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Visualizzazione dei post con l'etichetta ricordi

Sguardi

Sono sempre stato portato a farlo, ma ho capito che è del tutto inutile erigere monumenti, restare aggrappati al passato: i vecchi morti devono lasciare spazio ai nuovi perfino nei cimiteri, figurarsi se questo non accade con i vivi. Non ci rassegniamo alla morte e l'amore non è che una promessa d'eternità impossibile da mantenere. A restare, dopo il sogno di immortalità, è un mediocre ma realistico istinto di sopravvivenza. So finalmente che il nostro è semplicemente un passaggio, che prevede soltanto il tempo di uno sguardo sulle persone e sul mondo. Mi sta bene così, questa consapevolezza amara piuttosto che un'illusione drogata. Dell'ultimo viaggio, mi resta il mio stesso sguardo su Guernica, sulla guerra e sullo strazio, le bocche aperte e lacerate dall'urlo. La mia necessità improvvisa, trattenuta, di piangere, inconcepibile in pubblico, senza un motivo apparente o per ogni possibile, intima ragione. Ricordi sfocati, evocazioni indefinite. Ad ogni modo, un pas...

I nuotatori

"Forza, che ce la facciamo anche oggi". Dico così, quando lo incrocio, a un mio conoscente che incontro spesso al parco, commentando il caldo che questo pomeriggio colpisce sia noi che i nostri cani, tutti i giorni a passeggio su prati ormai arsi dal sole. Lui mi risponde con un consiglio, quello di portare, quando ho tempo, Spot al lago, in un posto allestito per i cani, dove può fare il bagno. Al che gli confesso le mie resistenze riguardo i laghi, gli dico che li trovo luoghi con poca ventilazione, perché spesso sorgono all'interno di una conca, a volte, come quelli vicino Roma, nel cratere di un vulcano spento. "E poi - aggiungo - non mi piacciono i posti cinocentrici, dove tutto ruota attorno al nostro amico a quattro zampe, e dunque non c'è spazio per le persone, almeno per quelle intenzionate a rilassarsi e a godere un po' del fresco anche loro".  Obietta che il lago di cui mi sta parlando "è ventilato, si sta bene, meglio che al mare". ...

Tu sei andata via, né io ti ho aspettata

Non ho mai visto una panchina  che di notte si schiodi dal terreno  e se ne vada in giro per il parco.  Eppure, nelle assi dilatate dalla pioggia  e bruciate dal sole leggo un volto che ha rughe di legno,  lisce grazie a uno scultore  che non usa scalpelli e lime,  ma la forza del tempo e dell'attesa.  E che è bello accarezzare  con la mano della memoria. Saranno passati almeno dieci anni  da quella sera di ottobre.  Eravamo più giovani  e al culmine della felicità,  ma con nell'animo un vago e immotivato  presagio di caduta.  Tu sei andata via e non sei più tornata,  né io ti ho aspettata. La panchina era ferma al suo posto  già prima di noi.  Ed è ancora lì, sopra l'erba ora verde e adesso gialla,  indifferente al passaggio delle stagioni,  di chi si siede o semplicemente le passa accanto. Ed è come se in tutto questo tempo nulla d’importante sia mai accaduto. Il legno adesso  fa c...

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi...

 'Erano i capei d'oro a l'aura sparsi...': basta soltanto questo primo verso del sonetto di Petrarca ed è sufficiente l'imperfetto del verbo essere per proiettarci in un tempo distante, ormai lontano, celeste soltanto nella memoria e oggi più che mai caduco, come qualsiasi cosa terrena, sia essa perfino la donna amata. Basta questo tempo remoto e imprecisato a staccare il ricordo di 'uno spirito angelico' dalla realtà di oggi, dove la vecchiaia ha il sopravvento e all'amore... non resta che essere terreno. Mio figlio domani ha una verifica di letteratura a scuola e mi ha voluto ripetere ciò che aveva studiato dell'autore de Canzoniere. Il componimento numero 90 da lui citato ha suscitato in me vaghi e lontani ricordi e molte suggestioni, che ben presto hanno abbandonato il poeta del dubbio per riferirsi esclusivamente a lui. E così, com'è già capitato in altre occasioni, di punto in bianco me lo sono ritrovato ancora una volta già grande, più di ...

