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Visualizzazione dei post con l'etichetta solidarietà

I pastori volano tutti senza ali

"Gavino è ancora troppo piccolo! Come potrà custodire le pecore e far paura ai banditi? La sua presenza sarà inutile... Qui imparerà a vivere prima di esporsi alla vita. Gli mancano ancora le penne per prendere il volo ". "Cosa ne sa lei della pastorizia? I pastori volano tutti senza ali". (Gavino Ledda, Padre padrone , Feltrinelli/Loescher 1978, p. 17) Ritengo lucidamente saggia - in questo libro trovato di recente su una bancarella - la risposta del padre-padrone alla maestra che cerca di difendere un bambino di sei anni: è ancora troppo piccolo per andare a lavorare - dice l'insegnante, spiegando al genitore che il figlio è del tutto impreparato ad affrontare il mondo e che la scuola serve proprio per 'rafforzarlo', per insegnargli "a vivere prima di esporsi alla vita", per farsi "le penne per prendere il volo".  Dopo averle raccontato tutti i motivi che lo obbligano a ritirare da scuola un figlio così giovane per obbligarlo a lavo

Il bambino e la nonna

Mio padre un giorno mi disse che gli anziani tornano a essere bambini. So che si riferiva al loro comportamento e alle loro necessità, al fatto che non sono più autosufficienti come quando erano nel pieno delle forze.  Ciò che non sapevo è che diventano anche fisicamente simili a come erano da piccoli. Ho raccomandato a Dodokko di fare attenzione con la nonna, di essere delicato e non irruente perché ha la febbre. Ho dovuto raccontargli una bugia, non potevo confessargli che la nonna sta molto male.  Poi siamo saliti al quinto piano della casa dove è nata e ha sempre vissuto. E su una sedia da ufficio, di quelle con le rotelle, non abbiamo trovato seduta una signora, ma una bambina. Un viso dimagrito e pallido, somigliante di più alla ragazzina che ho visto in alcune sue vecchie fotografie che non alla persona che fino a poco tempo fa conoscevo.  I due bambini si sono guardati come se non sapessero chi si trovavano di fronte, non come due estranei che, se fossero realmente tali, neanch

L'amore che voglio impararti

C'è un'altra cosa di cui ho l'obbligo di parlarti e che è parente stretta della solitudine. E' l'amore, quello che ti imparano gli esseri viventi: uomini, animali e piante. Bada bene che, tranne in quest'unica occasione, non è corretto dire "ti imparano", perché si dice "ti insegnano". Ma per un argomento come l'amore le cose cambiano e questa espressione non è una facile licenza poetica, ma l'eccezione a una regola che con la grammatica ha ben poco da spartire, mentre ha molto a che vedere con la libertà e, a volte, addirittura con ciò che può apparire indifferenza.  Come ti spiegherò fra poco, i confini fra un'accezione e l'altra sono labili, spesso perfino confusi fra loro. Ma prima chiariamo il concetto da cui siamo partiti: non ci sarà mai alcun maestro che, dall'alto di una cattedra, ti insegnerà a riconoscere l'amore, dopo avertene illustrato la morfologia assieme ai suoi aspetti più intrinseci. Né tu, dal pian

Alberi sotto la neve

Come rami sotto la neve gli occhi non sono che braccia tese al risveglio. Uno sguardo fuori dalla finestra il tempo di un respiro un sorriso che non è altro che acqua. (2012)

Un'unica immagine

Ci sono immagini che hanno la perfezione di ogni senso possibile. Un significato, una storia dalla prima all'ultima pagina e tutto ciò che c'è nel mezzo, la trama della vita.  Noi capiamo, a volte, anche senza parlare o ascoltare, anche senza necessariamente dover vedere con gli occhi. Abbiamo percezioni, puntualmente confermate o smentite, nello stesso ed esatto modo di come avviene per gli occhi o per qualsiasi altro classico e scontato organo sensoriale, ingannato o fatto contento. Ci sono preoccupazioni che nascono dalla lettura di una sguardo, improvvise anticipazioni di futuro, ricordi di come eravamo e che ci fanno paura. Magliette oltre le quali si intravedono le scapole. Capelli che iniziano a sporcarsi. Colli inclinati da un lato. Un passo incerto. Una schiena giovane ma che già si piega un poco. E poi le mani e le gambe fredde. La semplice carnagione pallida. Una tela bianca. Un sorriso che non è di contentezza ma che serve invece a far felice soltanto chi ti guarda.

Sabato

I nostri passi sulla spiaggia non avrebbero mai potuto fare la rima con il rumore del vento. Nessuno viaggia insieme nei giorni di tempesta. A parte la sabbia con l'aria e l'acqua. Linee sottili separano i colori. Sfumature distinguono il mare dalla terra. Il respiro non è che una percezione. Soltanto per i gabbiani le onde sono un parco di divertimenti.  (2011)

Il cavallo di Ulisse

CANTO DEL CAVALLO Dopo dieci anni di una guerra che non finiva mai, una bella mattina i Troiani che stavano sempre con la testa penzoloni dalle mura, vedono che le barche greche hanno le vele gonfie per tornare a casa e sulla spiaggia è rimasto un cavallone di legno grande come un palazzo, con delle placche d’oro sulla schiena che parevano fatte di lucciole. “Portiamolo dentro che è un regalo che ci hanno lasciato!” Dicevano quasi tutti senza sapere che nella pancia del cavallo c’erano Ulisse con dei soldati che stavano zitti come le montagne sotto la neve. I più fanatici aprono il portone che era inchiodato dalla ruggine e i giovani e anche i vecchi si avvicinano a questo colosso che aveva le gambe come le colonne di San Pietro e la pancia come una nuvola che copriva il sole. Tira tu che tiro anch’io con delle corde lunghe e delle leve per smuovere le ruote di legno che affondavano nella sabbia, l’animale è arrivato sotto le mura e le donne battevano le mani e facevano festa per f

