La diffidenza è durata per un giorno, poi ha dovuto necessariamente fidarsi, all'inizio non c'ero che io davanti a lui, nessun altro che conoscesse: quest'uomo che, fino al giorno prima, non aveva nemmeno mai visto e, poco dopo, questi due bambini, tanto diversi dai suoi fratelli. Col tempo, poi, a prevalere non sono state le differenze fisiche, quelle restano, ma le similitudini morali, certi comportamenti che possono benissimo assomigliarsi e che accomunano ogni animale, esseri umani compresi, come prendersi cura di un cucciolo, giocare, cercare di capire, se non tutti, almeno alcuni bisogni, perlomeno quelli che definiamo, non a caso, 'primari'.
Giungere a comprendere ciò che ci rende simili, certe volte non vuol dire altro che dar fiducia. E' quello che in questi giorni Spot sta facendo verso di noi, ed è ciò che anche noi stiamo facendo verso di lui. Non siamo ancora al dare all'altro l'anima e il corpo, anzi, forse questo noi umani non lo faremo mai, mentre probabilmente il cane sì, seppure l'espressione "dare l'anima", dal mio punto di vista, è discutibile (figuriamoci da quello di un animale! - anche se nell'etimo di quest'ultima parola è presente il riferimento al cosiddetto 'soffio vitale', ma è meglio se restiamo con i piedi per terra e pensiamo, quando diciamo 'animale', a 'essere animato', piuttosto che all'anima).
Con tutti i limiti che il linguaggio senz'altro ha, a questo punto è meglio sostituire la parola 'anima', con 'cuore' o 'pensiero' o, meglio ancora, 'attenzione', dato che la prima, lo si è capito, è un'entità spirituale, il secondo è soltanto una metafora, il terzo è il frutto dell'intelletto, la quarta, invece, si rivolge a un oggetto di riferimento, e quest'ultima fa proprio al caso del cane, che trasforma il padrone, chiunque egli sia, anche il peggiore degli uomini, nella propria stella polare.
A un mese di distanza da quando abbiamo preso Spot, a trenta giorni dal primo momento nel quale i vostri occhi si sono incontrati, gli sguardi felici di cui ho già parlato e che si riconoscono quando ci accorgiamo, troppo tardi, che il sorriso si confonde con le lacrime, voglio raccontarvi - per regalarvene un ricordo indiretto per il futuro - una cosa che è successa l'altra sera, mentre voi eravate già a letto e dopo che, lo stesso giorno, vi ho parlato di come dormono i cani, il cui sonno non è profondo come il nostro, ma resta vigile, basta poco e si svegliano, una scarpa che scricchiola, un colpo di tosse, un soffio di vento dalla finestra socchiusa, la porta dell'ascensore che si apre o si chiude al piano terra.
Ebbene, tutto ciò non riguarda i cani neonati. Mentre voi dormivate, infatti, anche Spot si era addormentato ai piedi del vostro letto, e forse sognava proprio i bei tempi recenti, passati assieme ai genitori e ai fratellini. Fatto sta che mi sono avvicinato a lui e neanche si è accorto della mia presenza. Mi sono abbassato e l'ho preso in braccio, e lui ha continuato a dormire anche quando l'ho portato in corridoio e l'ho posato delicatamente sul pavimento, in un un angolo vicino alla porta di casa.
Non credo Spot possa mai diventare un cane da guardia, se è vero che il buon giorno si vede dal mattino. Ma quel che è accaduto è proprio ciò che succedeva anche con voi, fino a qualche anno fa, quando vi addormentavate in un'altra stanza e poi vi prendevo in braccio per portarvi nel vostro letto. Eravate due piccoli cuccioli anche voi e forse già sognavate qualcosa di bello appena successa oppure semplicemente immaginavate cosa avreste fatto il mattino dopo, al vostro risveglio.
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