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La luce di Lisbona


Sono tornato da Lisbona da pochi giorni e non parlerò, adesso, della città lusitana, delle sue piazze e delle vie che evocano la libertà conquistata, né del tram 28 o del castello o di Belem. Queste cose, infatti, sono descritte in tutte le guide turistiche. Racconterò soltanto che è la seconda volta che vado in questo posto che amo con tutto il cuore, forse più d'ogni altro, dove c'è un fiume che sembra il mare: la città e l'acqua sono i luoghi nei quali è più facile perdersi ed eventualmente, se davvero lo si desidera, ritrovarsi. 
A distanza di dieci anni dalla prima volta, sono stato a Lisbona soltanto con i miei figli, con i quali ho fatto l'esperienza di un viaggio intimo meraviglioso. Due compagni infaticabili, due bambini per molti versi già uomini e certamente viaggiatori meno noiosi di tanti adulti che conosco. Curiosi e interessati a tutto, non hanno mai perso l'attenzione verso ogni piccolo particolare e novità che abbiamo incontrato. 
Riuscireste a immaginare la totale apertura dei sensi e dell'anima nei confronti di un mondo illuminato da una luce unica? Il chiarore di Lisbona non risplende soltanto nel cielo e nelle case colorate o nelle vie lastricate e nelle chiese. La luce, qui, rischiara i volti degli abitanti e ne mette in comunicazione i sentimenti. La stessa cosa è accaduta a me assieme ai miei figli.
Esistono corrispondenze grazie alle quali trova conforto perfino il malumore dei giorni precedenti. Il fado, che in questo viaggio non abbiamo avuto occasione di ascoltare, è la musica interna e inspiegabile che ci ha tenuti per mano lungo tutte le vie su cui ci siamo incamminati, un sentimento che stava lì, ad aspettarci  e ad accoglierci con il sorriso, dietro l'angolo di ogni strada.

Commenti

  1. Ciao Cristiano sono molto contenta per te, che davvero avevi bisogno di un po' di luce e del calore connesso, e per i tuoi figli i quali sicuramente meritano di aver accanto, ogni tanto, un papà intimamente e convintamente felice. Son bravi i bambini ad indovinare gli stati d'animo dei loro genitori e, certo, li preferiscono quando sono felici e spensierati.
    Chissà se sia stata la luce particolare di Lisbona e dei suoi abitanti o, più semplicemente, il fatto di stare lontani dai soliti luoghi e dalle routines ad essi collegate ad ispirarvi questa vicinanza d'animo. Comunque sono felice per voi e vi auguro che questa intimità possa permanere da Lisbona a Roma e che possiate continuare a coltivarla e farla crescere.
    Davvero, leggendoti, capisco e apprezzo sempre più questa cosa che figlio e genitore possano essere anche amici.
    Grazie per il bel post e a presto.

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