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Diciannovesima lettera: ipocrisia


Cerco di evitare le situazioni nelle quali è presente e mi ribello se mi costringono a viverla: non sopporto l'ipocrisia, la simulazione, la finzione morale. Non reggo chi improvvisamente finge sentimenti che non prova e mai avuti prima, allo scopo di convincere gli altri di essere una persona per bene. Non mi piacciono gli opportunisti, quelli che sorridono se ne hanno convenienza e un momento dopo si allontanano, appena il vento è sfavorevole.
Al contrario, amo chi è coerente, chi è uguale a se stesso, colui che non cambia squadra se la sua sta perdendo e non abbandona la nave che sta affondando. Amo quei perdenti che sono tali perché non sono saltati sul carro dei vincitori quando avevano la possibilità di farlo. Amo chi cerca di resistere, fino all'ultimo. Chi non si arrende.
E non mi contraddico se affermo che voglio vincere, ma lo farò con le mie armi, non con quelle del mio nemico. Non fingerò di essere un supereroe, una persona migliore di quella che sono, capace di sentimenti che non prova.
Sono quello che sono, sono così come sono, non sono diverso da me, non sono un ideale migliore della realtà di me. Conosco i miei limiti, non faccio finta di ignorarli e non mi spaccio per un altro più forte.
Sono come sono, con tutto me stesso, con ogni debolezza e tutta la forza che possiedo.
Sono io e basta, non sono diverso da me. Non sono improvvisamente un estraneo, un altro, differente da chi avete sempre conosciuto.
Sono coerente, sono io, e voi lo sapete dal primo giorno in cui i nostri occhi si sono avvicinati gli uni agli altri e, guardandosi, sono stati capaci di andare oltre il primo sguardo.
Amo la luce del giorno, detesto la notte. Voglio bene a ogni essere che respira. Odio chi si nasconde, chi è meschino, chi si traveste da santo, chi ha scheletri nell'armadio e tuttavia predica bene. 
Non sopporto chi ha fatto una scelta e ancora crede di non averla compiuta e, allo stesso modo, chi non la compie perché gli fa comodo restarsene in bilico, nell'indecisione, nell'attesa di stabilire da che parte si trovi il vantaggio, la convenienza, l'opportunità da preferire.
Odio chi mette in vendita i sentimenti, gli affetti, il bene, i valori, perché in realtà non li ha nemmeno mai ricevuti, né provati, né ci ha mai creduto. E' arido e senza valore chi vende se stesso, a qualunque prezzo lo faccia, perché il prezzo con il quale si mette in vendita se stessi è sempre un prezzo insufficiente, irrisorio e banale.
Vi amo perché so già che sarete onesti e odio chi, già cresciuto, cerca senza riuscirci di assomigliarvi. Detesto chi fa l'ingenuo e chi cade dalle nuvole. Mentre amo, ancora una volta, perfino chi non sa e sbaglia, ma sa assumersi le responsabilità dei propri errori, anche quelli più incoscienti, senza imputarli agli altri.
Odio gli invidiosi, quelli che ce l'hanno con chi è migliore di loro. E li considerano dei ladri, perché pensano che la propria sfortuna dipenda addirittura da questi ultimi, da un loro privilegio e da una fortuna sottratta, dovuta e a cui avevano diritto.

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