Fine estate

  "Nessuno ci ha regalato niente. E' inutile farci illusioni". "Non capisco perché devi sempre mettere in discussione tutto". "Siamo stati per due settimane in questo posto che si chiama 'Sentiero del paradiso', ma non mi è sembrato affatto il luogo della felicità". "Ma la felicità non è fatta soltanto di momenti felici. La felicità si costruisce, non piove dal cielo". Era l'ultimo giorno di vacanza e già erano con la mente dove si sarebbero separati. Lui vedeva tutto nero ed era disposto a cancellare ogni istante di felicità appena trascorsa pur di non provare nostalgia, per evitare di pensare all'imminente futuro che lo attendeva. Tutto o niente, si diceva. E il niente era ciò che in lui prendeva sempre più corpo. Lei invece considerava i giorni come un momento passeggero e sapeva accettarli per quello che erano. I giorni terminavano, l'uno dopo l'altro, soprattutto quelli brutti, ma era il suo sguardo su di essi a p...

Foglie

  Un uomo... E vero, per giunta. Che cosa vuol dire? Siamo tutti, anche tu, esseri umani. Il fatto è che certe volte lo dimentichiamo, e questo io cerco di non farlo. Io colgo, perfino nello sguardo, di chi è indubbiamente e sfacciatamente felice, un velo di tristezza. Io non mi soffermo sul sorriso, ma sugli occhi umidi di chi ho davanti.  Io, in una bella giornata di sole, ne intravedo il termine. E al termine, ripenso sempre a quanto è stata bella, anzi, che è stata la più bella di tutte: per me il ricordo conta più del presente evanescente, perché può durare quanto voglio. E' questo il modo di essere uomo, vero. Ci pensavo l'altra volta, guardando le foglie cadere. Ma non è, questa facile e ricorrente metafora della nostra caducità, l'aspetto che voglio sottolineare. Bensì la considerazione della primavera attraverso la lente dell'autunno. Quanto dura, infatti, il periodo dei fiori e del sole e delle giornate interminabili? Davvero poco di fronte alle altre stagioni...

Prima che la neve potesse sciogliersi in lacrime

E' successo la prima volta che hai visto quel manto bianco che rivestiva tutto attorno a te, e sei rimasto senza parole da dire. Prima che la neve potesse sciogliersi in lacrime, quel giorno hai cercato il mio sguardo.   E' così che hai saputo che quella cosa fredda e che bruciava le mani, e sulla quale tuoi passi erano trasparenti e non facevano rumore, era una cosa difficile da capire. Ma bella, nonostante tutto. E ti sei messo a inseguire il vento. Fino a oggi. Fino a ogni volta che ancora mi guardi, con gli occhi di allora. E che mi parlano, senza pronunciare parole.  Mentre io non voglio altro che tu riprenda il tuo volo leggero e ti spinga lontano, con ali forti. Di cosa hai paura, di fronte alla tua giovinezza e alla vita che sta lì, tutta per te. Bella, anche se indecifrabile come una distesa di neve.  (2022)

Il pescatore

Solo, sulla sua barca, il vecchio ogni tanto si spostava di qualche metro, prima verso ovest e poi verso est, quando capiva che nel punto dove si era fermato non abboccava neanche un pesce. Portava una sciarpa arrotolata attorno al collo, nonostante non facesse freddo. E non aveva un cappello che lo proteggesse dal sole, che, oltre lui, colpiva in pieno anche noi, mentre lo guardavamo dalla spiaggia. Un cane sonnecchiava contento per quel tepore del primo mattino. L’altro, invece, sempre all’erta, non si sa mai che un pesce guizzasse all’improvviso fuori dall’acqua e gli piovesse direttamente in bocca. Si spostava, il vecchio, inseguendo pesci che non vedeva. E nel farlo era come la corrente silenziosa e che scorreva fluida sotto la sua barca, mentre anche il sole, che sa essere discreto e sfrontato al tempo stesso, a sua volta lo seguiva, così come avevano fatto per un poco i nostri occhi. Poi, è successo che del pescatore ci siamo dimenticati. Da un momento all’altro non abbiamo più ...

Il buco

  Mi hai detto che osservi il futuro oltre un buco, dalla tua posizione presente, al di qua di esso. E mi hai raccontato la tua bella visione, la tua immaginazione, che non può che farmi piacere.  Il bello di adesso, anche domani... non vorrei altro. Hai ribadito che per te il passato non ha importanza e che non per niente ha il nome di "passato", perché quel tempo è trascorso, è andato via, quindi non è più importante, non deve influenzarci troppo. Non ce la faccio a pensare al passato nei tuoi stessi termini: per me, perfino gli occhi, che sono frontali e che quindi guardano inevitabilmente davanti a sé, sono lo sguardo di chi ha già vissuto. E proiettano noi stessi oltre quel buco, non un'altra cosa: noi, siamo sempre e soltanto noi. Perché ciò che scorgono, i nostri occhi lo interpretano sulla base di quel che già sanno, mentre ciò che non vedono lo possono immaginare partendo dalla propria fantasia. Il che non vuol dire necessariamente essere astratti, dato che anche...

