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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Tu sei andata via, né io ti ho aspettata

Non ho mai visto una panchina  che di notte si schiodi dal terreno  e se ne vada in giro per il parco.  Eppure, nelle assi dilatate dalla pioggia  e bruciate dal sole leggo un volto che ha rughe di legno,  lisce grazie a uno scultore  che non usa scalpelli e lime,  ma la forza del tempo e dell'attesa.  E che è bello accarezzare  con la mano della memoria. Saranno passati almeno dieci anni  da quella sera di ottobre.  Eravamo più giovani  e al culmine della felicità,  ma con nell'animo un vago e infondato  presagio di caduta.  Tu sei andata via e non sei più tornata,  né io ti ho aspettata. La panchina era ferma al suo posto  già prima di noi.  Ed è ancora lì, sopra l'erba ora verde e adesso gialla,  indifferente al passaggio delle stagioni,  di chi si siede o semplicemente le passa accanto. Ed è come se in tutto questo tempo nulla d’importante sia mai accaduto. Il legno adesso  fa cr...

Con tutta l'acqua che scorre sopra il letto del fiume

"Cosa te lo ha fatto venire in mente?", mi ha chiesto una mia amica. "Perché ' Quell'appagante ignoranza spacciata per sapienza '?". "E' una riflessione nata dopo aver letto il racconto di Anton Zimmerman 'Con tutta l'acqua che scorre sopra il letto del fiume'. Non so se conosci questo autore. Ha scritto 'La mescolanza' e a me è piaciuto molto. Le sue storie sono spesso da interpretare. Anche se lui, nel corso della narrazione, propone numerosi spunti e concetti chiave, e anche proprie riflessioni, che il lettore può decidere di condividere o meno.   Il tema del racconto è quello della fine di un presunto amore e accenna soltanto (gli interessa che il lettore intuisca e non che sappia esattamente come siano andate le cose) all'opposta concezione che i due protagonisti hanno di questo sentimento, con lui che lo considera pieno di implicazioni e di promesse da mantenere, mentre lei lo ritiene qualcosa di poco impegnativo, ...

Quell'appagante ignoranza spacciata per sapienza

E' stato durante una recente passeggiata lungo il fiume, che hanno preso vita i pensieri che mi accingo a scrivere. E anche adesso, nel momento stesso in cui lo faccio, so di non essere esente da ciò che sto per dire. Qualsiasi affermazione, non fosse altro che per il fatto di essere parziale, contiene un margine di errore. Non esiste una frase, non un giudizio, che possa esser considerata giusta al cento per cento. Da una parte siamo ignoranti, dall’altra presuntuosi, da un’altra ancora distratti oppure illusi, inconsapevoli, incoscienti. Ma è quando mostriamo opportunismo che le cose precipitano.  Non mi riferisco a quella qualità, che il più delle volte è considerata un difetto, di saper cogliere un’opportunità, un’occasione, per sfruttarla a nostro vantaggio. Penso piuttosto a chi è opportunista del modo di parlare, a chi, dopo averla decostentualizzata, sfrutta quella certa parola per ottenere una ragione che altrimenti non avrebbe mai. Prendi un termine, estrapolalo dalla fra...