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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Case per padri separati

Vita non facile, quella dei padri separati, spesso stretta fra difficoltà economiche e figli visti col contagocce. L'Assessorato alle Politiche Sociali del Campidoglio si è posto il problema e ha pensato ad una prima soluzione concreta: un "alloggio di transito" con mini-appartamenti per papà separati e single, dove passare il tempo con i bambini come in casa. La "casa" potrà accogliere fino ad un massimo di venti padri, residenti a Roma e in temporanea difficoltà economica. Ognuno potrà restarvi – con facoltà di ospitare i figli – per non più di un anno (ma il limite è superabile in casi di particolare difficoltà, documentati e autorizzati dal Dipartimento Politiche Sociali). Con un contributo di 200 euro al mese si potrà risiedere in uno dei piccoli appartamenti, dotati di angolo cottura, camera da letto, saloncino con tv, bagno e lavatrice. Il complesso avrà giardini e spazi per il gioco dei bambini. Al suo interno, operatori sociali e psicologi daranno assis

"Aiutateci a prendere il killer"

"Aiutateci a prendere il killer". E' questa la motivazione ufficiale con cui ieri la Procura di Napoli ha diffuso il video dell'uccisione di un uomo in un vicolo del capoluogo partenopeo. L'esecuzione si è vista integralmente su tutti i principali siti d'informazione, parzialmente su tutti i tg e la sequenza fotografica oggi primeggia su tutte le prime pagine dei quotidiani. Ma a stupire non è soltanto la freddezza dell'assassino e la naturalezza con cui in pochi secondi egli tolga la vita a un altro uomo. A colpire, più della sua pistola, è soprattutto la tranquillità e la mancanza di scrupoli da parte di tutto il sistema dell'informazione nel trasmettere le immagini di quello che, più che un regolamento di conti, sembra un gioco da bambini. Gioco da bambini, appunto. Non mi dilungherò molto oltre, ma voglio premettere che chi parla è contrario a qualsiasi forma di censura e ritiene che l'opinione pubblica debba esser messa a conoscenza di ogni fa

E' già tempo di ricordi

Alcuni momenti nella vita sono come dei segnalibri: sono talmente importanti da funzionare da spartiacque, fra il prima e il dopo. Alcuni ricordi scandiscono il nostro tempo, sono come i cerchi rossi che si tracciano su certi giorni del calendario appeso in cucina. Finito l'anno, puoi buttarlo via ma ti accorgi che le macchie del pennarello hanno oltrepassato la carta su cui erano scritti i mesi e adesso restano, indelebili, sul muro a cui il calendario era attaccato. Non ho dubbi: il momento fondamentale della mia vita è stato la nascita di Dodokko e da quell'istante in poi la mia esistenza è stata scandita da questa nuova persona. Da quel momento, nel pensare o nel parlare di qualsiasi cosa, è esistito soltanto un prima di Dodokko e un dopo la sua venuta al mondo. Mio figlio è diventato il punto di riferimento, il termine di paragone, la nuova centralità della mia vita, il baricentro su cui mi appoggio e che mi fa restare in piedi. Ma ora mi stupisco un po' di come sia po

Televisione talebana

Ora non ricordo bene come iniziò tutto. Forse molto semplicemente: la tv, di punto in bianco, si spense, smise di funzionare e lui non ne acquistò mai più un'altra. Ho bene in mente invece la moglie di Roberto, ai primi tempi disperata, che chiedeva a quel talebano del marito di ripararla o di prenderne una nuova. Ma niente da fare e, oscillando fra l'ironico e l'adirato, Roberto rispondeva sempre che "la televisione fa male, soprattutto ai bambini" e che veicola messaggi subliminali, facendo "il lavaggio del cervello" a chi la guarda. Quando i bambini di Roberto erano molto piccoli e il mio non era ancora nato, frequentavo abbastanza spesso la casa del mio amico e trovavo le scenette di questo tipo molto interessanti, soprattutto da un punto di vista sociologico-economico. Era presente un'offerta di mercato, dei possibili consumatori e lo stesso mercato, saltato in aria però, assieme alla cintura e al kamikaze che la indossava. Restavano, così mi ap

