Hanno rispettivamente 8 e 11 anni Sasha e Malia, le 'first daughters' d'America, le figlie di Barack e Michelle Obama. La loro missione è di essere un esempio per tutti i bambini degli Stati Uniti. Per riuscirvi, i genitori presidenziali hanno redatto per le due ragazzine una rigida lista di regole. Dal divieto di mangiare cibi grassi a quello di non guardare la televisione se non nei fine settimana, all'obbligo di andare a dormire rispettivamente entro le 20 e le 21, a quello di essere destate la mattina dal suono soave di una sveglia fin dall'età d 4 anni.
Iniziamo dalla dieta. All'origine della decisione di non far mangiare alle figlie 'junk food', il parere del pediatra di famiglia, il quale un giorno avvertì gli Obama che la loro prole correva il rischio di diventare obesa. Non si sa bene quando il medico lo fece, anche perché non risultano esserci in giro foto delle due ragazzine con tracce di grasso in eccesso, ma soltanto immagini di bambine piuttosto magre. Si può supporre che le due abbiano preso, nel corso degli ultimi anni o mesi, 2 o 3 etti di troppo, comunque invisibili a occhio nudo.
Fatto sta che Michelle Obama, allarmata dal pediatra, a fine gennaio si è fatta paladina di una campagna all'insegna dell'attenzione al cosiddetto 'Indice di massa corporea' anche in età pediatrica. Allerta dunque non solo nei confronti dei cibi-spazzatura, ma anche della grandezza delle porzioni, del latte intero e dei soft-drink. Al loro posto sulla tavola della Casa Bianca, acqua semplice ai pasti, pompelmi a colazione, mele a pranzo e verdura a cena. “Bastano piccole accortezze come queste, piccoli cambiamenti nelle abitudini, per raggiungere grandi risultati”, ha affermato la Firs lady dal palco della sede di Alexandria (Virginia) della YMCA (Young Men’s Christian Association).
E veniamo al divieto assoluto per le figlie del presidente di guardare la televisione nei giorni in cui c'è la scuola e al permesso di farlo, ma sempre con grande moderazione, soltanto nei week end. Non voglio sindacare su un fatto come questo, interno a una famiglia. Infatti, non ritengo la visione della tv indispensabile e, anzi, spesso è meglio non accenderla che guardarla, magari sostituendo i programmi demenziali solitamente trasmessi con la lettura di buoni libri. Libri formativi nelle ore di svago, come consiglia appunto la coppia presidenziale. Tuttavia mi fa sorridere il modo con cui viene chiamata in America questa decisione da parte di Obama: 'executive order'. Ordine esecutivo ovvero decreto governativo, emanato dalla 'executive authority', cioè dal presidente e primo ministro plenipotenziario Barack.
Per la verità, mi fa sorridere, stavolta però un po' amaramente, la motivazione, riferita alla rivista Essence, del presidente e della consorte circa tali decisioni: la necessità di responsabilizzare le figlie riguardo la propria formazione fin dall'età di 4 anni, ossia dal momento in cui è stato il trillo di una sveglia a dare il buongiorno alle bambine e a dire loro di rifare i letti e preparasi velocemente per correre a scuola. Nel quadro della responsabilizzazione, dunque, oltre alla “no-television policy”, anche l'obbligo di iniziare a fare i compiti appena rientrate a casa per terminarli prima di cena oppure, se non si fa in tempo, prima dell'ora di andare a letto: “Una pratica che richiede impegno e disciplina sia per i figli che per i genitori”.
Un cosa è chiara: per gli Obama, le figlie, come ogni altro studente, devono assumersi le proprie responsabilità già da prima delle scuole elementari. Arrivando a scuola in orario, dando del loro meglio in classe, finendo i compiti a casa. Leggendo e leggendo tanto, per arricchire il proprio vocabolario e comprendere idee complesse, oltre che per scrivere e leggere meglio. Secondo il credo della Casa bianca, è necessario stabilire dei traguardi. E bisogna imparare l'arte della pianificazione per raggiungere gli obiettivi fissati. La società americana e il mondo sono competitivi: non si può restare indietro. Pianificare, dunque, pianificare fin dalla più tenera età. Proprio come fanno e insegnano a fare Barack e Michelle. Nella dieta come nella formazione. Soltanto così si diventa dei numeri uno: first daughters o first ladies, che dir si voglia. Oppure, un giorno chissà, prime presidenti donne.
