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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Ti piace quando rido, papà?

"Ti piace quando rido, papà?". Me lo ha chiesto Dodokko domenica mattina, appena usciti di casa, mentre camminavamo su un marciapiede inondato dal sole. Gli ho risposto di sì, ovviamente: "Certo che mi piace - gli ho detto -. Anzi, dovresti sorridere sempre. Vorrei che fossi sempre felice e che non piangessi mai". Mio figlio ha cominciato subito ridere, appena dopo aver ascoltato le mie parole: ha preso alla lettera ciò che gli ho detto. Il suo è stato un sorriso bello, anche se non troppo spontaneo. Un sorriso voluto, ma non forzato, per nulla artificiale: un sorriso contento.

La valigia del cavalier Strombazza

Tanto è una storia basata su degli equivoci. Capirla oppure no non faceva differenza. L'importante era divertirsi. E Dodokko si è divertito eccome domenica, alla sua 'Prima' al teatro dei burattini San Carlino di Roma. Fra tanti bambini urlanti, ha urlato anche lui dalla platea come mai lo avevo sentito fare. Soprattutto, gli sono piaciute le bastonate che si sono date Pulcinella, Arlecchino e Grattone. E ha anche voluto interagire con loro, indirizzando ogni tanto contro questi personaggi il raggio (elettrico?) che parte dal suo dito. Poi si è voltato spesso in direzione della sua cuginetta un po' più grande di lui, facendole sentire la sua grassa risata soddisfatta e per condividere con lei il suo godimento della rappresentazione. Equivoci, dicevamo. Che nascono per due valigie identiche, nel caso del racconto a cui abbiamo assistito, ma anche a causa di due realtà contrapposte e che a un certo punto sono entrate in contatto fra loro. Dodokko, al termine di una bella

Lo strano caso della cicogna di Lodi (I indizio: il tiglio)

E' una storia vera e una favola triste quella accaduta qualche giorno fa a Caselle Lurani, vicino Lodi. Ne ha parlato il Corriere della Sera e, sulle stesse pagine, ne ha scritto un commento perfino il poeta Tonino Guerra. Protagonista di questa storia e di questa favola è una cicogna, anzi un cicogno, morto in circostanze ancora non del tutto chiare, probabilmente per salvare il suo nido e la sua covata, due uova (ma c'è chi dice fossero addirittura tre!), la sua discendenza, la sua prossima generazione di cicogne. Ora, giornale alla mano, ascoltati alcuni testimoni diretti della vicenda, voglio raccontarvi come sono andate veramente le cose, quali sono state le dinamiche reali dei fatti e, soprattutto, dirvi per ultimo qual è il movente dell'omicidio. Sì, avete sentito bene, dell'omicidio, perché di questo trattasi e non di incidente come vuol farci intendere la cronaca. E voglio anche cogliere l'occasione per invitare i lettori, che abbiano a loro volta sentito

Violenza (ancora sulla libertà e l'intolleranza)

Sulla libertà che suscita l'intolleranza , una poesia di Paolo Bellino detto Rotafixa. Uno che ama la bicicletta e il senso di libertà che questo oggetto produce. violenza Non conto più le volte che mi hanno minacciato insultato mandato a quel paese. Non so perchè. O meglio lo so: sono un ostacolo. Un uomo di traverso sulla strada del progresso. Un nemico dell'economia. Questi mi vogliono fare fuori perchè sono in mezzo alle scatole. Me lo dicono, non è uno scherzo. E non è neanche uno stato centroamericano sfigato la cui produzione principale é cocaina. Questa é l'Italia. Una violenza insensata, fortunatamente finora senza sbocchi. Dovremmo passare il tempo a baciarci e invece sogniamo di scannare qualcuno. (Paolo Bellino detto Rotafixa http://www.movimentofisso.it/ )

Libertà e intolleranza quotidiane

Meravigliosa la frase sentita stamattina, rivolta a me in presenza di mio figlio: "Io questo qui lo ammazzerei!". Ora vi spiego come è nata, chi l'ha detta e, ovviamente, anche il perché. Dunque, come ogni giorno, stavo accompagnando Dodokko all'asilo, in bicicletta. Per farlo, essendo la mia un tipo di bici non predisposta per il seggiolino, durante tutto il tragitto sorreggo col braccio sinistro mio figlio mentre con il destro tengo il manubrio. Poi pedalo sul marciapiede, perché è più sicuro della strada, con tutte le macchine che passano. Durante la nostra breve passeggiata, fra un sorriso e una frase, incrociamo ed evitiamo alberi, buche, negozi, cani e persone. Ogni mattina, più o meno, sempre gli stessi alberi, buche, negozi, cani e persone. Come il gruppetto di pescivendole, fuori dalla pescheria, che chiacchierano fra loro. Non so se improvvisamente o se ci pensasse da tempo, fatto sta che una di loro, appunto, stamattina evidentemente ha preso coraggio, è ha