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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Quinta lettera: ricevere (in prestito) e restituire

Tanto tempo fa sentii questa frase che mi colpì molto e che suona più o meno così: "Tutto ciò che possediamo lo abbiamo ricevuto in prestito". Ancora oggi non mi sono fatto un'opinione netta riguardo questa affermazione. Non so decidere, infatti, se essere d'accordo oppure in contrasto, in particolare con le implicazioni che derivano da una simile posizione. Soprattutto alla luce di una cosa di cui, al contrario, sono assolutamente convinto, e cioè che tutto quel che abbiamo, preso in prestito o non, un giorno dovremo comunque restituirlo o, per lo meno, consegnarlo ad altri. Non credo che tutto, ma proprio tutto, ci venga dato o che lo riceviamo grazie al contributo di altre persone. Alcune cose, infatti, riusciamo a conquistarle soltanto per la nostra determinazione e con le nostre forze e capacità, spesso soltanto dopo essere riusciti ad avere la meglio su chi queste stesse cose non voleva cederle. In prestito o meno, domani daremo ad altri quel che abbiamo avuto i

Svegliatevi, mammine! (di Enzo Baldoni)

Ogni tanto, quando la cronaca me ne offre la triste occasione, ripenso a questo articolo di Enzo Baldoni, il giornalista ucciso in Iraq nel 2004. Parla di una storia personale di pedofilia e avverte i genitori di proteggere i propri figli da una categoria ben precisa di persone: gli uomini. Perdonatemi se vi racconto un’esperienza personale. Di quelle che non si raccontano volentieri. Ma sono convinto che vi servirà. E poi basta col silenzio su queste cose. Il silenzio è sempre colpevole. Dunque: c’era questa bambina deliziosa, di nome Gabriella. Alla sera le rimboccavo le coperte e le raccontavo strane storie: Ulisse, la corsa all’oro di Jack London, la follia di Orlando, la Genesi (con un’Eva bisbetica, un Adamo perplesso e un Dio pasticcione che diceva “Oh, cazzo, mi sono sbagliato, ho creato le pulci”). La domenica mattina passavamo ore nel lettone a ruzzolarci, a giocare, a ridere, a coccolarci. D’estate, quando faceva caldo, naturalmente eravamo nudi. Tra un viaggio di Ulisse e u

Quarta lettera: la paura di perdere qualcuno

È qualche giorno che mi abbracci più del solito e che ogni tanto mi dai un bacio, spontaneamente, senza alcun motivo particolare, addirittura senza che io stesso te lo chieda. L'ho notato e ti ho domandato, scherzando, "come mai ultimamente mi vuoi così bene?". Non mi hai risposto.  Poi, l'altra sera ti sei messo a piangere: volevi che dormissi con te. Ti ho chiesto cosa ti preoccupasse e tu, all'inizio, non volevi parlarmene. Poi, però, mi hai raccontato del brutto sogno che avevi fatto e del mostro che voleva catturarmi.  "Ma ci riusciva?", ti ho domandato. "No - mi hai detto - però il sogno non è finito e ho paura che continui stanotte". "Ma il mostro non riuscirà a prendermi, io sono fortissimo, più di Spiderman e di Superman messi insieme", ti ho assicurato. Mi hai guardato un po' scettico, ma non hai voluto contraddirmi. Mi sono sdraiato affianco a te fin quando ti sei addormentato, poi sono andato nel mio letto. La mattina