La giornata era piovosa.
Era l'esatto opposto dei giorni di sole appena trascorsi. Segnava il limite fra l'estate e l'autunno.
La fine di qualcosa e, insieme, un nuovo inizio.
Ho aperto la porta di casa. Sono entrato in punta di piedi.
Era l'esatto opposto dei giorni di sole appena trascorsi. Segnava il limite fra l'estate e l'autunno.
La fine di qualcosa e, insieme, un nuovo inizio.
Ho aperto la porta di casa. Sono entrato in punta di piedi.
I nostri sguardi hanno avuto occhi soltanto per noi stessi. Le braccia hanno accolto quelle dell'altro. Ci siamo capiti senza bisogno di parlare a lungo. Nessuna domanda: conoscevamo già ogni risposta.
Abbiamo sorriso.
Ed era una contentezza così struggente da lasciarci senza fiato.
La felicità di chi sa, senza dirlo e nemmeno pensarlo, che ogni cosa bella vive comunque per un attimo, anche se dovesse durare un'eternità. Un frangente troppo breve.
Ed era una contentezza così struggente da lasciarci senza fiato.
La felicità di chi sa, senza dirlo e nemmeno pensarlo, che ogni cosa bella vive comunque per un attimo, anche se dovesse durare un'eternità. Un frangente troppo breve.
Il silenzio era vibrante.
A volte si scioglieva in parole superflue, come fa il vento che non ha corpo e che scompare, subito dopo aver sfiorato i capelli.
A volte si scioglieva in parole superflue, come fa il vento che non ha corpo e che scompare, subito dopo aver sfiorato i capelli.
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