Bimbi-chiave, bimbi-agenda e bimbi-Teletubbies

Chiamali come vuoi: bimbi-chiave oppure bimbi-agenda, tanto all'origine del problema è sempre la solitudine. I nostri figli sono soli nel tempo libero perchè quello dei genitori è un tempo che viaggia su binari paralleli a quelli su cui transita il tempo dei bambini: linee che non si incrociano mai. Se il lavoro, per gli uni, e la scuola, per gli altri, sono due sfere distinte, accettate e da cui non si può prescindere, non si capisce come mai nel dopo-lavoro e nel dopo-scuola la famiglia non si incontri. Ecco dunque - ci racconta oggi Repubblica - da cosa e come nascono le categorie di bimbi-chiave e di bimbi-agenda: i primi sono i giovanissimi che, già dalle scuole elementari, sono costretti a diventare indipendenti e che, dopo la scuola, se ne tornano da soli a casa, aprono la porta con la loro chiave e lì aspettano, tutto il pomeriggio e sempre da soli, il ritorno dei genitori. I secondi invece sono i bambini super impegnati, la cui agenda è fittissima di appuntamenti sportivi

Co-bedding, co-dreaming: dormire e sognare insieme

Nel mondo anglosassone lo chiamano 'co-bedding' o 'co-sleeping': una parola che suona strana in italiano ma che non vuol dire nulla di più che dormire insieme, in compagnia, dividere lo stesso letto. Ora non dirò se, per me, quella di dormire affianco ai propri figli nello stesso lettone sia una buona o cattiva pratica (sul tema, nel mondo, esistono correnti di pensiero opposte). Dirò soltanto che è una cosa bella, anzi bellissima per tutti: figli e genitori. E aggiungerò che questa abitudine può riservare delle belle sorprese. Come stamattina. Penso sia facile, mentre si dorme, sognare qualcuno che ti sta vicino, qualcuno a cui tieni molto e a cui vuoi bene. Qualcuno a cui dai calore e da cui ne ricevi. Bene, stamattina verso le cinque, ero intento a sognare Dodokko e avevo stampato sul mio faccione un bel sorriso (in realtà non so se fosse proprio un 'bel' sorriso, ma so che era quello tipico di chi sta facendo un bel sogno). Come lo so che mentre dormivo sorr

Pollice destro pollice sinistro, ovvero 'Dell'altruismo'

"No, perchè sei soltanto un piccolo e inutile nanetto!". Fu proprio con queste tenere parole che due estati fa una bambina di tre anni rispose a Dodokko, il quale in tutta tranquillità le chiedeva, nemmeno troppo insistentemente, di giocare con lei sul bordo di una piscina. Mio figlio aveva un anno e tre mesi e osservava, senza fare una piega e con una faccia che sembrava addirittura divertita, quella che sarebbe dovuta essere (e non lo era) una spilungona, al suo cospetto, la bimba 'tremenda' che gli aveva riservato quella risposta di gran classe. Dentro di me, invece, sentivo il sangue ribollire e mi dicevo: "Ma come è possibile che una persona così piccola d'età possa pronunciare frasi talmente cattive". Subito dopo avevo pensato all'ingenuità di Dodokko, che per fortuna non poteva capire e sentirsi offeso da tanta crudeltà. E poi, mi era venuto in mente: "Chissà se anche lui non diventi come lei fra un anno o due, egoista e senza cuore"

I bambini leggano il 'Libro degli altri'

Chissà se in futuro scoppierebbero ancora guerre di religione se, fin dalla scuola, facessimo leggere ai bambini il "Libro degli altri'. Certo è, come afferma Amos Luzzatto in un'intervista su Repubblica di ieri, che "se ai cattolici facciamo leggere il Vangelo, ai musulmani il Corano e agli ebrei la Torah, ognuno nel suo orticello didattico, l'integrazione va a farsi friggere". Secondo l'ex presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche, "non può esserci vera integrazione senza reciproca conoscenza. L'Islam lo devono studiare anche il bambino ebreo e quello cattolico. Ognuno deve poter aprire il Libro dell'altro". Insomma, un "no" secco ai ghetti culturali: soltanto stando insieme e mescolandosi, per Luzzatto "la gente può accettare che affianco al suo modo di essere e di credere, c'è un altro modo di essere e di credere. E la scuola deve fare la sua parte". A partire dalla scuola e dai bambini, dunque, potre

