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Il volo

E' una bella giornata di primavera, di sole caldo e di vento fresco, in cui tutto appare in una sorta di equilibrio perfetto, dalla temperatura ai colori nel parco, alle ombre del tardo pomeriggio, il verde e il nero, e poi l'azzurro al di sopra di essi, e le nuvole che transitano disinteressate. 
Oggi non è il giorno migliore per piovere, è una giornata di primavera perfetta. 
Le persone affluiscono, si danno il cambio, c'è chi resta e chi va via, famiglie con i bambini, cani che scorrazzano sui prati, le foglie degli alberi mosse da un vento leggero.
Gli uccelli fanno ciò che hanno sempre fatto: cinguettano e volano, ma si sentono soltanto se attorno c'è silenzio e si scorgono se non guardiamo per terra.
C'è sempre questa linea di confine fra ciò che sta in alto e quel che vediamo all'altezza dei nostri occhi. 
Abbiamo separato ogni cosa: il bello dal brutto, la primavera dall'inverno, così come il caldo dal freddo e il cielo dalla terra. Perfino il pensiero, che può volare alto oppure restare dentro di noi e non trovare voce. 
Questa è la nostra idea di perfezione: distinguere, fare ordine per capire, semplificare.
Spot si aggira nelle vicinanze, annusa di qua e di là, va incontro ad altri cani. Lo osservo seduto su un tronco d'albero, anch'io vago, seppure con lo sguardo, e mentalmente faccio le mie considerazioni percorrendo con gli occhi il panorama che ho di fronte, l'alto, al di là della collina, e il basso, vicino ai miei piedi. Collego cose ai ricordi, ripenso a fatti recenti, la realtà è sia fonte d'ispirazione che di memoria.
L'ho già detto: è una bella giornata di primavera. Ma è rotta dal volo, fra cielo e terra, di un germano reale.
A un metro dal lui lo insegue un branco di cani. Basta un balzo e finirà che lo prendono. Perché non sale più in alto?
Seguo anch'io il volo di questo uccello, fin dove mi è possibile farlo, fino a quando non lo perdo di vista, oltre la collina alla mia sinistra. Passano tre minuti e il germano reale ricompare dalla parte opposta, dopo aver fatto il giro, ancora inseguito dai cani, sempre volando rasoterra. 
Sarà un gioco, penso ingenuamente. Si divertono così, semplifico, i cani a inseguire e l'uccello a non farsi prendere.
E' un gioco che abbiamo fatto tutti da bambini, uno schema ancora attuale, anche nel mondo degli adulti, quello che esiste fra chi insegue e chi fugge e, fintanto che non entreranno in contatto, non si capirà mai chi dei due è il più forte: non è affatto scontato, infatti, che chi fuggiva fosse il più debole, e saranno i giorni a venire a offrire le migliori conclusioni rispetto a questa inutile esigenza umana di conoscere sempre chi sia il vincitore e chi il vinto.
Il fatto è che ragioniamo per categorie elementari: la solita demarcazione fra cielo e terra, anche di fronte all'esempio lampante di un animale sospeso, che non sa bene dove viaggiare e ora non sa nemmeno dove si trovi e che non ha scelta: il germano reale non sale in alto perché da lontano non riuscirebbe a vedere dove sono finiti i suoi anatroccoli con i quali poco fa camminava sul prato fosforescente.
La sua passeggiata in famiglia, lui in testa e i suoi cuccioli in fila dietro alla sua coda, era iniziata poco prima che un cane lo scorgesse in mezzo all'erba e cominciasse a dargli la caccia. 
Poi aveva spiccato il volo.
Era una bella giornata di primavera, perfetta anche per i germani reali per allontanarsi dal lago e gironzolare nei paraggi, ogni tanto è necessario uscire dai propri confini altrimenti il mondo non lo si conosce. E un genitore insegna proprio questo ai figli, quando esce di casa e tiene loro la mano, e anche quando questa mano la lascia, ché bisogna pur affidarsi al futuro, dato che nessuno è in grado di conoscerlo oggi.
Andrà come deve andare, non possiamo fare nulla per cambiarne il destino, gli anatroccoli si salveranno oppure finiranno schiacciati da un piede distratto o ingoiati da qualche animale. Tutto questo ha davvero poca importanza, anche se può dispiacere. E' una bella giornata di primavera e non si può dire alla gente di non andarsene a spasso e di non godersi il sole e l'aria fresca. Così come non si può impedire a un cane che è libero di sopprimere il proprio istinto, che è quello di dare la caccia a un uccello a portata di muso.
La realtà non è affatto semplice, ma è molto più complicata e caotica di qualsiasi schema mentale, che non ha altro scopo se non quello di inquadrarla, costringerla entro i nostri parametri per darci l'illusione di comprenderla. 
Soddisfazione effimera, la nostra, che ci serve soltanto per dormire sonni sereni, il futuro per ora non abita qui, in un mondo che per un momento siamo riusciti ad allontanare da noi stessi, soltanto per definirlo perfetto.   
Il germano reale ha compiuto altri giri, nuovi cani sono dietro di lui, sono sopraggiunti adesso, hanno sostituito quelli di prima e sono meno stanchi di un uccello che sta volando da almeno mezz'ora. E che fa il giro del mondo, fuggendo da chi lo insegue, sospeso fra cielo e terra, fra la sua morte e la vita dei figli.
C'è questo confine fra ciò che sta in alto e quel che sta in basso ed è sempre qui che un genitore compie il proprio volo, sulla linea dove l'unica decisione che è impossibile prendere è quella di salvare se stesso.

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