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L'ubiquità di Babbo Natale


Sulle ringhiere dei balconi e fuori dalle finestre di ogni casa, in tutte le vie di qualsiasi città: questi Babbi Natale che si arrampicano fin dal giorno dopo la fine dell'estate e che sfidano ogni legge di gravità e qualunque condizione metereologica sono ovunque. Fermi e impassibili, nella stessa e identica posizione, per giorni e per mesi, sotto la pioggia che li sferza e nel sole che li acceca, di notte e di giorno sulle facciate dei palazzi, resistono ben oltre le feste natalizie e a volte fanno il giro di boa, restando inchiodati lassù fino al Natale successivo.
E i bambini - i bambini che credono in Babbo Natale - stanno lì e li osservano: ma quanti sono? Ma Babbo Natale non era uno? E' vero, si presentava in ogni dimora, puntualmente a mezzanotte, carico di regali, ma nessun fanciullo si chiedeva la ragione di questa ubiquità, in casa sua e in quella del vicino. La sua - di essere in ogni posto nello stesso tempo - era una facoltà della fantasia e non una caratteristica evidente, visibile con gli occhi, tangibile.
Non era una qualità sostanziale, com'è invece oggi e tale che se un bambino vede Babbo Natale in una via e poi gira l'angolo e se lo ritrova nell'altra e poi decide repentinamente di tornare indietro, lo ritrova ancora una volta nella prima via. No, con tutta evidenza non si tratta dello stesso Babbo Natale, ma di due Babbi Natale ben distinti, di cui uno è un impostore e l'altro è quello vero oppure - forse è più probabile - sono tutti e due dei grandi imbroglioni, dato che si assomigliano anche in ogni dettaglio.
I bambini - e Dodokko fra loro - e tutti questi Babbi Natale: l'altro giorno mio figlio ha aspettato per un ora che un finto Babbo Natale scendesse dal balcone dove si era arrampicato chissà quanti giorni prima. Dopo un lunghissima ed estenuante trattativa e dopo tanti, e tanto accorati quanto vani, appelli perché il pupazzo rosso col sacco e senza renne si decidesse a venire giù, decidiamo di andar via, sicuro, io, non molto convinto, lui, che tanto ne avremmo trovato un altro, di Babbo Natale, in un'altra strada non lontana.
E così è successo: un nuovo Babbo Natale ci aspettava appena dietro l'angolo, con la stessa schiena e la medesima corda per arrampicarsi del primo. Ma Dodokko non ha sorriso per la contentezza di aver ritrovato la persona che si era appena lasciata alle spalle. Ha capito che quello era un fantoccio...che si poteva comprare, così me ne ha chiesto uno, da mettere anche noi sul nostro balcone. Anzi, per la verità ha detto: "Da mettere dentro casa, così la pioggia non lo bagna".
Ho accettato e siamo andati nel negozio dei cinesi vicino a dove abitiamo e dove di solito questo tipo di articoli non manca mai. Chiediamo e il commesso ci indica lo scaffale dove trovarlo. Ed eccolo, finalmente! E si può toccare con le mani, non solo vederlo da lontano, dal basso verso l'alto! Però è piccolo, davvero troppo piccolo: Babbo Natale dovrebbe avere la statura media di un uomo, cioè almeno un metro e settanta! Dico a mio figlio: "Ma dai, prendiamolo lo stesso". "No, no, non mi piace", mi dice lui dopo aver adocchiato una scatola del puzzle. E "voglio quella", dice senza esitare, e io glie la compro e sollevato mando al diavolo questi Babbi Natale imbroglioni di oggi, ché ce ne sono davvero già troppi in giro.

Commenti

  1. Complimenti per la perseveranza di Dodokko e anche per la tua pazienza. Posso dire una cosa un pò fuori dal coro?: che pizza questo natale, io già ho gli scompensi adesso e quest'anno ci tocca pure travestirci. Che poi, comunque, lo so che sarà divertente ma proprio questo nostro natale è stressante, ogni anno vorrei fuggirne il più lontano possibile ma sto sempre qui;
    Vabbè sopravviverò anche stavolta.
    Ciao.

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  2. Stesso e identico feeling.

    Ciao, Cristiano

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