Padri, famiglia e lavoro

Una lettrice mi segnala una notizia apparsa oggi sul Guardian, che cita una ricerca della britannica 'Equality and Human Rights Commission': non solo le mamme, ma anche i papà desiderano un giusto equilibrio fra ruolo di genitore e carriera. Non si tratta di una rivendicazione scontata, dato che questa ha riguardato da sempre solamente le donne. Soltanto, qui cambia il punto di partenza: mentre le mamme vogliono, giustamente, anche delle soddisfazioni professionali, i lavoratori di sesso maschile vogliono, altrettanto giustamente, anche un appagamento che derivi dall'essere genitori. Il rapporto dell'EHRC 'Padri, famiglia e lavoro' sottolinea come i papà siano "sotto pressione" quanto le mamme nella gestione del lavoro e della vita familiare. Il tempo è la costante dell'insoddisfazione che ne deriva: troppo poco quello dedicato ai figli a dispetto di quello, troppo grande, riservato al lavoro, con un 54 per cento di padri con figli al di sotto dell

Luce e ombra

Ogni mattina, prima di andare all’ ‘asilo dell’obbligo’, mio figlio mi chiede di passare a vedere il mare. Ce lo porto sempre, prima di scappare al lavoro. Anche stamattina. Luce e ombra Vorrei tentare di raccontare la storia della luce e dell’ombra Parlare della tramontana che stamattina ha spazzato via ogni ipotesi di nuvola Dire qualcosa anche del mare gelido e sterminato anche se la linea di confine con il cielo è nettissima come il contorno delle figure che i bambini disegnano con una matita nera Ora vorrei provare a immaginare la cosa più difficile Gli occhi degli stessi bambini di fronte a questa meraviglia Subito dopo lo spazio che si rimpicciolisce La luce che perde intensità E soprattutto l’ombra che si disegna nei loro sguardi quando il genitore decide di far terminare lo spettacolo Come quando si spegne la tv con un clic del telecomando. (2009)

Buonanotte Pinocchio

Immaginate la scena, con i genitori che ad alta voce ordinano: "Bambini, adesso a letto. Buonanotte!", la luce che si spegne e il silenzio che accompagna i figli nel sonno. Immaginate ora il risultato che questo silenzio può avere in un paese come la Gran Bretagna: più di 100mila bambini in età scolare che non sono in grado di costruire frasi semplici o, addirittura, hanno una capacità linguistica pari a quella che di solito si ha a 18 mesi. Il dato, impressionante, è riportato dal Times, che cita il ministero dell'Istruzione di Londra, seconda cui la responsabilità di quanto accade nel Regno Unito (ma probabilmente anche da noi) è dovuta al fatto che i genitori non leggono più favole ai figli quando questi ultimi vanno a dormire e non conversano con loro durante i pasti, preferendo invece guardare la tv. Riferisce Jean Gross, responsabile Comunicazione del dicastero, che questi bambini, a 5 anni (l'età nella quale oltre Manica dal 1870 scatta l'obbligo scolare e

Leche League, allattare è multiculturale

Tutti ormai sanno che le Consulenti de La Leche Lea­gue (Lega per l’Allattamento Materno) sono mamme che per pas­sione forniscono informa­zioni e soste­gno ad altre mamme che deside­rano allat­tare. Ma forse non tutti sanno che le 140 Consulenti presenti in tutto il territorio italiano possono rispondere alle telefonate del numero unico 199 432326 (attivo dalle 8 alle 20 tutti i giorni compresa la domenica) o ai moduli dell’help form presente sul sito de La Leche Lea­gue Italia ( http://www.lllitalia.org/ ) in almeno 13 lingue diverse. Infatti fra le Consulenti, oltre alle molte che parlano inglese, tedesco, francese, ci sono alcune mamme che sono in grado di sostenere donne che parlano olandese, spagnolo, russo, giapponese, finlandese, hindi, urdu, serbo-croato-bosniaco e perfino l’esperanto. Una Consulente organizza anche incontri con una traduttrice per la lingua italiana dei sordi. In alcune città si sfrutta l’aiuto di un mediatore culturale per le donne che parlano altre lingue. I

La mamma, il lavoro e la società dove tutto è rimandato

C’è un bell’articolo oggi su Repubblica che spero sia soprattutto un buon augurio per le mamme che lavorano. Una ricerca della Bocconi smentirebbe molti stereotipi sulla maternità nei luoghi di lavoro e dimostrerebbe che le mamme fanno bene agli affari. Ma è giusto – a mio avviso – sottolineare quanto la realtà oggi sia ancora molto diversa: se è vero infatti che le donne che fanno figli costituiscono un costo tanto ridicolo quanto sconosciuto per l’azienda, pari allo “0,23 per cento in più dei costi diretti e indiretti del personale” e se è vero anche che al rientro dalla maternità la lavoratrice “supera i colleghi per efficienza e produttività”, è altrettanto vero quanto evidenzia Cinzia Sasso, ossia che il cliché della lavoratrice potenzialmente in maternità, con tutto ciò che questo potrebbe comportare per l’azienda, “è duro a morire”. E ciò la esclude spesso e inevitabilmente da molti posti di lavoro, anche quando le qualifiche e il curriculum sono impeccabili. L’articolo prosegue

