Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

Tredicesima lettera: il dolore

Qualcuno ha detto che, più che conoscere, noi esseri umani, siamo in grado di ri conoscere. L'uomo che stamattina ho visto attraversare la strada, mentre ero fermo al semaforo a guardarmi attorno, assomigliava a uno di quegli ebrei scampati da Auschwitz. Era, infatti, un cinquantenne tutto pelle e ossa, alto, di carnagione pallida, i capelli molto corti e rasati sulla nuca, la schiena ingobbita sotto il peso di due pesanti borsoni.  Di prima mattina, l'aria era abbastanza fresca, ma lui portava dei sandali senza le calze. Indossava pantaloni di velluto beige puliti e stirati e una camicia con le maniche corte. Osservandolo attentamente, ho pensato che potesse essere un senza-tetto dell'Europa dell'est, che magari stava andando a cercarsi un lavoro. Soprattutto, con l'immaginazione mi sono soffermato sulla fatica che poteva compiere, un uomo tanto esile, trasportando, apparentemente senza sforzo, il contenuto delle sue valige. Ho pensato anche al freddo che lo colpiv

Dodicesima lettera: teoria della torta ovvero come aggiungere valore

E' molto tempo che giro attorno all'argomento del valore  e oggi ne scrivo perché solo adesso sono riuscito a capire da cosa dipendesse il blocco che fino a ieri mi impediva di farlo. Sono una persona molto scettica, senza facili entusiasmi: un'infermiera, a cui l'altro giorno ho chiesto delucidazioni riguardo una terapia che devo seguire, mi ha detto senza mezzi termini che ho "una diffidenza assoluta" verso il protocollo. Questo, soltanto per aver fatto una domanda di troppo. Ci pensate: teoricamente una domanda è tale, ossia è il contrario di una risposta. Quelle che faccio io, poi, non sono mai retoriche, ma le più neutrali che posso, cioè vogliono lasciare aperta ogni possibilità di risposta, non ne contengono alcuna, già predeterminata, dentro di sé. E, invece, sono diffidente... Una persona scettica, invece sì e, in quanto tale e poco entusiasmabile, tendo a guardare il mondo nelle sue particelle elementari. E mi accordo che è soltanto grazie al modo di