Sono dodici anni che mio fratello e io non viviamo più insieme, uno di qua e l'altro di là, ognuno col suo impiego e la sua famiglia. Lontani. L'ultima volta ci eravamo visti a Natale. Ieri è venuto a trovare me e i bambini, alcune ore passate in casa, un altro paio fuori, fra racconti di cose che riguardano la vita privata e il lavoro. Tutto qui, nient'altro, a parte l'eloquenza di molti silenzi che dicono, a chi li ascolta, ciò che la sua stessa fantasia, sollecitata dal dubbio e dalla paura, è in grado di dettargli: domande, risposte, nuovi dubbi e ancora dubbi. Il silenzio ha la voce che gli diamo ed è con questa che ci parla, ma le risposte non sono chiarificatrici di alcunché, per la stessa e identica ragione e ansia per le quali le invochiamo. Allontanarsi non significa altro che far risaltare, ancora di più, la solitudine, il senso di precarietà che fa parte della vita dell'uomo, addirittura l'emarginazione se, quando si va via, ci si porta appresso un...
appunti di viaggio di Cristiano Camera