Ogni tanto, periodicamente, mi passa la voglia di continuare a scrivere questo blog. Mi succede di pensare di smettere soprattutto quando trascorro molto tempo con i miei figli, una cosa è la teoria, il racconto, un'altra la realtà, la vita vissuta. Compilare questo diario è per me un modo per stare mentalmente vicino ai miei bambini nei momenti in cui sono fisicamente lontano da loro. Ed è quindi completamente inutile, è addirittura una perdita di tempo scrivere se questo stesso tempo posso passarlo direttamente con loro. Insomma, la vedo così: meglio vivere che pensare, preferisco l'immediatezza delle sensazioni al loro ricordo e alla loro rielaborazione.
Anche ora che sto scrivendo lo faccio approfittando del silenzio della notte e del fatto che i bambini si sono appena addormentati. Siamo a casa insieme, noi tre soltanto, grazie a un batterio che ci siamo trasmessi a vicenda, la terapia antibiotica per eradicarlo durerà in tutto dieci giorni, come da protocollo. Ho scritto appositamente "grazie a un batterio" e non "a causa", perché anche in questa occasione la malattia mostra il risvolto positivo di farci fare un vacanza inconsueta e anticipata, nonché esotica fra le quattro mura domestiche, mentre di solito ci tocca aspettare l'estate per vivere qualche settimana tutti insieme.
Passare questi giorni con i miei figli significa compiere una scoperta dopo l'altra, in qualche modo me li sono ritrovati già grandi, all'improvviso, in anticipo. Mi sono reso conto di come non li conoscessi e di quanto siano cresciuti, giorno dopo giorno, mentre io ero altrove, troppo distante da loro. Il più grande che mi domanda della mia infanzia, che si interessa a come ero da bambino, gli piace darmi dei consigli, parlare e discutere e un po' mi assomiglia quando problematizza, ragionando ad alta voce e cercando gli aspetti meno superficiali, l'origine delle cose che gli succedono. Il piccolo invece è sorprendente per il senso dell'umorismo che già mostra di avere, qualità senza dubbio innata data l'età: a quindici mesi gli piace nascondersi, spaventarmi, ha una risata contagiosa, il fratello è l'esempio a cui ispirarsi e da seguire e con lui mostra di avere maggiore capacità di comunicazione che con gli stessi genitori, fra di loro basta un cenno, una sillaba per capirsi, come sempre è la semplicità di poche parole ad essere alla base del buon dialogo.
C'è una ragione perché ho intitolato questo post "Anticipazioni" ed è che, vivendo in questi giorni a stretto contatto con loro, ho pensato spesso, in modo davvero insolito per quanto mi riguarda, a come saranno i miei figli in futuro, ho immaginato che potrebbero addirittura essere felici da grandi se ogni ogni giorno, nel presente, riuscirò a essere io stesso felice con loro.
Di solito invece tendo a rappresentarmeli come il passato che ritorna, la riedizione aggiornata di qualche cosa che è già successa. Stare lontani diviene il pretesto per far tornare alla mente la felicità svanita, la gioia che normalmente e abitualmente scompare dietro agli istanti che si succedono. Non vi è nulla di più triste del passato, nulla che evochi la nostalgia e che lasci attoniti quanto il giorno che si spegne nel tramonto ed è, questo, un sentimento che accomuna gli uomini: non è difronte a spettacoli del genere che gli innamorati si stringono più forte, per non perdersi anche loro e per non inabissarsi per sempre?
Nonostante tutto, sono giorni belli questi recenti, pieni di promesse da mantenere. Sono come la primavera appena arrivata, col vento ancora invernale e il sole già caldo, qualche nuvola a chiazzare il cielo limpido, ma non c'è da farci caso, i miei figli sono già oltre le stagioni più imminenti.
Nonostante tutto, sono giorni belli questi recenti, pieni di promesse da mantenere. Sono come la primavera appena arrivata, col vento ancora invernale e il sole già caldo, qualche nuvola a chiazzare il cielo limpido, ma non c'è da farci caso, i miei figli sono già oltre le stagioni più imminenti.
Che sollievo Cristiano: già mi stavo preoccupando! Smettere di scrivere qui? Per carità, non pensarci nemmeno.
RispondiElimina"ho immaginato che potrebbero addirittura essere felici da grandi se ogni ogni giorno, nel presente, riuscirò a essere io stesso felice con loro" ecco questa cosa la penso anche io ed è, per quanto mi riguarda, l'aspetto più impegnativo dell'essere genitore: la responsabilità di comunicare ai nostri figli che la vita è bella. E'difficile perché i bambini non li si può ingannare, hanno questa incredibile capacità di capire le emozioni di chi li circonda.
Allora Cristiano buona convalescenza e buona primavera, passerà in fretta, cercate di godervela. A presto.
Goditi i tuoi figli, sono la cosa più preziosa..e guarite presto!!
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