Se dicessi, oggi 21 dicembre, che il giorno di Natale quest'anno c'è già stato. Oppure, che il prossimo 25/12 il Natale non verrà. O, peggio ancora, che è meglio che nel 2009 il Natale non arrivi proprio. Se pronunciassi frasi del genere, cosa pensereste voi e cosa penserebbe un bambino che per giorni, ultimamente, è stato riempito di aspettative?
Come ogni anno, anche quest'anno il mio desiderio riguardo il Natale è quello di fuggire dal Natale. Non sopporto praticamente nulla di questa festa: dagli auguri che arrivano da persone che non senti da almeno il Natale precedente o addirittura da gente del tutto sconosciuta alle riunioni di famiglia dove debbono incontrarsi per forza persone distanti fra loro e, anno dopo anno, sempre più estranee, richiamate da un sacro vincolo che il giorno di Natale, solo quel giorno, suona al campanello di casa.
Non sopporto l'ostentazione dei regali offerti difronte a troppi occhi, la fila di pacchi da scartare e i ringraziamenti da fare a chi ha comprato il tuo dono. Non mi piace l'albero di Natale! Anzi, lo trovo orrendo in tutte le sue possibili declinazioni. Così come non mi piacciono i presepi, specialmente tutto quel marrone dei presepi. Che ci fa un albero finto o tagliato nel salotto di una casa? Dovrebbe trovarsi in un giardino, non in un appartamento. E una Natività, nell'appartamento di chi in chiesa non è entrato nemmeno una volta negli ultimi 365 giorni, che c'entra? Se fossero belli, i presepi e gli alberi, li terremmo tutto l'anno e non per il solo periodo delle feste. Ovviamente, detesto anche tutti gli addobbi di Natale, dalle campanelle dorate appese sui portoni alle renne di stoffa, dai pupazzi di Babbo Natale che cantano con un volume talmente alto da ledere i timpani a quelli con scala incorporata che si arrampicano sui terrazzi e sulle finestre di tutte le abitazioni in tutte le vie della città.
Odio il consumismo e l'ipocrisia del Natale, il "volemose bene" di quel giorno, il cenone e il pranzo natalizi da dove ogni commensale non vede l'ora di svignarsela e, appena può, lo fa davvero e sotto gli occhi attenti di tutti. Eppure, il Natale ha anche il potere di commuovermi, se mi accorgo che i sentimenti di chi ho attorno sono sinceri. Ma allora, perchè aspettare il Natale, un anno intero, per esternarli? Non potrebbe essere Natale ogni giorno senza che, eventualmente, ci sia bisogno di chiamare "Natale" ogni giorno? E una cena normalissima, perfino misera, non potrebbe assumere, ogni sera, l'intensità di un cenone?
Quanto ai bambini, non vi è dubbio: il Natale è la loro festa. Ma non confondiamo i regali e i dolci, che si scartano per 15 giorni di seguito, con le vere attenzioni di cui hanno bisogno da parte dei genitori e delle persone che se ne prendono cura. A queste chiedo, come dono di Natale per i loro piccoli, più tempo, più dedizione, più partecipazione, più dolcezza. Chiedo più amore tutti i santi giorni, non solo quello di Natale. Chiedo che sappiano trasformare in Natale ogni singolo giorno che trascorreranno con i loro bambini.
Pensa che io speravo di sbarazzarmi del mio gorilluzzo, lasciandolo ad apprezzare gli addobbi e i doni a casa della famiglia paterna, e invece me lo ritrovo appiccicato a cozza e per di più mocciosissimo e starnutolento..!
RispondiEliminaSotto sotto a tutte le orribili decorazioni fintonevose, dorate e mascarponate, qualche briciolina di bello c'è anche in questo periodo di feste. E' troppo facile lasciarsi prendere dallo sconforto dell'evidente consumerismo e ipocrisia che le copre. Ora penso solo a gustarmi il tempo libero per poter cucinare cose buone da condividere, e godere della compagnia delle persone con cui dopotutto ci si vuole bene.
E a farci tante risate con chiunque si trovi in situazioni paradossali dettate da questa ondata di neve, disguidi, ritardi e cancellazioni.
Buone rinascite, buoni pensieri e buone rigenerazioni per tutti!