Chi sono S. ed R.? Sono l'autore e la destinataria di quella che vorrebbe essere una promessa d'amore, fatta qualche giorno prima del loro matrimonio, ma che in realtà non è altro che una richiesta di comprensione di fronte ad alcune eventualità già capitate nel corso di un certo numero di anni di fidanzamento.
Chi scrive sta mettendo le mani avanti, dicendo che potrebbe succedere di tutto, che "potrei fare chissà cosa, ma tu, da ora in poi, non dubitare di me, credimi e amami lo stesso".
Chi scrive chiede fin da subito che lei in futuro accetti ogni sua giustificazione. E questo perdono al buio, prestabilito, la comprensione nonostante tutto, già programmata e pattuita, è per me un fatto inaccettabile.
Amore per sempre, amore malgrado e di fronte a tutto, è per me un ossimoro, almeno quanto l'amore teorizzato, quello soltanto detto, e che poi nella pratica, nel tempo, non ha riscontro con la realtà, nei gesti quotidiani. Per me l'amore si compone di fatti, non di parole, e nemmeno di cartelli come questi. Per me l'amore è un'azione presente, non una possibilità, non un giuramento. Credo nell'amore eterno, ma soltanto mentre si verifica oppure nella sua rilettura, a posteriori. L'amore come programma o ideale non corrisponde all'idea che ne ho io. L'amore è un fatto sempre presente...
C'è un cane poco distante dal cartello e che nella foto non si vede. È legato a un albero da giorni, forse da quando è nato, e ogni volta che passo lì vicino abbaia.
Nei suoi urli, le stesse parole scritte da chi ne sa meno di lui. Meno di lui che non sa scrivere ma che è sincero, e che è capace di prendersi colpe che non ha mai avuto e che neanche si accorge di quel padrone, che dice di amare una donna che sta per sposare, nello stesso istante in cui è vicino un amico a cui basterebbe una carezza per essere felice - non uso appositamente la frase "gli basterebbe una prova di umanità", perché l'aspettativa che ne ho è ormai fin troppo deludente.
Questo cane alla catena è la conferma vivente di quanto troppo spesso parole come "amore", "comprensione" e "perdono" siano ridondanti e suonino allo stesso tempo assurdamente vuote.
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