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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

L'idea sbagliata dell'acqua

L’idea dell’acqua è sempre sbagliata: non c’è modo di parlarne senza incappare in qualche errore. Il fatto è che si tratta di un fluido, dunque di qualcosa che non può restare fermo, neanche per un attimo, nemmeno per il tempo di definirla. Perfino uno stagno non è statico, sia perché la pioggia lo alimenta e sia perché il sole lo fa evaporare. Ricordo quando, tempo fa, vidi l’Arno: era un fiume senza direzione talmente pareva immobile, mentre, senza accorgermene, la corrente lo traportava verso il mare. Ero io a essere rapito dall’istante, a non badare al corso dell’acqua, al suo istinto innato di sfociare altrove, lontano da me.  A proposito di un’altra occasione e di un altro fiume, il Tevere, quella volta più gonfio del solito a causa della pioggia dei giorni precedenti, dicevo altrove che “non c’è differenza di acqua tra un fiume e un oceano, perché il primo è il preludio del secondo, e senza l’uno non potrebbe esistere l’altro... Non capire che il fiume è la stessa cosa del mare

Campane di vetro

Mi passano per la testa tante cose in questi giorni che precedono il secondo lockdown nel quale fra poche settimane saremo costretti a vivere. Lo dico senza paura, e anzi con il desiderio di essere smentito dai fatti, ma è la soluzione della chiusura generalizzata quella a cui stiamo per giungere, purtroppo non vedo alternative percorribili al momento. Forse non si utilizzerà più questo termine anglosassone divenuto ormai un tabù e se ne adopereranno altri più o meno edulcorati per parlarne. Fatto sta che per salvare la vita si dovrà sacrificare l'economia e la socialità, poiché senza la prima non esistono nemmeno le altre due. Però, mi domando, che vita è quella di chi è isolato ? Che esistenza conduce colui che è allontanato dalle proprie relazioni ed affetti? Persiste un possibile collegamento fra la persona e il mondo esterno che vada oltre la costrizione fisica alla lontananza?  Mi sono chiesto: è davvero confinato chi vive in una bolla? Non lo credo affatto e penso anzi che è

Ventesima lettera: le poche cose che so dell'amore

Di questo argomento abbiamo parlato già altre volte, perfino quando eravate molto piccoli. Non lo esaurimmo allora, quando dicemmo che l'amore è il vento , né lo definiremo ora che siamo tutti, io incluso, un po' più maturi di prima. Credo infatti che l'amore sia il sentimento per antonomasia, dunque qualcosa che si "sente" e che si percepisce, ma che in definitiva è difficilmente rappresentabile con le parole. Ha talmente tante facce, ha mille significati, moltissimi modi di essere, che è impossibile trovare una parola o una frase che riesca a decifrarlo. La pura verità, infatti, è che l'amore è amore, non ha spiegazione, non ci sono giri di parole. Esistono le sue manifestazioni, oltre a ciò che si prova, ma non ci si può ragionare molto sopra.  C'è l'amore fra genitori e figli, e già all'interno di questo esistono differenze fra quello provato dai primi e quello sentito dai secondi, e c'è quello di coppia, anch