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Bigenitorialità: quando una legge non basta

Oggi sono stato alla manifestazione 'La Bigenitorialità salva le famiglie separate'. Davanti a Montecitorio erano inaspettatamente tanti i papà e le mamme a chiedere che venga applicata la Legge 54/2006 in materia di affidamento condiviso dei figli. "Anche in caso di separazione personale dei genitori - così recita il testo - il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale".
Esiste dunque un diritto del figlio alla bigenitorialità (che contiene, ovviamente, alcune eccezioni), ma che i giudici faticano ancora a percepire, se è vero - come denuncia il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale che ha organizzato il sit-in - che in Italia sono circa 950mila i genitori separati che possono vedere i propri figli solo un pomeriggio a settimana, 150 mila quelli che hanno perso ogni contatto con loro, ben oltre 500mila le sentenze di 'falso' affidamento condiviso, circa 25mila i minori tolti ai genitori e collocati in altre strutture, 100 gli omicidi/suicidi causati ogni anno dalla conflittualità esasperata, l'80 per cento le denunce di abuso o maltrattamento che secondo le Procure sono false e costruite al solo scopo di liberarsi dell'ex coniuge ed escluderlo dalla vita dei figli.
"Mai più genitori senza figli. Mai più figli senza genitori": questo lo slogan della manifestazione. Ma perché questo sogno, di salvaguardia anzitutto dell'integrità psicologica dei minori, possa essere realizzato, non è sufficiente - a mio avviso - una legge. Infatti, parlando con i genitori, per alcuni dei quali il giudice aveva disposto addirittura l'affidamento condiviso ma che nonostante ciò non riescono a vedere ugualmente i propri bambini, mi è parso che la legge sia insufficiente laddove manchi un cambio di mentalità negli stessi genitori nonché nei servizi sociali, dai primi spesso chiamati in causa, che finalmente privilegi il bene dei figli sopra ogni altra cosa.
Insomma, non soltanto la legge e i giudici dovrebbero garantire il bene dei figli e quindi il loro diritto alla bigenitorialità, ma, prima di qualsiasi istituzione, dovrebbero essere gli stessi genitori ad avere a cuore tale principio: ossia che il bambino deve poter frequentare e avere una rapporto anche con l'ex coniuge, che resta e deve restare padre o madre che sia e nonostante qualsiasi 'fallimento' matrimoniale e al di là di ogni possibile rancore. 

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