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La parte più felice della vita

"Adesso partiamo per il mare. Ci divertiremo. Ma poi, quando torniamo, ricordati che dovrai andare all'asilo". Prendo spunto da una frase sentita dire da una madre al figlio alla vigilia delle vacanze per fare qualche riflessione.
Il periodo della spensieratezza, della mancanza di impegni onerosi e di pesanti responsabilità, la parte dell'esistenza che da grandi si ricorda come la più felice: quella della fanciullezza dovrebbe essere davvero la stagione più bella, per ogni persona, bambina e adulta. Un'estate eterna oppure, leopardianamente, un sabato a cui mai debba seguire una domenica anticipatrice dell'inizio di una nuova settimana di fatiche o di noia. Un momento infinito che non sia mai, nemmeno con la fantasia, minimamente precursore del mondo che appartiene agli adulti. 
Dovremmo lasciar giocare i bambini e godersi il proprio tempo, senza dar loro pensieri per il futuro, preoccupazioni per un'età che ancora non hanno. Dovremmo consentire loro di vivere alla giornata e invece prenderci noi, genitori e gente cresciuta, il carico dei problemi che un giorno potrebbero riguardarli e assumerci al posto loro pensieri e responsabilità.
Invece, mi accorgo con grande tristezza di quanto sempre più le famiglie e la società pretendano di circondarsi di piccoli adulti al posto di figli per i quali preoccuparsi e rispondere in prima persona. I bambini mi appaiono, in quest'ottica, come abbandonati o, perlomeno, ad essere messo da parte e dimenticato mi sembra sia proprio il loro lato più fanciullesco. Suppongo che noi adulti, presi dalla frenesia di arrivare chissà dove e di realizzare chissà cosa, stiamo accorciando drasticamente il periodo più sereno dell'esistenza dei nostri figli. 
Forse ormai riteniamo superflua la fanciullezza, inutile la spensieratezza, non 'funzionale al progetto' questo periodo fatto soltanto di 'distrazioni'. Probabilmente crediamo che il bambino, da persona infantile quale per definizione è, sia 'incoerente' con l'adulto che dovrà essere e temiamo la possibile contaminazione e continuità fra un prima 'poco serio' e un auspicabile dopo fatto obbligatoriamente di 'alta professionalità'.
Penso che noi adulti stiamo riuscendo con grande facilità a perdere qualcosa di prezioso e che abbiamo già vissuto e dimenticato: la parte più felice della vita dei nostri figli.

Commenti

  1. mi viene in mente Saint-Exupéry quando diceva che tutti i grandi sono stati bambini una volta ma pochi se lo ricordano. Sono d'accordo con quello che dici e anche io mi rattristo nel vedere sempre più bambini bloccati... quasi al guinzaglio e gliela leggi negli occhi la libertà. Quella spensieratezza che è solo loro, ma che viene frenata da cosa poi, ancora non l'ho capito.

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  2. ...io credo che durante l'infanzia sia necessario anche "apprendere" alcune informazioni e nozioni, come sapere se dopo un evento, se giù pianificato, ne può seguire un altro sempre comunque pianificato...
    Andare in vacanza è molto bello, se poi al ritorno è necessario andara all'asilo non vedo cosa ci sia di male se una mamma lo dice al proprio bimbo...
    L'infanzia resta bella lo stesso e magari poi al ritorno è meno traumatico il rientro all'asilo (che non sempre è visto così positivamente perché è comunque un'inposizione di orari ecc ecc)...

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  3. Molto semplicemente, ciò che mi dà da pensare è sia il parlare di impegni e di doveri, così in anticipo rispetto all'apertura delle scuole (e questo è soltanto un esempio) e addirittura ancor prima di andare in vacanza, sia l'ignorare e il non rispettare, in generale, la parte più spensierata e per questo più felice della vita, legando i bambini, fin dalla più tenera età, sui binari d'acciaio che portano all'età adulta.

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  4. Frasi simili sono dette anche al parco giochi, alle feste di compleanno dei bambini, ed in generale nelle occasioni di ritrovo dei piccoli.
    Spesso i giochi sono organizzati e/o controllati dagli adulti e viene a mancare la possibilità di attività spontanee, creative, fatte dai bambini e solo da loro.
    L'amarezza che mi accompagna nel vedere "bruciata" una parte importante della vita delle nuove generazioni, non trova solidarietà dagli altri genitori, come pure da insegnanti ed altre figure educative.
    Mi chiedo come i bambini di oggi potranno trovare, in età adulta, quella parte di sé spensierata e giocosa che da vitalità alla propria esistenza, se già da oggi hanno cominciato a svalutarla perchè così gli è stato insegnato o meglio imposto.
    C'è da meravigliarsi se poi troviamo adulti "spenti"?

    Luca

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  5. "Dovremmo lasciar giocare i bambini e godersi il proprio tempo, senza dar loro pensieri per il futuro, preoccupazioni per un'età che ancora non hanno. Dovremmo consentire loro di vivere alla giornata e invece prenderci noi, genitori e gente cresciuta, il carico dei problemi che un giorno potrebbero riguardarli e assumerci al posto loro pensieri e responsabilità." Mi permetto di aggiungere, Cristiano, che dovremmo anche farci "contaminare" dalla "leggerezza" dei bambini, farci coinvolgere, tornare a farla vivere perché, come dici tu, l'abbiamo già vissuta. Però il nostro mondo è un brutto posto e allora, da genitori incapaci di costruire qualcosa di diverso ma convinti di amare i nostri figli, li sproniamo da subito ad essere "professionali", nella migliore delle ipotesi, alcune volte furbi e cinici, perché lo sappiamo benissimo quanto è dura trovare un posto al sole. E a me viene in mente l'evangelico "vino nuovo in otri nuovi". Abbiamo otri belli e forti ma cosa ci mettiamo dentro? Vino che noi genitori siamo i primi a bere con riluttanza.
    E più diventa imbevibile più ci preoccupiamo di riuscire a mandarlo giù.

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  6. Questo tuo post mi fa sognare una mia infanzia che non c'è più e fa pensare a come riuscire a preservare quella dei miei figli. Oggi è ricominciato l'anno scolastico e posso dirti per esperienza che si sta loro vicini durante l'inverno, lo sviluppano da sè il senso del dovere necessario ad affrontare la scuola. L'estate e soprattutto "il mare" sono fatti per giocare e stare spensierati. Sono perfettamente d'accordo con te.
    Ciao Cristiano. Questo post è bellissimo.
    P.

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