Sono usciti negli ultimi giorni vari articoli che citano una ricerca norvegese secondo la quale il latte materno non garantirebbe una salute migliore a mamme e bambini rispetto al latte artificiale. La stessa ricerca affermerebbe che è la presenza in gravidanza di alti tassi di testosterone e altri ormoni maschili a impedire poi la riuscita dell'allattamento la seno.
A questi articoli, dei quali cito alcuni titoli ("L'allattamento al seno non è migliore di quello artificiale", La Stampa 7/01/10; "Allattamento: il latte in polvere è come quello materno", PourFemme Mamma 8/01/10; "Studio rivela che l'allattamento al seno non influisce molto sulla salute dei neonati", Cordis Notiziario, 14/01/10), hanno dato risposta autorevoli organizzazioni, come la Academy of Breastfeeding Medicine , l'UNICEF inglese , e Mike Brady di Baby Milk Action.
Anche IBFAN International ha replicato al rettore della Norwegian University of Science and Technology (che ha pubblicato la ricerca), evidenziando che i risultati dello studio sono stati divulgati con affermazioni non attinenti l'oggetto dello studio, non supportate da evidenze e che si prestano a minare la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno (www.ibfan.org). I comunicati dell'Academy of Breastfeeding Medicine e dell'UNICEF UK Baby Friendly Initiative, tradotti in italiano, sono su AlibaBlog (AlibaBlog.com). Infine, Mike Brady di Baby Milk Action ha contestato in modo molto preciso e argomentato il modo in cui si è parlato di questo studio, sia da parte del prof. Carlsen, che da parte dei giornalisti e delle agenzie che hanno riportato la ricerca sui media. La traduzione in italiano dei suoi post è ospitata nel sito del MAMI (www.mami.org).
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A questi articoli, dei quali cito alcuni titoli ("L'allattamento al seno non è migliore di quello artificiale", La Stampa 7/01/10; "Allattamento: il latte in polvere è come quello materno", PourFemme Mamma 8/01/10; "Studio rivela che l'allattamento al seno non influisce molto sulla salute dei neonati", Cordis Notiziario, 14/01/10), hanno dato risposta autorevoli organizzazioni, come la Academy of Breastfeeding Medicine , l'UNICEF inglese , e Mike Brady di Baby Milk Action.
Anche IBFAN International ha replicato al rettore della Norwegian University of Science and Technology (che ha pubblicato la ricerca), evidenziando che i risultati dello studio sono stati divulgati con affermazioni non attinenti l'oggetto dello studio, non supportate da evidenze e che si prestano a minare la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno (www.ibfan.org). I comunicati dell'Academy of Breastfeeding Medicine e dell'UNICEF UK Baby Friendly Initiative, tradotti in italiano, sono su AlibaBlog (AlibaBlog.com). Infine, Mike Brady di Baby Milk Action ha contestato in modo molto preciso e argomentato il modo in cui si è parlato di questo studio, sia da parte del prof. Carlsen, che da parte dei giornalisti e delle agenzie che hanno riportato la ricerca sui media. La traduzione in italiano dei suoi post è ospitata nel sito del MAMI (www.mami.org).
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