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Last minute baby

Se anche la speranza, ottimistico antidoto ai mali dell’uomo, fosse uscita dal vaso di Pandora, cosa sarebbe accaduto? Forse si sarebbe dispersa come vapore nell’aria e la fatica, la malattia, la vecchiaia, la pazzia, la morte e tutti gli altri guai che affliggono l’umanità si sarebbero trasformate in condanne inappellabili. Oppure, chi può saperlo, materializzandosi, la speranza avrebbe eliminato, una volta per tutte, ogni cosa che per l’uomo è nefasto. Mi piace propendere per la seconda ipotesi e immaginare che riuscì a fare anche questo, Prometeo il benefattore, una volta liberato dalla catene sulla montagna del Caucaso e tornato a casa del fratello. Mi piace pensare ai ‘last minute baby’ come all’ultimo regalo, in ordine di tempo, fatto dal titano al genere umano.
Così come i ‘last minute’ sono spesso l’ultima occasione per fare il viaggio da sempre agognato, i ‘last minute baby’ sono l’ultima occasione temporale per una coppia di avere un bambino e di realizzare un sogno. La scienza ha spostato molto in avanti le lancette biologiche della procreazione e, in un modo o nell’altro, oggi le donne riescono a concepire anche a 60 anni. Senza però dover necessariamente arrivare a simili punte di età, è un fatto che siano sempre di più le neo mamme in gravidanza dopo i quaranta. Un esempio fra tutti: la notizia, di domenica scorsa, della dolce attesa della 45enne Monica Bellucci, alla sua seconda esperienza di maternità dopo la prima, avvenuta nel 2004, quando l’attrice aveva sulle spalle già 40 primavere (e a cui si riferisce la foto sulla copertina di Vanity Fair).
In Italia, la donna-tipo che ha un bambino dopo i 40, in genere, non ha fatto male i suoi calcoli contraccettivi, ma ha deciso di concepire, spesso servendosi di tecniche di procreazione assistita. Di solito è al suo primo figlio e la scelta di averlo è avvenuta dopo che la stessa è stata lungamente rimandata per ragioni legate alla carriera professionale o a causa di pregresse relazioni affettive ‘instabili’. Ma che differenza c’è fra una donna (e una coppia) giunta agli ‘anta’ e una ragazza (e dei genitori) di venti anni? Andando a caso, sintetizzando molto e in linea di massima: più rischi di avere figli con malattie cromosomiche vs maggiori probabilità di nascita di bimbi sani; una gravidanza ponderata, desiderata da tempo e che, per questo, porta con sé una gioia incommensurabile vs una gravidanza molto spesso non desiderata e, anche se gioiosa, di frequente accettata in modo non del tutto consapevole; una maggiore sicurezza economica vs una situazione lavorativa ancora (e per molto tempo ancora) instabile.
Ora si apre il dibattito: i ‘last minute baby’ sono una possibilità positiva oppure negativa? Sono il segno di una deriva scientifica (una sorta di accanimento terapeutico) oppure il sogno realizzabile di chi non ha potuto pensare prima ad avere dei bambini? Insomma, i ‘figli dell’ultimo momento’ sono un bene o un male? Anche se mi piacerebbe vivere in una società dove perlomeno la procreazione fosse il baluardo estremo di un atto naturale, senza se, senza ma e soprattutto senza troppi pensieri e ripensamenti (vedi il post 'Il desiderio e l'incertezza di volere dei figli'), anche se vorrei (e non credo di dire nulla di scandaloso) che la decisione di avere dei figli fosse presa molto meno con il cervello e molto di più con il vero desiderio (e con tutto ciò che questo comporta, leggi: impegno e responsabilità) di averne, non posso prescindere dal momento storico e sociale in cui viviamo e che ci ‘costringe’ (spesso ci fa sentire costretti, vedi il post 'La mamma, il lavoro e la società dove tutto è rimandato') a fare i figli sempre più tardi. Per quanto mi riguarda ho già risposto al sondaggio: per me, i ‘last minute baby’ sono l’ultimo, bel regalo di Prometeo al genere umano.

Commenti

  1. bella riflessione, Cristiano e anche ben condotta. Personalmente propenderei, come te mi par di capire, per una società un pochino più "giusta" dove le scelte difficili (nel senso di "scelte di responsabilità") possano essere compiute un po' prima nel corso della vita. Questo vorrebbe dire: sapere che la fatica di crescerli è (anche) bellezza e non averne paura; avere una situazione economico-lavorativa decente e stabile già da giovani; trovare forme di cittadinanza attiva (non "assistenza") per le persone che hanno figli, siano coppie etero, omo oppure single. Insomma, mi piacerebbe tanto non dover sottostare alla magnanimità di Prometeo e del suo ultimo regalo. Mi piacerebbe tanto una conquista consapevole. Ci arriveremo, ne sono certo. Ciao e tanti tanti auguri di buon anno!