L'etichetta e l'otorino

Vi sono predisposizioni nei bambini che non emergerebbero se non esistesse anche l'humus ambientale e culturale su cui queste possano impiantarsi. Ad esempio, Mozart sarebbe diventato Mozart se fosse nato, anzichè a Salisburgo, fra i Boscimani africani? Magari sarebbe stato un campione dell'archetto che questo popolo suona tenendolo premuto contro la bocca. Ma chi l'avrebbe saputo, da laggiù, nell'Africa australe? E a chi sarebbe importato? E Picasso sarebbe stato Picasso senza un papà a sua volta pittore e insegnante di disegno, che aveva porto matite e colori al suo piccolo fin dalla prima infanzia? E Guernica sarebbe stata realizzata se il pittore andaluso non avesse visto con i propri occhi il risultato dei bombardamenti tedeschi sulla città basca? Credo di no. Ora mi chiedo: se la nostra amica irlandese Benvon non avesse regalato a Dodokko per la sua nascita una copertina Taggies di pile quadrata, poco più grande di un fazzoletto, con cinque etichette colorate per

Con i tuoi occhi nuovi

E chi si meraviglia più di qualcosa? Chi di noi è ancora capace di spalancare la bocca di fronte a una novità o un fiore? Non ci stupiamo più di niente, andiamo per la nostra strada, verso la nostra destinazione e destino, senza farci corrompere e trasportare dalle distrazioni più belle. E così facendo non ci godiamo più nulla e sorvoliamo su tutto, senza imparare più niente. Andiamo in giro con i paraocchi perchè la nostra strada in realtà è segnata, l'abbiamo già percorsa e siamo già arrivati ancor prima di metterci in cammino. Abbiamo perduto per sempre il senso della meraviglia e la capacità di stupirci. In questo i bambini non ci somigliano. Per fortuna sono ancora diversi da noi. Con i tuoi occhi nuovi Con i tuoi occhi nuovi esplori il mondo e ogni oggetto ha colori e nomi che inventi tu. Così la fronda di un albero somiglia a un mostro marino un lampione diventa un grattacielo un chicco di riso una navicella spaziale. Ma queste sono solo fantasie mie I tuoi occhi nuovi non d

Influenza suina e roditori: il ministero della Salute si affida a Topo Gigio mentre l’Acp ridimensiona l’allarme

Il ministero della Salute si affida a Topo Gigio, testimonial per la campagna di comunicazione per la prevenzione dell’influenza A, e alla sua inconfondibile vocina per diramare preziosi consigli per rallentare il diffondersi dell’epidemia, come lavarsi le mani e coprirsi la bocca se si starnutisce. Ma quello che sappiamo per certo – afferma l’Associazione Culturale Pediatri – di questo nuovo virus influenzale A/H1N1, è che per ora si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Diventa perciò difficile capire perché sia stato dichiarato lo stato di pandemia modificando addirittura i criteri della definizione (è scomparsa ad esempio l’elevata mortalità), come spiega Tom Jefferson della Cochrane vaccines field in un’intervista a Spiegel. Nessuno è però in grado di dire se in futuro questo virus si modificherà e diventerà pericoloso. Il suo comportamento, come quello di tutti i virus, è assolutamente imprevedibile. La bassa mortalità, ossia quanti morti rispetto ai cas

Per necessità o per gioco: quando l'orsacchiotto va a cavallo (di mamma orsa!)