Frammenti d'estate

  Ci siamo stupiti quando delle persone che non conoscevamo ci hanno offerto i loro panini durante una passeggiata in un bosco. Ricordo le mani, intente a coprire bocche senza denti, quando sorridevano. Anche il vino fatto da loro ci hanno regalato, se ne avessero avuto dell'altro ci avrebbero dato anche quello. Avrei voluto ricambiare, non sono abituato a prendere senza a mia volta dare, ma non avevo nulla con me, se non la mia riconoscenza, il mio stupore e questa storia che immaginavo di raccontare. Mentre ce ne andavamo, ci siamo detti che sarebbe bello rincontrali fra un anno, come vecchi amici che si ritrovano per caso. Sapevamo il nome del posto, ma ugualmente siamo partiti senza conoscere dove stessimo andando, perché il nome la prima volta non dice nulla, mentre soltanto successivamente è capace di raccontare. Adesso che conosciamo anche il luogo, quando lo facciamo, finalmente sappiamo di che stiamo parlando: soltanto di un frammento, di una parte della nostra vita nella ...

D'estate in giro per Roma

Ad agosto la città è una scoperta. Sono già un paio di volte che la sera me ne vado in giro per il centro assieme a Spot. Tre ore di passeggiata per vie e piazze di Roma piene di turisti nei bar e nei ristoranti all'aperto o che come me camminano e si godono un frangente di vita ritrovata. E' proprio questo aspetto che mi colpisce mentre ceno con un gelato: quello felice delle persone che incrocio. Osservo i ragazzi che si amano, gli sguardi che non hanno altri occhi che per quelli che hanno di fronte ai loro. Dev'essere l'aria fresca della sera o il fatto che d'estate la luce fa un altro effetto, ma mi sembrano tutti bellissimi, direi addirittura immortali, nel loro tempo fermo che vivono nella pienezza del momento. E penso a quella storia assurda e che ogni tanto qualcuno racconta, che al mondo siamo in tanti, quasi otto miliardi, e che quindi ci sono storie d'amore pronte a sbocciare ovunque e con chiunque. Tutte sciocchezze, mi dico a bassa voce. Perché se è...

Il volo

E' una bella giornata di primavera, di sole caldo e di vento fresco, in cui tutto appare in una sorta di equilibrio perfetto, dalla temperatura ai colori nel parco, alle ombre del tardo pomeriggio, il verde e il nero, e poi l'azzurro al di sopra di essi, e le nuvole che transitano disinteressate.  Oggi non è il giorno migliore per piovere, è una giornata di primavera perfetta.  Le persone affluiscono, si danno il cambio, c'è chi resta e chi va via, famiglie con i bambini, cani che scorrazzano sui prati, le foglie degli alberi mosse da un vento leggero. Gli uccelli fanno ciò che hanno sempre fatto: cinguettano e volano, ma si sentono soltanto se attorno c'è silenzio e si scorgono se non guardiamo per terra. C'è sempre questa linea di confine fra ciò che sta in alto e quel che vediamo all'altezza dei nostri occhi.  Abbiamo separato ogni cosa: il bello dal brutto, la primavera dall'inverno, così come il caldo dal freddo e il cielo dalla terra. Perfino il pensie...

L'isola che non c'è

 Un bastone trovato da Spot al parco e la sua richiesta di lanciarglielo mi hanno fatto tornare in mente Peter Pan. Dieci anni fa Dodokko vestiva i panni del bambino che non voleva crescere e qualche volta raccoglievamo un pezzo di ramo in pineta, e quello diventava in un attimo il suo pugnale, che brandiva contro un Capitan Uncino immaginario, contro il vento. Ma poi, mio figlio è cresciuto, come tutti i bambini in carne e ossa, e il suo abito verde, ora, chissà dove è finito... C'è Spot, adesso, che a cinque anni continua a comportarsi come un cucciolo, mentre Dodokko è diventato un adolescente. Non era credibile che potesse restare per sempre un bambino. Il tempo è trascorso e noi, obbedienti, lo abbiamo seguito come un'ombra, sempre un passo dietro a questa condizione umana imprescindibile. O forse, molto più probabilmente, è lui che ci ha inseguiti, che non ci ha mollati neanche per un momento, sempre con il fiato sul collo. La sua ombra segna inevitabilmente la nostra str...

