per le feste si fanno, si ricevono e si ricambiano, anche fra gente che non si conosce o di cui ci si è dimenticati. Ci sono poi i silenzi, gli auguri che si scordano o non si vogliono fare, anche questo è un messaggio, una specie di vendetta nean