C'è un bel blog in rete che si chiama Mamma Mia! e che tratta dei diversi aspetti del rapporto genitori-figli proprio dal punto di vista dell'attachment parenting. Ma non come teoria: l'autrice, infatti, nei suoi post porta esempi concreti di questo tipo naturale di relazione, anche se è chiaro come il sole che sostenga questo approccio, così come anch'io, a dire il vero, faccio. Ora però, non è mia intenzione soffermarmi e parlare dei contenuti di questo sito e tessere le lodi della spontaneità, qualità che dovrebbe essere sempre presente in qualsiasi rapporto affettivo. Né tantomeno intendo ribadire quanto io sia molto di più affezionato a forme di espressione autentiche anziché convenzionali e quanto io preferisca, specie se parliamo di figli e genitori, certi atteggiamenti cosiddetti istintivi a comportamenti razionali e dettati soprattutto da ragioni socialmente utili.
Ciò che invece qui mi interessa sottolineare veramente è quanto la descrizione su Mamma Mia! di un rapporto affettivo padre-madre-figlio, basato sulla spontaneità dei sentimenti, sull'incontro delle diverse esigenze degli attori e sull'ascolto delle reciproche istanze, sul sostegno da parte di chi è più grande a chi è più bisognoso, sappia destare il malumore nei molti lettori di questo blog che vi lasciano commenti spesso anche molto offensivi nei confronti della sua autrice. Ma perché lo fanno - mi chiedo - e perché essi si sentono toccati nel profondo da certi argomenti? Si immaginano forse sotto accusa per aver scelto un metodo educativo differente per i loro figli?
Parlando nel suo blog di rapporto naturale, citando centinaia di esempi di relazione spontanea fra genitori e figli, l'autrice non ha mai condannato altri tipi di approccio meno immediati. Tuttavia si è attirata le critiche gratuite di quanti si sono sentiti descrivere, evidentemente nelle proprie coscienze, quali cattiivi genitori. Ma non si è genitori cattivi se non si segue l'istinto. Piuttosto si è genitori culturali, laddove fino a ieri questi lo erano soltanto i padri, dal momento che avevano addirittura la facoltà di riconoscere o meno il figlio. Alle madri invece spettava ancora un ruolo di dolcezza naturale, una continuità e un legame col bambino nati nello stesso giorno del suo concepimento. Oggi invece il cordone è rotto una volta per tutte e i genitori - soprattutto le madri, mi sembra - sono le più contente che ciò sia avvenuto. Hanno chiaramente ottenuto ciò che cercavano: un'emancipazione dal figlio e un affrancamento dalla natura. E a chi ancora volesse tornare a questa e al passato non resta ormai che la consolazione dell'invenzione di una teoria.
Attento Cristiano: da che mondo è mondo una madre sopporta che il cordone ombelicale sia tagliato, non una ma infinite volte, ma penso che mai arriverà a gioirne, non nel profondo.
RispondiEliminaPersonalmente la penso come la signora dei san marzano al mercato; che poi non servirebbe lo stipendio, basterebbe che quello del papà fosse dignitoso. Ma non lo dire a nessuno: sennò penseranno tutte che sono antica. Perché questo difetto noi italiani ce l'abbiamo: vogliamo la rassicurazione delle scelte largamente condivise e basta. "E' chiaro che al giorno d'oggi uno stipendio solo non può bastare", questa cosa non la mettiamo mai in discussione, è il principio sul quale si costruiscono le famiglie, ormai; e, d'altro canto è evidentissimo che dedicarsi a tempo pieno ai propri figli è un privilegio nonché una fonte di estasi spirituale perenne!
Certo sulla base di questi presupposti si spiegano aggressività, rabbia e invidia, la maleducazione invece non si spiega mai. Grazie per la segnalazione.