Passa ai contenuti principali

I bambini leggano il 'Libro degli altri'

Chissà se in futuro scoppierebbero ancora guerre di religione se, fin dalla scuola, facessimo leggere ai bambini il "Libro degli altri'. Certo è, come afferma Amos Luzzatto in un'intervista su Repubblica di ieri, che "se ai cattolici facciamo leggere il Vangelo, ai musulmani il Corano e agli ebrei la Torah, ognuno nel suo orticello didattico, l'integrazione va a farsi friggere". Secondo l'ex presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche, "non può esserci vera integrazione senza reciproca conoscenza. L'Islam lo devono studiare anche il bambino ebreo e quello cattolico. Ognuno deve poter aprire il Libro dell'altro".
Insomma, un "no" secco ai ghetti culturali: soltanto stando insieme e mescolandosi, per Luzzatto "la gente può accettare che affianco al suo modo di essere e di credere, c'è un altro modo di essere e di credere. E la scuola deve fare la sua parte". A partire dalla scuola e dai bambini, dunque, potrebbe realizzarsi un giorno una vera integrazione. E forse non ci sarebbero più anche guerre ideologiche o di religione o, perlomeno, simili pretesti per farsi la guerra.

Commenti

  1. sì, si può fare..
    ma ai 'già grandi', che je famo legge??

    RispondiElimina
  2. babba-quasi-già-grande22 ottobre 2009 alle ore 00:29

    .."Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sè" di Alice Miller..?!?!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La partita sul terrazzo

Il muretto sarà alto un metro e mezzo al massimo. È per questo che il pallone con cui giochiamo a calcio sul terrazzo è sgonfio. Perché non rimbalzi troppo, con il rischio che vada a finire di sotto e colpisca qualcuno di passaggio. È pur vero che di persone ne passano poche sotto casa in questi giorni e comunque è capitato, alcune volte, che la palla finisse in strada. È andata sempre bene, per fortuna. Il pallone che usiamo per giocare sul terrazzo non lo abbiamo sgonfiato apposta. È bucato. Lo aveva morso il nostro cane Spot a Villa Borghese, qualche tempo prima che ci chiudessero tutti in casa. Non so perché non lo avessimo buttato via subito, quel giorno. Adesso in ogni caso ci serve, per il motivo che ho detto.  Il terrazzo non lo abbiamo mai frequentato prima del coronavirus, i miei figli non c'erano mai stati. È uno di quei posti che appartengono a tutti i condòmini e che, proprio per questo motivo, non sono di nessuno, perché nessuno ha bisogno di andarci e tutti vog

Coronavirus: il lockdown e le ripercussioni sui figli minori dei genitori separati

Intervista all’avvocato Antonella Laganella, giudice onorario Corte d’Appello di Campobasso, sezione minori Riaprire o lasciare tutto ancora chiuso, ripartire insieme oppure a due o a tre velocità: mentre si discute sulle modalità di allentamento del lockdown e su come gestire la Fase-2 nell’ottica di un ritorno graduale alla normalità dopo l’epidemia, diventano sempre più problematici, a causa delle limitazioni agli spostamenti per contenere l’epidemia da coronavirus, i rapporti fra figli minori e i genitori non collocatari all’interno delle famiglie con coniugi separati. Ne parla all‘Adnkronos l’avvocato Antonella Laganella, giudice onorario della Corte d’Appello di Campobasso, sezione minori, che sottolinea quanto le misure urgenti adottate dal Governo abbiano inciso sui rapporti fra figli e genitori non collocatari. "Le conflittualità tra ex coniugi si sono intensificate - spiega l’avvocato Laganella - di pari passo con la crescente incertezza sull’interpretazione d

Quando siamo costretti ad ascoltare un racconto sbagliato

Una delle peggiori forme di violenza che può capitarci di subire è il racconto sbagliato di ciò che ci accade. Trovo delittuoso - non ho altri termini per definire qualsiasi tentativo di mistificazione - il voler far passare una cosa per un'altra, appositamente, come se fossi tu a non capire e a non renderti conto di ciò che hai intorno: essere trattato, in una parola, come uno scemo. Sono incapace di tollerare che si scambi la verità con la finzione, non riesco a concepire la possibilità di intercambiabilità dell'una con l'altra, con la prima che diventi falsità e la seconda assurga a Verbo e a voce di Dio o, più semplicemente, a resoconto puntuale. Eppure, sono molti a credere alle chiacchiere, a farsi soggiogare più dal suono delle parole, che ad ascoltarle criticamente, cercando di coglierne il significato. La voce, spesso, ha più peso della sostanza che una frase esprime: siamo più ascoltatori di suoni che di significati. E chi parla, spesso, si sente e si pone su