"E' un provvedimento giusto - anche se l'entità del fondo appare esigua rispetto alle necessità - che in concreto riguarderà soprattutto i padri. E' a loro, infatti, che in oltre il 90% dei casi spetta l'assegno di mantenimento per i figli, mentre la casa coniugale viene assegnata alla madre nel 70% dei casi". Maurizio Quilici, presidente dell'Isp (Istituto di Studi sulla Paternità) commenta, parlando con l'Adnkronos, la notizia dell'emendamento al decreto 'Sostegni Bis' che prevede un fondo di 10 milioni di euro per il 2021, per garantire ai lavoratori separati e divorziati in difficoltà a causa della pandemia di versare l'assegno di mantenimento sino ad un massimo di 800 euro al mese.
"La pandemia ha aggravato una situazione che per i padri separati era già molto difficile - aggiunge Quilici, già autore del 'Manuale del papà separato' e della 'Storia della paternità' - D'altro canto, molti padri separati non sanno che, una volta stabilita l'entità dell'assegno da parte del giudice, non esiste alcuna circostanza che autorizzi il genitore a sospendere o ridurre l'assegno di sua iniziativa. La riduzione è, naturalmente, possibile (per "impossibilità sopravvenuta non imputabile al debitore", artt. da 1.256 a 1.259 C.C) ma dovrà essere autorizzata con un provvedimento dello stesso giudice, su ricorso del padre. Un iter che richiede tempi abbastanza lunghi. Per questo un provvedimento di legge appare quanto mai opportuno".
Commenti
Posta un commento