Uno sguardo che per il mondo è muto ma che per me è un libro aperto

La recita di Natale, all'asilo. L'occasione per vedere una rappresentazione teatrale orchestrata dalle maestre e messa in piedi, fra gli altri bambini, anche da mio figlio. Ci vado per assistere a un racconto tra i cui personaggi c'è anche lui. Chissà che dirà, quali gesti farà, quali canzoni canterà in coro con i suoi amici. Si emozionerà, perderà la memoria, inciamperà. Tutti, più o meno, saranno fuori tempo. Nessuno è capace di coordinarsi bene con gli altri, figurarsi un bambino di neanche cinque anni.  Non mi aspetto la prima alla Scala e perfino il solo fatto di restare sul palco ed esibirsi è notevole, conoscendo la timidezza di Dodokko per questo genere di cose. Non è riuscito a tirarsi indietro all'ultimo momento e a non recitare. Infatti, era davvero troppo timido per farlo: lui, come chiunque altro, non avrebbe mai saputo rinunciare dopo settimane di prove. Un grande successo per tutti, ad ogni modo, decretato dagli applausi scroscianti del pubblico, la clac

Maschere

Accade sempre, prima o poi, che si indossi una maschera: di circostanza o di convenienza o anche per altruismo, per fare felice qualcuno. Gli adulti, perfino i più sinceri e trasparenti, hanno l'abitudine di farlo e spesso riescono a non tradire se stessi. I bambini, invece, che hanno appreso da poco tempo come mostrare un'apparenza di sé diversa dai sentimenti e dai desideri del momento e dal proprio io, a volte sbagliano sul più bello, non riuscendo a dissimulare fino in fondo, a fare finta di niente. Così, è sufficiente uno sguardo protratto (non necessariamente indagatorio ma che cerchi semplicemente di capire) da parte di chi amano per far saltare ogni copertura. Gli occhi chiamano gli occhi e il guardarsi in questo modo richiama lacrime fino a poco tempo prima trattenute a stento: a volte la vista non è che una corda che scopre il velo con cui le persone a cui vogliamo bene si nascondono.  Seguono abbracci, che nelle intenzioni dovrebbero confortare, ma che altro non sono

Bigenitorialità: quando una legge non basta

Oggi sono stato alla manifestazione 'La Bigenitorialità salva le famiglie separate'. Davanti a Montecitorio erano inaspettatamente tanti i papà e le mamme a chiedere che venga applicata la Legge 54/2006 in materia di affidamento condiviso dei figli. "Anche in caso di separazione personale dei genitori - così recita il testo - il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale". Esiste dunque un diritto del figlio alla bigenitorialità (che contiene, ovviamente, alcune eccezioni), ma che i giudici faticano ancora a percepire, se è vero - come denuncia il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale che ha organizzato il sit-in - che in Italia sono circa 950mila i genitori separati che possono vedere i propri figli solo un pomeriggio a settimana, 150 mila quelli

Merda

Se la sintesi di tutto fosse racchiusa proprio in questa parola: merda? Pare che l'essenza del rapporto fra genitori e figli, degli uni verso gli altri e viceversa, in ogni senso lo si legga, sia esattamente quella di prendersi cura, prima o poi, della merda altrui . Almeno, stando agli ultimi due libri che ho letto, che a parte la merda, figurata o vera e propria che sia, hanno a che fare molto poco l'uno con l'altro. Si tratta de' La cena e di Patrimonio , rispettivamente di Herman Koch e di Philiph Roth. Non un gran che il primo, avendo deluso la mia aspettativa di trovarvi una sorta di dilemma sofocleo. Senz'alto migliore e, come sempre, fatto molto bene, quello dell'autore americano. Ma torniamo all'argomento di partenza, alla merda. Nel racconto dello scrittore olandese i genitori debbono togliere dai guai il figlio, responsabile, assieme al cugino, di un omicidio orrendo. E lo faranno proteggendolo in maniera certamente diseducativa (ma ciò non conta

Appello dell'Unicef Italia per i bambini di Sumatra

L'UNICEF Italia ha lanciato una raccolta di fondi in favore dei bambini di Sumatra (Indonesia) e delle altre aree del Pacifico colpite in questi giorni da una serie di catastrofi naturali. «In queste ore purtroppo ci giungono da Sumatra notizie drammatiche, con un numero sempre più alto di vittime e migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case. Un terzo delle persone colpite sono bambini», dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora. «Siamo anche preoccupati per i piccoli sopravvissuti al terremoto che sono a rischio estremo di contrarre malattie, infezioni respiratorie acute, diarrea ed epidemie. Il rischio di tetano è molto alto a causa di lesioni e ferite aperte. Migliaia di bambini necessitano di avere accesso all'acqua potabile, a rifugi e di poter usufruire di sostegno psicologico per superare le conseguenze del terremoto. Per questo rilancio l'appello per sostenere la nostra raccolta di fondi per i bambini di Sumatra». L'UNICEF In