
Riferisce Jean Gross, responsabile Comunicazione del dicastero, che questi bambini, a 5 anni (l'età nella quale oltre Manica dal 1870 scatta l'obbligo scolare e che di recente viene finalmente considerata prematura e controproducente), si comportano come fossero degli stranieri in classe, incapaci di comprendere istruzioni semplici o di esprimere bisogni elementari, "appaiono sperduti e cercano suggerimenti dai compagni per capire ciò di cui si parla".
A tutto questo si aggiungono poi le disparità sociali, con i bimbi più poveri che ascoltano in media soltanto 600 parole in un'ora, contro le 2000 espresse nelle famiglie più agiate. Anche le lodi e i rimproveri fanno qui la differenza: nel primo gruppo, un complimento ogni due ammonimenti; nel secondo, sei parole d'incoraggiamento contro una sgridata. "Gli adulti conducono una vita troppo piena di impegni, ormai, e non sono più in grado di dedicare tanto tempo ai figli, come facevano le generazioni precedenti", avverte la signora Gross, sottolineando come tutto ciò porti inevitabilmente alla conseguenza di figli che lasceranno la scuola senza aver prima acquisito delle qualifiche, con problemi mentali e un'inclinazione a delinquere: "Problemi che non interessano soltanto le famiglie più povere, ma tutti i gruppi sociali".
I bambini e gli adolescenti trascorrono circa sei ore al giorno di fronte a televisione, computer e videogiochi e ciò, lo hanno dimostrato numerosi studi, non aiuta il loro lessico. Meglio dunque tornare alla vecchia, bella favola raccontata prima della buonanotte. Che, oltre ad aiutare a esprimersi meglio, sviluppa la fantasia dei piccoli e il più delle volte riesce, tanto per citare Pinocchio, a trasformare un burattino in un bambino in carne, ossa e...parola.
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