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Nasce un figlio e la coppia...scoppia

La domanda della settimana è la seguente: ha senso parlare (ancora) di 'coppia' dopo la nascita di un figlio? Non è una questione da poco e a cui si può rispondere sì oppure no, in maniera scontata, dato che non sono pochi - è triste dirlo ma è proprio così - i matrimoni che entrano in crisi con l'arrivo di un bebè. Chi sa cosa succede in queste famiglie improvvisamente 'destabilizzate' a causa del terzo, spesso neanche a dirsi 'imprevisto', incomodo. Fatto sta che per salvare figli e matrimonio, secondo il family coach David Arthur Code, è necessario che marito e moglie pongano come priorità il loro esser coppia e pensino che i figli debbano stare sì al centro, ma non essere il centro. La ricetta della felicità, l'ennesima, in altre parole è la seguente: prima loro due e poi i figli. Famiglia non più bambinocentrica, ma genitoricentrica: questo il nuovo segreto della felicità familiare. Insomma, prendete più spesso una baby sitter e riservate per voi, soltanto per voi, un posto al ristorante per una cenetta a lume di candela. Sarete felici voi e anche i vostri figli. Felici perché vedranno voi, per primi, felici.

Nel suo nuovo libro To raise happy kids, put your marriage first, il terapista della coppia afferma che il miglior modello di cui possono disporre i bambini nella loro crescita è il buon matrimonio dei genitori. E, schematizzando solo come gli americani sanno fare (ascolta le clip delle sue lezioni nel sito www.davidarthurcode.com e le frasi infallibili tipo “conoscenza è potere”), afferma che “ogni genitore desidera che i propri figli siano felici. Ma oggi troppe coppie lasciano che tutto ruoti attorno a questi ultimi. Questo approccio fa male sia ai bambini che al matrimonio. Ma la buona notizia è che non si deve compiere una scelta fra la sposa e i figli. Prendendo spunto dalle ultime ricerche in campo neuroscientifico e dai miei studi su diverse famiglie nel mondo, il mio libro spiega perché il porre in primo piano il matrimonio produce bambini più felici”.

Ma davvero si diventa più felici semplicemente tornando a essere ciò che si era prima della nascita del figlio, ovvero una coppia? E, questo, è veramente possibile con un bambino di mezzo? Le famiglie di oggi sono realmente bambinocentriche? Per quanto mi riguarda, non condivido una virgola del pensiero di questo misconosciuto ministro della Chiesa episcopale, che nelle sue prediche afferma, senza paventare ombre di dubbi, che “chi hai già sposato è la persona perfetta, quella giusta e che non serve lasciarsi per cercarne un'altra”. Il vangelo secondo Code - che ho citato - è solamente un pretesto per porre degli interrogativi a cui non è semplice dare risposta.

Io la penso così e il mio pensiero è ovviamente contestabile: quando nasce un figlio non si torna indietro. La coppia non può ritornare a essere quella che era prima. Deve fare i conti con la nuova realtà, con la famiglia che si è allargata e che comprende un nuovo elemento, principalmente verso il quale destinare ogni energia. Ciò che è possibile è una nuova coppia, da questo momento in poi indirizzata verso un nuovo fine comune. E né il marito, né la moglie devono sentirsi trascurati di fronte ai bisogni del figlio. Se insorgono dei problemi significa soltanto che essi erano presenti già prima dell'arrivo del bambino e che solamente ora vedono la luce. Quante coppie conosco che hanno deciso di non avere figli per non togliere a se stesse la libertà di viaggiare, di uscire la sera e fare tardi oppure di dormire senza essere interrotte dal pianto di un neonato. Quante persone conosco che antepongono la carriera ai figli, considerando questi d'ostacolo alle proprie affermazioni professionali.

Nulla da ridire a gente così: sono scelte loro, decisioni oneste che hanno il diritto di fare. Ma se invece scelgono di fare dei figli, non si lamentino del tempo che verrà sottratto loro. Delle notti insonni, dei raffreddori più frequenti, trasmessi dai baby untori, del rumore dei giocattoli e della pace persa. Non si lagnino della perdita dell'intimità e non proclamino la fine della coppia. Tutto è cambiato, ma per scelta loro, mi dispiace. Quanto poi alla famiglia bambinocentrica, mi dispiace ancora ma non ne conosco una. Io vedo, forse con l'occhio un po' pessimista, bambini ovunque dimenticati: davanti ai videogiochi o alla televisione, parcheggiati all'asilo oppure, ancora in fasce, al nido, a passeggio al parco con la baby sitter invece che con i genitori, perfino nei giorni festivi. Poi però si legge che i genitori vanno in crisi perché i figli vengono considerati come il centro invece di essere messi al centro. Sinceramente, mi sfugge la sottile differenza fra questo 'il' e questo 'al'. Soprattutto, non capisco come fanno i figli a stare al centro mentre la coppia si concede, in pieno diritto, un tête-à-tête al ristorante.

Commenti

  1. Mio nonno erano in undici e all'età adulta ne sono arrivati tre. Una famiglia adesso scoppia per l'arrivo di un solo figlio. Forse è tutta una questione di egoismo. Qualcuno tanto tempo fa cercò di insegnarci che l'amore è più che altro sacrificio ma se parli di religione ti danno subito del bigotto.

    Anche questo posto è molto interessante, complimenti.
    Raffaele.

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  2. Caro Raffaele, parlando di egoismo centri il problema. L'egoista vuole tutto e, insieme, il contrario di tutto. Vuole dei figli, li fa, ma quando non gli conviene, si comporta come se non ne avesse. Li ignora, delega, responsabilizza qualcun altro. Oppure parla di crisi nella coppia, insorta nel momento in cui è nato il figlio.
    Gesù, l'uomo, aveva predicato l'amore che qualche volta comprende anche il sacrificio. Il bel sacrificio, gradito in quanto nato in seno all'amore e rivolto verso chi si ama. Finì male, su una croce, perchè qualcuno non la pensava come lui. Finì male, come ognittanto si finisce male oggi, magari non crocefissi, ma ugualmente vivendo situazioni spesso molto dolorose, soprattutto per chi è innocente.
    A presto, Cristiano

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  3. Quando una donna ti chiede di avere un figlio da maschio puoi avere solo due possibilità: 1) avere una mazzata alle p...e subito nel momento stesso del tuo rifiuto, 2) avere una mazzata alle p...e più avanti nell'aver accettato......
    Non capisco la base utopica di qualcuno che viene a raccontare le massime filosofiche sulle coppie che vivono bene il loro rapporto dopo l'avvento di un figlio, tutti devono prendere coscienza del cambiamento, il bimbo succhia la tua esistenza e il tuo rapporto di coppia per minimo i primi 8/10 anni, se non vi stà bene e non sarete in grado di sopportare questo peso questa responsabilità e questo tempo di gravi mancanze non fateli altrimenti l'esempio di come andrà a finire di questi tempi è evidente e lampante.....
    Mi dispiace non aver mezze misure, ma le favole i principi azzurri e cavalli bianchi non esistono e la bella famigliola del mulino bianco è solo una pubblicità, per cui rimboccatevi le maniche e fatevene carico!

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  4. Sì, sono d'accordo, se si fa un figlio bisogna prendersene carico. Senza mazzate, ma col sorriso di chi possiede il senso della responsabilità per qualcosa che, anche se può avere dei lati pesanti, è comunque un'esperienza meravigliosa. Molto più bella degli stereotipi del Mulino Bianco.

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