Iniziamo dalla dieta. All'origine della decisione di non far mangiare alle figlie 'junk food', il parere del pediatra di famiglia, il quale un giorno avvertì gli Obama che la loro prole correva il rischio di diventare obesa. Non si sa bene quando il medico lo fece, anche perché non risultano esserci in giro foto delle due ragazzine con tracce di grasso in eccesso, ma soltanto immagini di bambine piuttosto magre. Si può supporre che le due abbiano preso, nel corso degli ultimi anni o mesi, 2 o 3 etti di troppo, comunque invisibili a occhio nudo.
Fatto sta che Michelle Obama, allarmata dal pediatra, a fine gennaio si è fatta paladina di una campagna all'insegna dell'attenzione al cosiddetto 'Indice di massa corporea' anche in età pediatrica. Allerta dunque non solo nei confronti dei cibi-spazzatura, ma anche della grandezza delle porzioni, del latte intero e dei soft-drink. Al loro posto sulla tavola della Casa Bianca, acqua semplice ai pasti, pompelmi a colazione, mele a pranzo e verdura a cena. “Bastano piccole accortezze come queste, piccoli cambiamenti nelle abitudini, per raggiungere grandi risultati”, ha affermato la Firs lady dal palco della sede di Alexandria (Virginia) della YMCA (Young Men’s Christian Association).
E veniamo al divieto assoluto per le figlie del presidente di guardare la televisione nei giorni in cui c'è la scuola e al permesso di farlo, ma sempre con grande moderazione, soltanto nei week end. Non voglio sindacare su un fatto come questo, interno a una famiglia. Infatti, non ritengo la visione della tv indispensabile e, anzi, spesso è meglio non accenderla che guardarla, magari sostituendo i programmi demenziali solitamente trasmessi con la lettura di buoni libri. Libri formativi nelle ore di svago, come consiglia appunto la coppia presidenziale. Tuttavia mi fa sorridere il modo con cui viene chiamata in America questa decisione da parte di Obama: 'executive order'. Ordine esecutivo ovvero decreto governativo, emanato dalla 'executive authority', cioè dal presidente e primo ministro plenipotenziario Barack.
Per la verità, mi fa sorridere, stavolta però un po' amaramente, la motivazione, riferita alla rivista Essence, del presidente e della consorte circa tali decisioni: la necessità di responsabilizzare le figlie riguardo la propria formazione fin dall'età di 4 anni, ossia dal momento in cui è stato il trillo di una sveglia a dare il buongiorno alle bambine e a dire loro di rifare i letti e preparasi velocemente per correre a scuola. Nel quadro della responsabilizzazione, dunque, oltre alla “no-television policy”, anche l'obbligo di iniziare a fare i compiti appena rientrate a casa per terminarli prima di cena oppure, se non si fa in tempo, prima dell'ora di andare a letto: “Una pratica che richiede impegno e disciplina sia per i figli che per i genitori”.
Un cosa è chiara: per gli Obama, le figlie, come ogni altro studente, devono assumersi le proprie responsabilità già da prima delle scuole elementari. Arrivando a scuola in orario, dando del loro meglio in classe, finendo i compiti a casa. Leggendo e leggendo tanto, per arricchire il proprio vocabolario e comprendere idee complesse, oltre che per scrivere e leggere meglio. Secondo il credo della Casa bianca, è necessario stabilire dei traguardi. E bisogna imparare l'arte della pianificazione per raggiungere gli obiettivi fissati. La società americana e il mondo sono competitivi: non si può restare indietro. Pianificare, dunque, pianificare fin dalla più tenera età. Proprio come fanno e insegnano a fare Barack e Michelle. Nella dieta come nella formazione. Soltanto così si diventa dei numeri uno: first daughters o first ladies, che dir si voglia. Oppure, un giorno chissà, prime presidenti donne.
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