Una fotografia può essere una notizia e, non vi è dubbio, quella dell'orsacchiotto in groppa alla madre lo è, anche se ancora non si sa bene di che notizia si tratti. Lo scatto di Angela Plumb, una turista britannica in vacanza nell'arcipelago delle Svalbard, è dell'estate 2006, ma solo ora la Bbc ne ha parlato e i media italiani ne hanno rilanciato la relativa notizia. Molte e le più disparate sono le ipotesi degli scienziati riguardo allo strano e mai osservato prima comportamento di madre e figlio orsi, ma le conclusioni più interessanti e che riservo per ultime (sorpresa!) sono del nostro etologo Danilo Mainardi. Queste sono apparse oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera e molto hanno a che fare con ciò di cui si tratta in questo blog. Andiamo per ordine: in generale, gli esperti affermano che, nonostante non abbiano osservato spesso (si direbbe mai) un orsetto polare a cavallo di mamma orsa, questa potrebbe essere una pratica molto più in uso fra questi animal

Dì: "papà"

Ok! Rompo il ghiaccio e inauguro dopo molte resistenze la rubrica 'poesie': lo faccio perchè credo da sempre, da molto prima di Dodokko, che i bambini siano poesia pura e ce ne accorgiamo semplicemente osservandoli, noi adulti, abitanti di un mondo ormai lontano, sempre più distante dal loro. La prima che pubblico qui è una poesia ironica e breve, ma i fatti che vi sono raccontati sono accaduti realmente . Dì: "papà" Primo fra tutti gli animali hai imparato il verso del cane e non poteva essere altrimenti poi quello del grillo e della mucca. Un giorno ti ho chiesto di dire "papà" e tu hai risposto "mamma"! Chi ti ha insegnato certi scherzi? Così piccolo sei già un gran simpaticone! (2008)

Azione dimostrativa di Save the Children

80 bambini lanciano EVERY ONE, la campagna di Save the Children per fermare la mortalità infantile. Appuntamento il 5 ottobre al Cortile del Palazzo della Provincia di Roma, alle ore 11,00 (Palazzo Valentini,Via IV Novembre, 119/a Roma). Da una parte, la creatività, la fantasia e la “saggezza” di 80 bambini. Dall’altra, una enorme mano di gomma piuma che segna il numero 3. Sono gli elementi chiave dell’azione dimostrativa - di grande impatto simbolico e spettacolare - promossa da Save the Children per il lancio della nuova campagna mondiale EVERY ONE, che si propone di fermare la mortalità infantile. Il numero tre è infatti il simbolo della campagna e saranno proprio i bambini, nel contesto dell’azione dimostrativa, a raccontare perché. Nella performance, la “manona” di gomma sostituisce il classico album da disegno: gli 80 bambini della quinta elementare della Scuola Primaria del 75° Circolo didattico di Roma potranno liberare la loro fantasia ed esprimere le loro emozioni legate agli

Dolci invece di dolcezza

Dieta e comportamento. L'associazione è nota: si sa infatti che chi consuma molta carne è portato a essere più aggressivo di chi invece osserva una dieta strettamente vegetariana. Un po' quello che capita agli animali erbivori a cui non occorre uccidere per nutrirsi. Ma la notizia di oggi è un'altra e riguarda un'associazione dieta-comportamento insospettabile fino a ieri, ovvero quella che ha a che fare con il consumo di dolci e una conseguente aggressività comportamentale. Secondo uno studio pubblicato ieri sul British Journal of Psychiatry, il consumo eccessivo di dolciumi in età infantile porterebbe i futuri individui adulti a essere violenti. I ricercatori della Cardiff University hanno dimostrato che il 69 per cento del campione di persone preso in esame (34enni violenti) avevano mangiato dolci e cioccolata quasi ogni giorno durante la loro infanzia. Gli autori della ricerca suggeriscono molte spiegazioni sul collegamento dolci-aggressività e il capo ricercatore S

Appello dell'Unicef Italia per i bambini di Sumatra

L'UNICEF Italia ha lanciato una raccolta di fondi in favore dei bambini di Sumatra (Indonesia) e delle altre aree del Pacifico colpite in questi giorni da una serie di catastrofi naturali. «In queste ore purtroppo ci giungono da Sumatra notizie drammatiche, con un numero sempre più alto di vittime e migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case. Un terzo delle persone colpite sono bambini», dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora. «Siamo anche preoccupati per i piccoli sopravvissuti al terremoto che sono a rischio estremo di contrarre malattie, infezioni respiratorie acute, diarrea ed epidemie. Il rischio di tetano è molto alto a causa di lesioni e ferite aperte. Migliaia di bambini necessitano di avere accesso all'acqua potabile, a rifugi e di poter usufruire di sostegno psicologico per superare le conseguenze del terremoto. Per questo rilancio l'appello per sostenere la nostra raccolta di fondi per i bambini di Sumatra». L'UNICEF In