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Visualizzazione dei post con l'etichetta Ritorni

Fine estate

  "Nessuno ci ha regalato niente. E' inutile farci illusioni". "Non capisco perché devi sempre mettere in discussione tutto". "Siamo stati per due settimane in questo posto che si chiama 'Sentiero del paradiso', ma non mi è sembrato affatto il luogo della felicità". "Ma la felicità non è fatta soltanto di momenti felici. La felicità si costruisce, non piove dal cielo". Era l'ultimo giorno di vacanza e già erano con la mente dove si sarebbero separati. Lui vedeva tutto nero ed era disposto a cancellare ogni istante di felicità appena trascorsa pur di non provare nostalgia, per evitare di pensare all'imminente futuro che lo attendeva. Tutto o niente, si diceva. E il niente era ciò che in lui prendeva sempre più corpo. Lei invece considerava i giorni come un momento passeggero e sapeva accettarli per quello che erano. I giorni terminavano, l'uno dopo l'altro, soprattutto quelli brutti, ma era il suo sguardo su di essi a p

Foglie

  Un uomo... E vero, per giunta. Che cosa vuol dire? Siamo tutti, anche tu, esseri umani. Il fatto è che certe volte lo dimentichiamo, e questo io cerco di non farlo. Io colgo, perfino nello sguardo, di chi è indubbiamente e sfacciatamente felice, un velo di tristezza. Io non mi soffermo sul sorriso, ma sugli occhi umidi di chi ho davanti.  Io, in una bella giornata di sole, ne intravedo il termine. E al termine, ripenso sempre a quanto è stata bella, anzi, che è stata la più bella di tutte: per me il ricordo conta più del presente evanescente, perché può durare quanto voglio. E' questo il modo di essere uomo, vero. Ci pensavo l'altra volta, guardando le foglie cadere. Ma non è, questa facile e ricorrente metafora della nostra caducità, l'aspetto che voglio sottolineare. Bensì la considerazione della primavera attraverso la lente dell'autunno. Quanto dura, infatti, il periodo dei fiori e del sole e delle giornate interminabili? Davvero poco di fronte alle altre stagioni

Il pescatore

Solo, sulla sua barca, il vecchio ogni tanto si spostava di qualche metro, prima verso ovest e poi verso est, quando capiva che nel punto dove si era fermato non abboccava neanche un pesce. Portava una sciarpa arrotolata attorno al collo, nonostante non facesse freddo. E non aveva un cappello che lo proteggesse dal sole, che, oltre lui, colpiva in pieno anche noi, mentre lo guardavamo dalla spiaggia. Un cane sonnecchiava contento per quel tepore del primo mattino. L’altro, invece, sempre all’erta, non si sa mai che un pesce guizzasse all’improvviso fuori dall’acqua e gli piovesse direttamente in bocca. Si spostava, il vecchio, inseguendo pesci che non vedeva. E nel farlo era come la corrente silenziosa e che scorreva fluida sotto la sua barca, mentre anche il sole, che sa essere discreto e sfrontato al tempo stesso, a sua volta lo seguiva, così come avevano fatto per un poco i nostri occhi. Poi, è successo che del pescatore ci siamo dimenticati. Da un momento all’altro non abbiamo più

Frammenti d'estate

  Ci siamo stupiti quando delle persone che non conoscevamo ci hanno offerto i loro panini durante una passeggiata in un bosco. Ricordo le mani, intente a coprire bocche senza denti, quando sorridevano. Anche il vino fatto da loro ci hanno regalato, se ne avessero avuto dell'altro ci avrebbero dato anche quello. Avrei voluto ricambiare, non sono abituato a prendere senza a mia volta dare, ma non avevo nulla con me, se non la mia riconoscenza, il mio stupore e questa storia che immaginavo di raccontare. Mentre ce ne andavamo, ci siamo detti che sarebbe bello rincontrali fra un anno, come vecchi amici che si ritrovano per caso. Sapevamo il nome del posto, ma ugualmente siamo partiti senza conoscere dove stessimo andando, perché il nome la prima volta non dice nulla, mentre soltanto successivamente è capace di raccontare. Adesso che conosciamo anche il luogo, quando lo facciamo, finalmente sappiamo di che stiamo parlando: soltanto di un frammento, di una parte della nostra vita nella

