Un'amica solleva un problema molto attuale, tipico di questi tempi e della nostra generazione e del quale ho già fatto un piccolo accenno in passato. Giulia (il nome è di fantasia) vorrebbe avere dei figli, ma non trova il coraggio di prendere la decisione di farne. Glie lo impedisce la sua stessa vita, che descrive come caotica e priva di spazi per sé, e glie lo vieta il lavoro, poco appagante e distante da casa. Giulia afferma che desidera dei figli, ma allo stesso tempo si dice incerta di volerne. Non è soddisfatta della propria esistenza, non vede nessun punto fermo, nessuna stabilità: tutto le appare incerto, non solo il presente, ma anche il futuro che per lei è pieno di insidie.
Giulia mi chiede un consiglio non da esperto, che non sono, ma da amico. E da amico le rispondo pubblicamente, perchè mi piacerebbe che lei ricevesse anche dei consigli da voi che leggete. Io dico a Giulia di non preoccuparsi del presente e di essere più ottimista per il futuro. Bisogna pensare che certe situazioni non durano in eterno, quelle brutte così come quelle belle. Che tutto è in movimento e che i punti fermi esistono soltanto nella nostra povera fantasia di comuni mortali. Ci servono per fare ordine nei nostri cervelli e nelle nostre vite, per inquadrare la realtà secondo categorie ben precise. Il mondo, però, va altrettanto avanti anche se non lo controlliamo. E ogni tanto ci sorprende mostrandoci le sue risorse insospettabili. Non siamo indispensabili e tanto meno lo è il nostro voler afferrare, comprendere e controllare la realtà, che resta tale anche senza di noi.
Mi viene in mente Cratilo, un filosofo poco conosciuto ma che mi ha sempre affascinato. Un 'estremista' del concetto di divenire eracliteo, che ha portato fino alle conseguenze più esasperate. Egli sosteneva che non solo nello stesso fiume non puoi immergerti due volte, così come diceva il suo maestro Eraclito, ma addirittura neanche una volta, dato che l'acqua che avrà bagnato le dita del tuo piede non sarà più la stessa che ne bagnerà il tallone. Tutto è in trasformazione, in divenire, in movimento, secondo Cratilo, a tal punto che nemmeno con la parola puoi fermare gli oggetti, in quanto, appena hai dato loro un nome, già questi non sono più gli stessi di prima. Un esempio lampante per capire il pensiero del filosofo ateniese è ancora una volta quello del fiume: il nome 'Tevere' è sbagliato perchè ciò che hai appena chiamato 'Tevere' è già scorso via. E' presente una massa d'acqua, ma mentre la chiami per nome questa già non è più la stessa di prima. Cratilo si limitava perciò a indicare con la punta del dito gli oggetti, rinunciando a chiamare qualsiasi cosa per nome.
Il mio consiglio per Giulia è di lasciarsi trasportare dall'acqua del fiume, di immergersi nel flusso della vita, di non ricercare per forza situazioni ideali, che non esistono, e di fare ciò che più desidera, senza incertezze, perchè nulla è davvero certo nelle nostre esistenze.
Il mio consiglio per Giulia è di lasciarsi trasportare dall'acqua del fiume, di immergersi nel flusso della vita, di non ricercare per forza situazioni ideali, che non esistono, e di fare ciò che più desidera, senza incertezze, perchè nulla è davvero certo nelle nostre esistenze.
Nella foto: Cratilo
Consigli? Hm. Penso che diventare genitore sia un vissuto completamente soggettivo. E' una delle poche decisioni irrevocabili con le quali ci si confronta.
RispondiEliminaA me in che maniera è cambiata la vita?
1)Mi ha reso concreta e pesante.
2)Mi spinge continuamente ad essere una persona migliore di chi sarei se non ci fosse.
3) Mi ha reso "madre" (e pure in gran parte "padre") non solo nel mondo esterno, ma pure nel mio mondo interiore.
4)Mi riempie la vita di sorrisi.
Giulia.. e se tu facessi finta per una settimana di aver deciso di si, giusto per vedere che effetto ti fa?!?!!?
Penso che se Giulia desidera un figlio non possa trovare ostacoli nel decidere di averlo. Quello della maternità è uno dei bisogni più forti che abbiamo e se Giulia lo avverte veramente dentro di sè non possono esistere "se" o "ma".
RispondiEliminaPuò anche essere che Giulia si sbagli e fraintenda ciò che crede di sentire, interpretandolo come una "necessità", ma magari non provi alcun bisogno di procreare, essendo totalmente invischiata nelle difficoltà della sua (di tutte noi) vita.
Ma, ripeto, se ha il desiderio, non può (e non deve) avere esitazioni. Non si dovrebbero avere incertezze quando si fanno dei figli e, ancora meno, non possono esisterne prima, quando e se si desidera di averne.
Per quanto mi riguarda, fin quando non capiro' che un mio potenziale compagno possa essere un buon mammo, non faro' figli :-)
RispondiEliminaGiulia, penso che nella vita tutto sia in forse e che non si sia mai sicuri di niente, in fondo.
RispondiEliminaE questo fa parte della vita e delle tante scelte che essa ci fa fare.
Tagore diceva:" si vous fermez la porte à toutes les erreurs, la vérité restera dehors"! (se si chiude la porta agli errori, la verità resterà fuori).
Provaci dunque!