Il massimo della suspense e della tensione giungono sul più bello della favola, quando la voce si fa grossa. "Per mangiarti meglio!", urla il lupo alla constatazione 'ingenua' di Cappuccetto Rosso "Nonna, nonna, che bocca grande hai...". Una volta Dodokko e una volta io, la sera prima di dormire, interpretiamo la parte del lupo e, dopo aver svelato il perchè di una bocca tanto grande, facciamo finta di mangiarci a vivenda, intercalando fra un morso e l'altro vari "ahm" e molti "buono-buono".
La storia illustrata di Cappuccetto Rosso e una delle tante che leggiamo sul lettone, di gran lunga preferita alle favole dei tre porcellini, dei tre caproni, della gallina operosa, della topina piccina, del mostro e dell'asinello. Dodokko la trova talmente bella da volere che gli sia raccontata anche due volte di seguito. A seconda delle versioni di cui disponiamo, all'inizio la bimba prepara assieme alla mamma dei biscottini o una torta da portare alla nonna ammalata. Poi attraversa il bosco dove incontra il lupo che, dopo aver svolto accurate indagini, corre come il vento a casa della nonna, la divora, si veste con i suoi abiti, indossando tanto di cuffietta da notte e occhiali, si infila sotto le coperte e aspetta a letto l'arrivo di Cappuccetto Rosso.
L'epilogo sembra scontato, con il lupo che mangia la bambina, ma qui improvvisamente interviene la provvidenza, nei panni del cacciatore o del boscaiolo (sempre a seconda delle diverse edizioni del libro). Il quale sventra il povero animale e libera sia la nonna che Cappuccetto Rosso, ingoiate intere poco prima e non ancora digerite, e assieme a loro subito dopo va a mangiare i biscottini (o la torta).
Non so se faccio bene, ma durante la narrazione evito di dire sia che il lupo mangia la nonna e la nipotina, sia che il boscaiolo squarcia lo stomaco della sfortunata bestiola. Questo perchè mi sembrano azioni piuttosto cruente, soprattutto difficili da spiegare a un bambino di due anni e mezzo. Invece, dico semplicemente che (1) "il lupo si mette nel letto al posto nonna"; (2) non racconto niente quando arriviamo al momento in cui Cappuccetto Rosso sta per essere sbranata (ci pensano a farlo i nostri realistici ma ludici "ahm" e "buono-buono"); infine (3) che il boscaiolo "fa uscire la nonna e la bimba". Per fortuna, Dodokko non chiede nulla a proposito della fine che fa la nonna al punto (1), non 'verifica' se anche la bimba venga sbranata (2) e non domanda (3) "da dove" escano le due vittime.
Ma la favola del lupo e di Cappuccetto Rosso non finisce quando Dodokko e io chiudiamo il libro e ci mettiamo a dormire. A volte prosegue di giorno e con esiti sorprendenti. Come quando l'altra volta siamo andati in pineta per una passeggiata. Qui, seguiamo un gruppo di persone, intente a raccogliere dei funghi e che attira la nostra attenzione, e ci addentriamo nella macchia, lì dove il sole filtra a malapena fra gli alberi. All'improvviso mio figlio mi domanda: "C'è il lupo?". Rispondo che il lupo non vive in pineta e gli chiedo: "Perchè, hai paura di incontrarlo?". "Sì", dice lui e mi spiega: "Perchè mangia la nonna".
"I lupi non mangiano le nonne", tento di rassicurarlo. "Quello di Cappuccetto Rosso è un lupo finto, inventato: non esiste!", cerco di convincerlo. Ma mentre lo faccio mi rendo conto di essere anch'io poco convinto di quanto gli vado dicendo a proposito delle favole. Perchè per i bambini le favole non solo possono esistere anche nella realtà, ma esistono (nel vero senso della parola e non è affatto una cosa scontata) nei libri, dove le figure si 'animano' e prendono vita e da dove, a volte, sono in grado di sconfinare e uscire, per prendere improvvisamente vita altrove. Magari nel momento esatto in cui i raggi del sole filtrano a malapena fra gli alberi di una pineta.
Too right. Fai bene a "riadattare" la favola in chiave tua, Cristiano. Tutte le "innocue" fiabe che fanno parte della nostra società hanno molti risvolti ombrosi. Se non l'hai letto, c'è un libro meraviglioso di Rita Maria Parsi, "Più furbi di cappuccetto rosso", che potresti trovare interessante..
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