Il volo

E' una bella giornata di primavera, di sole caldo e di vento fresco, in cui tutto appare in una sorta di equilibrio perfetto, dalla temperatura ai colori nel parco, alle ombre del tardo pomeriggio, il verde e il nero, e poi l'azzurro al di sopra di essi, e le nuvole che transitano disinteressate.  Oggi non è il giorno migliore per piovere, è una giornata di primavera perfetta.  Le persone affluiscono, si danno il cambio, c'è chi resta e chi va via, famiglie con i bambini, cani che scorrazzano sui prati, le foglie degli alberi mosse da un vento leggero. Gli uccelli fanno ciò che hanno sempre fatto: cinguettano e volano, ma si sentono soltanto se attorno c'è silenzio e si scorgono se non guardiamo per terra. C'è sempre questa linea di confine fra ciò che sta in alto e quel che vediamo all'altezza dei nostri occhi.  Abbiamo separato ogni cosa: il bello dal brutto, la primavera dall'inverno, così come il caldo dal freddo e il cielo dalla terra. Perfino il pensie

Una felicità dimezzata: la sposa

..."E invece, questo disegno incompleto è il ritratto stesso della mia incompletezza"... Molto tempo fa, sul finire degli anni '90, feci uno dei miei primi viaggi di lavoro. Andai a Milano, dove rimasi per tre giorni a seguire un congresso politico talmente estenuante, che la sera non mi restava alcuna voglia di andarmene in giro per la città, che a settembre riempiva vie e piazze di gente allegra. Volevo soltanto ritornare in albergo a fare una doccia, sdraiarmi sul letto e, al massimo, sentire qualcuno al telefono. Era un hotel vicino alla stazione e non lontano dall'auditorium dove si svolgevano i lavori di un partito già in via di estinzione. Il mobilio e la tappezzeria conservavano un'antica ambizione d'eleganza, ma mi apparivano inesorabilmente decadenti. Ricordo la moquette rosso bordeaux, alcune poltrone di pelle ocra dai braccioli consumati, un letto alla francese con un materasso sproporzionatamente alto, rivestito da un copriletto di raso verde ingl

Una volta è nessuna volta

 "Einmal ist keinmal" vuol dire "una volta è nessuna volta". Ma questa è soltanto la traduzione letterale, sintetica e anche priva di spiegazioni del proverbio tedesco. Lo chiarisco a chi mi ha chiesto perché questa frase sia presente nel mio 'stato' di WhatsApp: è il nucleo intorno a cui ruota L'Insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera e ha tanti significati nei quali mi riconosco.  "Ciò che succede una volta soltanto è come se non fosse mai successo". Spesso infatti non abbiamo il tempo di renderci conto di ciò che ci accade. Non percepiamo la portata delle nostre esperienze, non ci rendiamo conto del momento che viviamo. Siamo del tutto impreparati di fronte alle novità e questo è talmente vero che, quando ci accorgiamo del loro valore, spesso è già troppo tardi. La bellezza di ciò che ci accade evapora ancor prima di riuscire a coglierla. Così come i fatti brutti: ci cadono addosso quando ormai non possiamo più evitarli. E&

Ventunesima lettera: fantasmi

Ce l'ho in mente già da qualche tempo questa lettera un po' strana, ma riesco a scriverla soltanto adesso che ho messo finalmente le idee a fuoco. Parla di fantasmi, questo però non vuol dire che abbia a che fare con la fantasia. Infatti, l'argomento è la corrispondenza, l'illusione e la disillusione. La prima è il fondamento sul quale qualsiasi relazione dovrebbe basarsi. È l'aspirazione a un rapporto paritario, un desiderio forse utopistico, in questo senso è un fantasma che non si è ancora manifestato. La seconda è il non voler considerare il fatto che il rapporto è impari, il fantasma prende forma ma l'idea che possa effettivamente esistere viene respinta. La terza è la presa di coscienza della mancanza di reciprocità, è il momento in cui il fantasma è scacciato e si dissolve. Avevo 14 anni la prima volta che realizzai quanto per me sia indispensabile costruire relazioni alla pari con gli altri. Il mio migliore amico era un compagno di classe intelligente e