Una felicità dimezzata: la sposa

..."E invece, questo disegno incompleto è il ritratto stesso della mia incompletezza"... Molto tempo fa, sul finire degli anni '90, feci uno dei miei primi viaggi di lavoro. Andai a Milano, dove rimasi per tre giorni a seguire un congresso politico talmente estenuante, che la sera non mi restava alcuna voglia di andarmene in giro per la città, che a settembre riempiva vie e piazze di gente allegra. Volevo soltanto ritornare in albergo a fare una doccia, sdraiarmi sul letto e, al massimo, sentire qualcuno al telefono. Era un hotel vicino alla stazione e non lontano dall'auditorium dove si svolgevano i lavori di un partito già in via di estinzione. Il mobilio e la tappezzeria conservavano un'antica ambizione d'eleganza, ma mi apparivano inesorabilmente decadenti. Ricordo la moquette rosso bordeaux, alcune poltrone di pelle ocra dai braccioli consumati, un letto alla francese con un materasso sproporzionatamente alto, rivestito da un copriletto di raso verde ingl...

Ventiduesima lettera: chiedere scusa

Molti anni fa mi capitò di vivere una storia d'amore talmente struggente e disperata da sentirmela tuttora sulla pelle, come se mi fosse capitata ieri. Amai quella persona come potrebbe fare un adulto che ha il cuore aperto e spensierato di un bambino e gli occhi gonfi di lacrime di un vecchio. Furono due mesi di felicità e, allo stesso tempo, di tristezza: sapevo fin dall'inizio che quella storia non sarebbe potuta durare. Ed è per questo che ogni momento che passai insieme a lei fu magico. Era l'onda che veniva e che andava via, la bellezza dell'incontro e dell'addio. La coincidenza della felicità con il suo opposto. L'illusione di fermare il tempo, di rendere immortale il momento ed eterno ciò che ogni giorno scompare. Tuttavia, fu un amore non corrisposto. Mi accorgevo di questo, lo avvertivo, ne avevo la percezione, mi rabbuiavo. Era irrazionale, ma lo sapevo che era così. Non mi importava: ero infelice, sì, ma anche felice, dopotutto. E questo secondo aspe...

Ventunesima lettera: fantasmi

Ce l'ho in mente già da qualche tempo questa lettera un po' strana, ma riesco a scriverla soltanto adesso che ho messo finalmente le idee a fuoco. Parla di fantasmi, questo però non vuol dire che abbia a che fare con la fantasia. Infatti, l'argomento è la corrispondenza, l'illusione e la disillusione. La prima è il fondamento sul quale qualsiasi relazione dovrebbe basarsi. È l'aspirazione a un rapporto paritario, un desiderio forse utopistico, in questo senso è un fantasma che non si è ancora manifestato. La seconda è il non voler considerare il fatto che il rapporto è impari, il fantasma prende forma ma l'idea che possa effettivamente esistere viene respinta. La terza è la presa di coscienza della mancanza di reciprocità, è il momento in cui il fantasma è scacciato e si dissolve. Avevo 14 anni la prima volta che realizzai quanto per me sia indispensabile costruire relazioni alla pari con gli altri. Il mio migliore amico era un compagno di classe intelligente e ...

Coccole e ponti

Un paio di settimane fa, ancora in cerca di spiegazioni per alcune vicende appena trascorse e con la voglia di completare un ritratto che sentivo soltanto come abbozzato, ho deciso di leggere, senza troppa convinzione,  Alla ricerca delle coccole perdute dello psicologo Giulio Cesare Giacobbe. L'idea al centro del libro, nonché la tesi dell'autore, è che nella vita di ogni persona sono presenti tre fasi: quella del bambino, quella dell'adulto e quella del genitore. Il primo è bisognoso di coccole, di cibo, di cure, di protezione e di conforto. E' un egoista che piange e pretende che gli sia data qualsiasi cosa comandi. Non domina il proprio territorio, né le proprie paure. L'adulto è colui che non ha bisogno di nessuno, basta a se stesso, non chiede e non dà, semmai prende, perfino dagli amici, se vuole, altrimenti sta benissimo da solo. Non gli servono coccole per sentirsi bene. E' autosufficiente, autoaffermato, individualista e sfruttatore, sa dominare il pro...