E' sempre una questione di contesti: Dodokko mi ha detto tante volte "ciao papà", ma sempre quando ci siamo rivisti dopo una separazione più o meno lunga. Mai prima di ieri, invece, lo aveva fatto in modo così esplicito: quando cioè l'ho accompagnato all'asilo e l'ho salutato come sempre e lui mi ha risposto, per l'appunto: "Ciao papà".
Non so se sentirmi sollevato oppure dispiaciuto per un saluto dato nel momento in cui ci si accinge a separarsi e non dopo, quando invece ci si rincontra. Da una parte mi fa piacere che mio figlio accetti senza fare più drammi il fatto che ogni mattina ciascuno di noi debba prendere la propria strada. Dall'altra mi rendo conto di quanto, a neanche tre anni, sia costretto non solo a fare i conti con la realtà del distacco, ma addirittura con l'accettarla.
Come se la separazione fosse un male inevitabile oppure una malattia incurabile, di cui siamo costretti a soffrire ogni giorno. In silenzio e con un sorriso finto fino a sera, quando a giochi fatti ci rivediamo.
Probabilmente il "ciao papà" detto subito rivela la sua ormai acquisita certezza del rivedersi la sera. Per loro il problema grosso era fare i conti col vederci "sparire" dalla loro vista: dover confrontarsi con quella cesura li fa interrogarsi "tornerà? Lo rivedrò ancora?". Poi, a forza che ciò accada, fanno l'abitudine che ci rivedremo e allora il "ciao papà" segnala il "tanto lo so che non mi stai abbandonando". Insomma, un gran passo avanti, direi. :-)
RispondiEliminadr.ssa Daniela Benedetto
RispondiEliminaGentilissimo PAPA', bellissime le sue parole e le emozioni che le accompagnano. La sua sofferenza riguardo alla separazione da suo figlio le permettono di essere molto sensibile a questo tema e comprendere il dolore di suo figlio. Come lei giustamente notava non c'è crescita, non c'è evoluzione senza passare attraverso un momento critico. Questo ovviamente non deve essere auspicato ma di fatto già nella separazione dal seno materno e ancor prima dal contesto prenatale il bambino affronta momenti di stress che lo portano a ridefinire il suo contesto. Questi "passaggi" sono inoltre accompagnati dallo sviluppo psico-fisico che facilita il processo. Il fatto che suo figlio l'abbia salutato denota contatto con la realtà, accettazione del contesto ma anche, di conseguenza, un inizio di costruzione e di emancipazione rispetto al recepire e utilizzare le proprie risorse interne per -sanare- questa distanza. Chissà..magari chiederà alla mamma di chiamarla più spesso al telefono oppure le porterà un disegno "riparatore" della distanza vissuta nel periodo di separazione. Io credo che sia anche importante che il piccolo così pure il papà possano riempire quel tempo che li separa con la storia ed il percorso emotivo di questi giorni passati e "recuperare" attraverso il successivo incontro quei vissuti mancati.
Cordialmente
dr.ssa Daniela Benedetto
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