Ci ho già riflettuto altre volte, ma ultimamente mi capita di pensarci sempre più spesso: di fuggire dall'Italia, dal Belpaese che non trovo più bello. L'idea potrà sembrare banale, lo so, ma banale non è. Lasciare ciò che si è fatto con fatica, una casa, un lavoro, gli affetti, non è facile da mettere in pratica: è per questo che tante volte lo diciamo e mai lo facciamo veramente. Ma per il bene di un figlio, stavolta, dovremmo finalmente prenderla questa benedetta e maledetta decisione. Perché del baratro dove è precipitata la nostra nazione non riesco a vedere la fine. E ho l'impressione, anzi la certezza, che non basterà nemmeno l'arco di tempo di una nuova generazione (quella di mio figlio, appunto) a cambiare le cose. Non si risolleverà l'Italia del sistema metastatizzato dalla corruzione, dall'abuso del potere, dal velinismo, dalla politica da star-system, dal sanremismo, dal tangentismo, dalle raccomandazioni e dall'evasione fiscale. Non si salverà l
appunti di viaggio di Cristiano Camera