Se per una volta cambiassimo la solita prospettiva e invece di dire: "Mi è nato un figlio", dicessimo: "Mi è nato un papà", a parlare sarebbe il figlio appena nato. Il quale - come si sa - ancora non sarebbe in grado di esprimersi con le parole, però potrebbe già delegare, soprattutto qualora fosse in presenza di genitori attenti e sensibili, che in sua vece potrebbero prendere la parola. Proprio come ha fatto il pediatra Alessandro Volta, nel suo libro Mi è nato un papà, appena uscito per le edizioni Urra - Apogeo, che ha voluto scrivere un racconto partendo da un punto di vista inedito: quello dei padri in attesa del lieto evento ovvero di ciò che passa per la loro testa durante la gravidanza delle loro compagne. E che - scrivendo - ha dato la voce alla piccola Lisa, la quale ha potuto così assistere alla nascita de' 'Ilpapà', del genitore venuto al mondo nello stesso istante in cui lei stessa è nata.
Chissà se si potrà mai parlare addirittura di 'gravidanza paterna'. Fatto sta che, in un capitolo del libro, Volta chiama "gravidanza 'mentale'" quella vissuta dal compagno della donna in attesa e distingue, con queste parole, l'esperienza paterna da quella materna durante le prime settimane di gestazione: "Io per ora sono padre a comando, mi accendo e mi spengo senza un motivo apparente; questo bambino ho bisogno di pensarlo, ma a volte mi sembra più una fantasia che una cosa concreta". Al contrario, "Monica, come ogni donna che diventa madre, fin da questi primi giorni mostra una straordinaria capacità di sacrificio e abnegazione; fa tutto questo apparentemente senza sforzo, con grande naturalezza e semplicità".
L'esperienza dell'attesa, ma anche quella del diventare genitori e del conoscere ciò che accade alle future mamme durante la gestazione: nel racconto di Volta si alternano, nel corso della narrazione, utili schede informative e d'approfondimento su temi specifici della gravidanza e del puerperio.
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