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i sing of Olaf glad and big, di e e cummings

Una poesia di Edward Estlin Cummings (e e cummings, così si firmava), datata attorno al 1917/18, contro la guerra e per chi passa da coscienzioso oggetto a obiettore di coscienza. Fonte di ispirazione, oggi più che mai. E anche la biografia di Cummings è straordinaria, tornerò a parlarne...


i sing of Olaf glad and big

whose warmest heart recoiled at war:
a conscientious object-or

his wellbelovéd colonel (trig
westpointer most succinctly bred)
took erring Olaf soon in hand;
but--though an host of overjoyed
noncoms (first knocking on the head
him) do through icy waters roll
that helplessness which others stroke
with brushes recently employed
anent this muddy toiletbowl,
while kindred intellects evoke
allegiance per blunt instruments--
Olaf (being to all intents
a corpse and wanting any rag
upon what God unto him gave)
responds, without getting annoyed
"I will not kiss your fucking flag"

straightway the silver bird looked grave
(departing hurriedly to shave)

but --though all kinds of officers
(a yearning nation's blueeyed pride)
their passive prey did kick and curse
until for wear their clarion
voices and boots were much the worse,
and egged the firstclassprivates on
his rectum wickedly to tease
by means of skilfully applied
bayonets roasted hot with heat--
Olaf (upon what were once knees)
does almost ceaselessly repeat
"there is some shit I will not eat"

our president,being of which
assertions duly notified
threw the yellowsonofabitch
into a dungeon, where he died

Christ (of His mercy infinite)
i pray to see; and Olaf, too

preponderatingly because
unless statistics lie he was
more brave than me: more blond than you.



canto di Olaf

canto di Olaf, enorme, allegro,
il cui cuore ardente si sottrasse alla guerra:
da coscienzioso oggetto
ad obiettore di coscienza 

il suo benamàto colonnello (elegante,
tirato su già ben azzimato, uscito
dall'accademia militare di West Point)
si prese presto in mano lo spaesato Olaf;
ma sebbene un'orda di sottufficiali
pazzi di gioia (prima prendendolo a nocchini)
facciano rotolare in acque gelate
quell'impotenza che altri spazzolavano
con un bruschino usato di recente
per smerdare una latrina
e mentre intelletti di razza evocano
obbedienza alla patria con arnesi acuminati –
Olaf (che era sotto ogni aspetto
un cadavere, e che addosso
più non aveva gli stracci che Iddìo gli aveva dato)
risponde senza scomporsi:
“No, non la bacio la vostra bandiera di merda”

e sùbito il colonnello inargentato 
prese un'aria tombalmente seria 
(andando in fretta a farsi la barba)

ma, sebbene ogni sorta di ufficiali
(orgoglio occhiazzurro di una nazione avida)
prendessero a calci la loro preda inerte,
insultandola, fino a consumare
e rendere inservibili, tromba, voci e stivali,
e continuassero a incitare i soldatiscélti
a ficcargli nel culo brutalmente
baionette arroventate usate con maestria -
Olaf (sulle ginocchia che ormai erano andate)
non fa che ripetere, quasi senza sosta:
“c'è merda che io non voglio mangiare”

il nostro presidente, dietro
asserzioni debitamente notificate
gettò quel vigliaccofigliodiputtàna
in una cella sotterranea, dove morì

E io prego (nella sua infinita grazia)
di veder Cristo, e pure Olaf

in linea di massima perché
a meno che le statistiche non mentano
lui era più coraggioso di me,
e più biondo di voi.

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