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La cosa fondamentale


"Ci fermammo di fronte a un altro dipinto: - Questa è sua moglie, questi sono i suoi due bambini. Guarda lo sfondo, è nero. La moglie è stanca, affaticata dalla vita. I due bambini sono spauriti, guardano da qualche parte, con inquietudine. Tre figure ritagliate su uno sfondo buio. Sembra che il pittore dica: ecco che cosa sono riuscito a strappare alla morte" (Tiziano Scarpa, Le cose fondamentali, Einaudi, p. 159).

Questa volta non ho scritto alcuna premessa, non ho messo le mani avanti come nel post precedente 'Figli come opere d'arte', ma ho voluto andare diritto al punto, alla 'cosa fondamentale' del libro sulla paternità di Tiziano Scarpa. E cioè che per tutta la loro vita l'opera d'arte dei genitori consiste nello strappare i figli alla morte. Nell'allontanare il più possibile questo momento inesorabile, che invece deve colpire loro, per primi. E lo fanno ogni giorno, passo dopo passo, ogni momento che se ne prendono cura.
"Strappare alla morte", non abbiamo timore di dirlo, è ciò che fanno i genitori con i figli e gli artisti quando creano un'opera d'arte. Anche se ciò che resta li sopravvive per uno spazio temporale comunque breve, è questa dilatazione del tempo che conta e tale prolungamento della vita, questo sforzo immane e immanente dell'uomo, che tende verso un infinito che termina generazione dopo generazione ma che allo stesso tempo prosegue palpitante, è la cosa fondamentale: in poche parole, la lotta della vita con la morte e la loro coesistenza imprescindibile.

Errata corrige: nel post precedente ho scritto di aver letto molti commenti negativi riguardo il libro di Scarpa: è un'inesattezza e quelli che ho trovato lasciano il tempo che trovano. Non avrei dovuto scrivere che forse faccio parte di una minoranza, dato che Le cose fondamentali a me è piaciuto. La verità è che, digitando su google il titolo del libro fra virgolette, il primo risultato che appare fa riferimento a un sito su cui c'è una bella recensione a cui segue però una serie di brutti commenti non motivati, di poche righe e che ho letto distrattamente.
Sono cose che possono accadere con Internet e con i motori di ricerca, che non 'piazzano' i risultati delle ricerche seguendo un ordine qualitativo, ma - non me ne intendo molto - probabilmente seguendone uno quantitativo, basato sul numero di clic che un certo sito riceve.
Invece, a guardare bene, il web è pieno di critiche positive del libro di Scarpa e a queste desidero aggiungere anche il mio modesto contributo e la mia ottima opinione.

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