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  2. ot: ti ho linkato qui

    http://desian66.blogspot.com/2009/12/per-lanno-nuovo.html

    con ironia! E ancora buon 2010!!!

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  3. Ne parlavo stasera con mia madre, se davvero riusciamo a renderci conto quanto l'esistenza di una contraccezione (e di una cultura della stessa) ci abbia cambiato la vita.

    Per cui non mi pongo il problema se i last minute baby come fENOMENO siano un bene o un male: sono. E basta. Abbiamo così tante occasioni di scegliere e lo facciamo, a parte la sfiga estemporanea (che può anche essere un faticosissimo percorso di fecondazione assistita o adozione, per quanto mi riguarda, e non solo una gravidanza inaspettata o indesiderata e portata avanti) che il regalo di un bambino prima, durante o dopo, cercato o trovato, purché accolto al meglio, è il regalo più bello e definitivo.

    Il che possiamo di nuovo ringraziare la contraccezione, per questa forma mentis. Perché se penso alle nostre bisnonne che a 45 anni facevano il 15esimo figlio di cui 4 viventi che raggiungevano a loro volta l'età rirpoduttiva (quando non morivano di parto, le femmine), ecco, mi chiedo fino a che punto la gioia di un figlio potesse essere godta a fondo e consapevolmente come facciamo noi.

    E su queste considerazioni banali e buoniste apro l'anno (tutta colpa del link di Desian, lo dico subito), serando mi porti il figlio numero 3, che qui la data di scadenza incombe.

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  4. Mammasterdam: un tempo si facevano tanti figli e presto perchè il futuro era incerto e la vita più breve. Inoltre, un gran numero di figli corrispondeva a un gran numero di braccia per aiutare la famiglia nel lavoro. Grazie al 'progresso' scientifico siamo andati nella direzione opposta...addirittura fino a razionalizzare ciò che dovrebbe essere invece la cosa più naturale del mondo. Neanche io non sono né pro e né contro i 'last minute baby'. Soltanto, nel mondo in cui mi sono ritrovato a vivere, a volte, non mi ci trovo tanto bene. E il fenomeno che ho descritto rispecchia, nel bene e nel male, il momento nel quale viviamo.
    Allora, auguri per un eventuale terzo. Ciao, Cristiano

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  5. Sarò una voce fuori dal coro, ma io credo che la scelta consapevole si possa fare anhe un po' prima! L'energia che richiedono i "cuccioli d'uomo" e che tu Cristiano descrivi così bene nei tuoi post, è così tanta che credo che oggi io, cinquantenne, non avrei. Mio figlio è nato che avevo 22 anni (effettivamente troppo giovane!!!) e mio marito ed io avevamo molta vitalità da regalargli! Durante la sua adolescenza, il gap generazionale esisteva certo, ma non nella misura che oggi sperimento con gli adolecenti con cui lavoro quotidianamente. In fondo la natura e quindi la legge della sopravvivenza, fa coincidere con la mia età l'ingresso delle donne in menopausa mettendoci nelle condizioni di essere "neononne" e non neomamme".
    In ultimo devo dire che i tuoi articoli aprono sempre suggestivi spunti di riflessione, il che di questi tempi è merce rara!!

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  6. Lella, grazie come sempre per i tuoi commenti. Fare i figli da giovani e, inoltre, decidere di farli con la testa sulle spalle è il top e a me piacerebbe che fosse sempre così. Tuttavia, la situazione di oggi non è più quella di una volta e dunque questa scelta viene rimandata fino ai limiti estremi che conosciamo, vuoi per problemi di carattere economico, vuoi perchè oggi la donna e l'uomo raggiungono una stabilità lavorativa sempre più tardi, vuoi anche perchè, rispetto al passato, le distrazioni oggi sono molte di più e anche gli interessi, che a volte sono maggiori di quello di avere un figlio, vuoi perchè, semplicemnte non siamo contenti e non ci basta ciò di cui disponiamo.
    Spesso (e mi rammarico di questo) le donne, ma anche gli uomini che sono al loro fianco in questa decisione, si accorgono del loro appuntamento con la vita quando sono già in ritardo e allora...e allora incomincia una corsa contro il tempo e quindi...e quindi hai ragione anche tu: forse alla fine non è nemmeno una scelta molto consapevole quella di fare figli troppo tardi. Mancano le energie di cui parli e "la vitalità da regalargli".
    Non lo so cosa è giusto e cosa è meglio: il problema è che spesso ci si pensa troppo e a furia di pensarci il tempo passa.
    Un saluto, Cristiano

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