Ritorni

La giornata era piovosa. Era l'esatto opposto dei giorni di sole appena trascorsi. Segnava il limite fra l'estate e l'autunno. La fine di qualcosa e, insieme, un nuovo inizio. Ho aperto la porta di casa. Sono entrato in punta di piedi. I nostri sguardi hanno avuto occhi soltanto per noi stessi. Le braccia hanno accolto quelle dell'altro. Ci siamo capiti senza bisogno di parlare a lungo. Nessuna domanda: conoscevamo già ogni risposta.  Abbiamo sorriso. Ed era una contentezza così struggente da lasciarci senza fiato. La felicità di chi sa, senza dirlo e nemmeno pensarlo, che ogni cosa bella vive comunque per un attimo, anche se dovesse durare un'eternità. Un frangente troppo breve.  Il silenzio era vibrante. A volte si scioglieva in parole superflue, come fa il vento che non ha corpo e che scompare, subito dopo aver sfiorato i capelli.

Conchiglie

Il mare si è ritirato e adesso è lontano. Sulla sabbia restano i gusci vuoti di conchiglie che un tempo erano vive.  Le nostre impronte hanno fatto il giro del mondo, ma la loro comparsa è stata breve, non ci sono più, fanno parte di ieri. Fra poco qualcun altro calpesterà lo stesso suolo, farà solchi più profondi, che non dureranno a lungo. Non c'è ritorno che assomigli a un altro, perché noi stessi mai siamo quelli di prima. Ho lasciato una felicità per trovarne un'altra. Ho scambiato assenze con altrettante assenze. Ho trovato sorrisi che un attimo dopo ho perduto.  Il sole illumina i nostri corpi, li rende materia. Ma proietta anche il buio, oltre le nostre spalle. Ombra a volte più concreta della materia stessa. Viviamo fra la luce e l'oscurità, ma anche quest'ultima è bella, perché rassomiglia incredibilmente alla marea e alle conchiglie senza più forze.  Respiriamo perché qualcuno ci rende vivi.  Siamo gusci abbandonati sulla spiaggia, nell'

Ho davanti agli occhi il colore dell'estate

Ho davanti agli occhi il colore dell'estate, quello dell'erba arsa. Non è l'azzurro del mare, né il verde di un passo alpino: questi sono i colori dei vacanzieri, o di altre stagioni, meteorologiche o della vita.  Il sole ha bruciato la collina e la terra si porta addosso un mantello di paglia. Il cane corre su e giù, ha ancora la forza della giovinezza e la voglia di scoprire se, sotto la coltre del prato secco, è rimasto qualche germoglio verde, intravisto a primavera e di cui forse conserva ancora un ricordo vivo. Non sa, il cane, che un germoglio, proprio perché è tale, non può essere oggi quel che era soltanto ieri, né che domani sarà altra cosa da ciò che è oggi.  Il cane vive in un eterno presente, nel quale ritrova, tutte assieme, le cose di ieri e quelle di domani. I suoi ricordi, così come le sue attese, sono senza tempo e indistinte dall'oggi. Non ha una cognizione del tempo che è passato, né di quello che deve ancora giungere. Ecco perché il nostro

Dove eravamo rimasti?

Le formiche formano due file parallele, lungo il tronco del salice vicino alla spiaggia. Quella di sinistra si dirige verso la chioma, l'altra verso la terra. Le osservo come potrebbe fare un bambino rapito da una cantilena, attratto dalla continuità ininterrotta dell'andirivieni: nel loro percorso formano un cerchio oblungo e stupidamente mi chiedo che senso abbia salire, per poi scendere e dopo ritornare, ancora una volta, su in cima.  Vanno e vengono, le formiche, senza di fatto spostarsi dal loro albero. Sempre lì stanno, anche se in movimento e pure se si adoperano e si affannano tutto il giorno. Lo sappiamo che questi insetti sono i campioni della fatica e della laboriosità. Siamo stati noi uomini a definirli così, cercando un modello di sacrificio a cui ispirarci, un esempio da ricordare, non se lo sono certo detti da sé che loro lavorano mentre le cicale cantano, tanto per autocelebrarsi e per mettere in cattiva luce un altro insetto che non ha mai fatto loro del