Sabato incontro sulla spiaggia una signora con figlia al seguito e con cui Dodokko fa subito amicizia. Così, mentre lui gioca con Nicole, io scambio due chiacchiere con la madre. Dopo i soliti "quanti anni ha tua figlia, come si chiama, ecc.", la mamma della bimba mi confida che con il marito stanno pensando di dare un fratellino alla figlia. Ma spera anche di non dovere passare, eventualmente, guai simili a quelli che le sono capitati dopo la nascita di Nicole. A causa di un problema di calcoli della colecisti, la signora ha dovuto fare i conti con forti coliche biliari durante tutto il periodo dell'allattamento, ritardando l'operazione per poter nutrire dal suo seno la figlia fino a quando questa ha compiuto cinque mesi. Dopo di che la donna si è sottoposta all'intervento chirurgico e adesso fortunatamente sta bene.
Ma il lato positivo di tutta questa storia, mi confida, è che durante la malattia e la convalescenza il marito ha dovuto occuparsi della neonata molto più di lei e soprattutto molto più di prima, assumendo un ruolo che, nella sua famiglia, durante i primi mesi era stato di stretta competenza materna. Il papà di Nicole, insomma, dall'oggi al domani ha dovuto vedersela con pannolini, biberon, pappette e tutto l'ambaradan che ruota attorno a una bimba appena svezzata. Ma, e questa è stata la sorpresa, con inedita abilità e grande soddisfazione per lui, tanto che oggi le cure riservate alla piccola vengono distribuite fra i due genitori e senza più distinzioni di ruoli o mansioni.
Benedetta malattia, dunque, soprattutto se è guaribile e se perfino questa può servire a far voltare la vita in senso positivo, a scoprire doti insospettabili dentro di sè e a unire ancora di più la famiglia. E partendo da questo punto di vista, voglio raccontare la mia bella malattia, che mi sono preso quando Dodokko aveva nove mesi e che mi ha fatto trascorrere, a tu per tu con lui, una sessantina di giorni indimenticabili. Quella che ho avuto è stata un'appendicite diagnosticata con una settimana di ritardo e che, per le sue conseguenze, mi ha spedito due settimane all'ospedale e mi ha messo 'a riposo' per due mesi a casa. Ma quello trascorso lontano dal lavoro è stato un tempo meraviglioso, scandito dai ritmi di mio figlio, un tempo in cui abbiamo vissuto non solo a stretto contatto, ma in vera simbiosi. Mangiavamo e dormivamo insieme, uscivamo per delle belle passeggiate o per fare la spesa tutti i giorni oppure ce ne stavamo fermi a chiacchierare e a prendere il sole sul balcone. Ci facevamo delle risate interminabili anche sul lettone, prima di crollare vinti dal sonno. Una volta ci siamo presi anche l'influenza, insieme. Dalla fine di febbraio, a tutto marzo e tutto aprile del 2008 il tempo è stato sempre stupendo. Almeno, lo ricordo sempre così, con Dodokko.
Benedetta malattia, dunque, soprattutto se è guaribile e se perfino questa può servire a far voltare la vita in senso positivo, a scoprire doti insospettabili dentro di sè e a unire ancora di più la famiglia. E partendo da questo punto di vista, voglio raccontare la mia bella malattia, che mi sono preso quando Dodokko aveva nove mesi e che mi ha fatto trascorrere, a tu per tu con lui, una sessantina di giorni indimenticabili. Quella che ho avuto è stata un'appendicite diagnosticata con una settimana di ritardo e che, per le sue conseguenze, mi ha spedito due settimane all'ospedale e mi ha messo 'a riposo' per due mesi a casa. Ma quello trascorso lontano dal lavoro è stato un tempo meraviglioso, scandito dai ritmi di mio figlio, un tempo in cui abbiamo vissuto non solo a stretto contatto, ma in vera simbiosi. Mangiavamo e dormivamo insieme, uscivamo per delle belle passeggiate o per fare la spesa tutti i giorni oppure ce ne stavamo fermi a chiacchierare e a prendere il sole sul balcone. Ci facevamo delle risate interminabili anche sul lettone, prima di crollare vinti dal sonno. Una volta ci siamo presi anche l'influenza, insieme. Dalla fine di febbraio, a tutto marzo e tutto aprile del 2008 il tempo è stato sempre stupendo. Almeno, lo ricordo sempre così, con Dodokko.
E' vero, per stare lontani dal lavoro e con i figli che non vedi crescere perchè passi tutto il giorno fuori casa nella società di oggi devi augurarti di stare male !!!!. Anche per me i giorni piu' belli sono stati quelli in cui sono stata malata, ma avevo la vicinanza di mio figlio !!!!
RispondiEliminaUna presenza!... specialmente da piccoli!... è tutta un'esistenza che ci porteremo da grandi!... il tempo...l'amore...le gioie!... meritano un rispetto... di ciò che consideriamo Vivere pienamente!...
RispondiEliminaQualsiasi cosa per me!... parte da qua!... famiglia!.