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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

La felicità

Una di quelle domande a cui, su due piedi, non si sa come rispondere: "Papà, che cos'è la felicità?". L'argomento è talmente soggettivo, uno può essere felice per qualcosa che magari non interessa affatto a un altro o che quest'ultimo addirittura disprezza. E allora, che raccontare a un figlio, che per me la felicità è l'occasione di un sorriso, tanto inaspettato quanto improvviso, che può capitare un giorno qualsiasi nel bel mezzo del trambusto assurdo dell'esistenza? Oppure, che la felicità è quando si accorcia la distanza, quasi sempre insormontabile, fra il dove sono e i tanti dove vorrei essere? Dirgli, per esempio, che non mi basta il tempo che ho per fare ciò che vorrei? Che la vita assieme è soltanto lo scarto, solamente questo, di ciò che ci resta al termine della giornata? Parlargli della mia infelicità, un sentimento in definitiva non più grande, né avvertito con più forza, di quello di ogni altro essere vivente, ma che rimane pur sempre il solo

La mela rubata

A volte ho l'impressione di non andare troppo lontano. Di viaggiare e, allo stesso tempo, di restare ai nastri di partenza. Vi sono cose che si ripetono, a distanza di generazioni. I figli che rifanno le cose già fatte dai genitori e questi ultimi che hanno già riprodotto una realtà che li aveva preceduti. E' tutto un girare intorno, mi pare, e credo sia inutile farsi illusioni di progressi storici o, almeno, generazionali. Anche se indubbiamente esistono delle variabili e i contesti mutano, quel che conta è l'imprinting, e questo è innato o quasi, ed è come gli occhi della madre che per la prima volta incontrano quelli del figlio appena nato e vi si piantano dentro, mettendo delle radici che subito scavano e vanno a terminare chissà dove, nella terra come nell'anima. Assieme a certe doti, ci hanno trasmesso - e a nostra volta regaliamo generosamente - il ripetersi degli errori e, anche quando ce ne accorgiamo e saremmo in tempo per metterci in salvo, non sappiamo evita

Il racconto del mare

Qualche settimana fa è volato sulle stelle Neil Armstrong, il primo uomo ad aver messo piede sulla luna, l'astronauta del celebre commento: "Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità". C'è chi ha messo in discussione, con prove 'schiaccianti', l'allunaggio del 1969 e chi invece non ha mai dubitato che l'Aquila della missione Apollo 11 abbia effettivamente posato gli artigli sulla base della Tranquillità. Tutto ciò mi importa ben poco, perché, se è indubbio che calpestare il suolo lunare, se ciò è veramente accaduto 43 anni fa, sia stata un'impresa senza precedenti, penso che di cose straordinarie, di piccoli, grandi passi se ne compiano tutti i giorni e, senza spingersi troppo lontano, anche sulla terra, dove la vita è sufficientemente complicata e non è per niente paragonabile a una linea retta oppure circolare - come pensano i tanti che credono che tutto sia programmabile e dunque immediatamente attuabile, la realtà